C'è bisogno dell"amicizia civica"

Non c è periodo più favorevole di questo che impone di osare. E quindi di mettere in atto tutte le potenzialità possibili per permettere una transizione (indispensabile) che faccia vivere bene le nostre città. Basta con la eccessiva prudenza che, in passato, ha frenato progetti che potevano portare "frutti" e che invece hanno inaridito l'esistente e perfino lo hanno costretto alla desertificazione. Basta con tentennamenti improduttivi e troppo burocratizzati che ritardano le azioni e rimandano le realizzazioni a tempi geologici! La pandemia e la guerra in Ucraina devono velocizzare interventi che diano priorità assoluta a favorire il lavoro, specialmente in quei settori dove la troppa dipendenza da altri si sta manifestando come una zavorra che affonda l'economia. Bisogna che non siano perduti posti di lavoro e allo stesso tempo occorre orientare tutte le energie possibili a crearne di nuovi per abbattere l'indecente situazione che costringe troppe persone in stato di disoccupazione e di inattività.
Occorre dare fiducia a coloro che hanno idee e progetti, che vogliono intraprendere e che operano con responsabilità sociale. Mai come adesso è fondamentale una "amicizia civica", una reale alleanza tra tutti i soggetti (Istituzioni, imprese, associazioni di categoria e sindacati) che con la potenza del dialogo porti a concentrare le risorse, (anche del Pnrr) su progetti che diano sviluppo economico e sociale alle nostre città. Occorre stare in guardia per non vanificare le risorse in eccessivi "progetti di campanile". "Governiamo insieme" questa necessaria transizione, sia favorito un "pensare in grande", spinti dal desiderio di costruire il bene comune. Le nostre città "vogliono vivere!"