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 cristiani cambiano la storia e la mutano senza essere contro qualcuno ma per qualcuno

Una porta socchiusa…. per capire Giorgio

Il fenomeno dei cristiani testimonia che essi sono protesi alla Gerusalemme celeste essendo costruttori della Gerusalemme terrena. Questo è stato in sintesi Giorgio Kutufà.

Parole chiave: omelia (4), kutufà (1), funerale (3)
L'omelia al funerale di Kutufà

Nel giorno dell'addio a Giorgio Kutufà, il Vescovo, che ha presieduto la cerimonia funebre, ha pronunciato queste parole, ricordando l'uomo, il politico, il cristiano.

Il fenomeno dei cristiani testimonia che essi sono protesi alla Gerusalemme Celeste essendo costruttori della Gerusalemme terrena.

Hanno il cuore in Cristo e i piedi per terra.  Questo è stato in sintesi Giorgio Kutufà.

I cristiani sono persone “cristificate”, arricchiscono la loro umanità a volte poverissima con lapresenza dello Spirito di Dio in loro. Nel cristiano il primo dono che li caratterizza è appunto la presenza di Dio in loro, ovvero l’agire in esso dello Spinto Santo: è Egli stesso il “carisma” per eccellenza. E’ il “carisma della Trinità”!

Prima di essere la fonte dei carismi che Dio ci dispensa, lo Spirito Santo forma egli stesso la ricchezza carismatica di tutta la Divinità.

Dio ha il “carisma” di donarsi, e da questo impulso originario e necessario scaturisce ogni altro dono. Chiave di comprensione di ogni persona è la sua attitudine ad essere dono, ed a ricevere dono anche per Giorgio.

 

Se poi ogni carisma è per l’edificazione della Chiesa, questa a sua volta è per l’edificazione della grande unità mondiale nella carità. 

La crescita della creazione avviene infatti solo nella comunione.

Ogni carisma tende a rendere il creato intero sempre più chiaramente immagine di Dio. E poiché lo Spirito unisce Padre e Figlio, cosi avviene. “Tutti siano una sola cosa, come tu, Padre, sei in me e io in te” (Gv. 17,21). Ogni crescita avviene solo entro la storia. Non esiste impegno del cristiano che non sia con il cuore in Dio e le mani sporche di terra, di questa nostra terra.

 

Quando Dio affida a qualcuno una missione, gliene conferisce la capacità, il “genio”, cioè il carisma.

Orala carità non è un carisma ma attraverso i carismi la persona esercita una carità più “grande” o meglio da maggior spazio a Dio nella propria vita e nella società. La carità è il fine o l’obiettivo ultimo dei carismi. La carità è il contenitore dei carismi e se un carisma fosse utilizzato al di fuori di essa, sarebbe un danno per chi lo utilizza.

La politica è una forma alta di carità perché se vissuta per il bene comune porta vantaggio a una moltitudine di poveri, molto più del singolo e generosissimo atto di bontà personale perché ha come fine non l’intervento occasionale sia pure grande ma la modifica di quelle storture della società che il Santo Papa Giovanni Paolo II, ha definito “strutture di peccato”.

Questa è stato il carisma di Giorgio.

Nei cristiani la loro umanità è anticipazione e manifestazione della pienezza di vita in Cristo, in paradiso.

I cristiani manifestano doni straordinari, carismi singolari. Già S. Paolo in 1 Cor 12,7-11 ne elenca nove affermando però “a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune.”  I doni, i carismi in senso stretto, come dice San Paolo, non vengono dati per l’utilità personale, ma per l’utilità comune. E San Paolo ancora afferma: “Aspirate a carismi più grandi! E io vi mostrerò la via migliore di tutte”, la carità (1 Cor. 12,31).

Il carisma proprio di Giorgio era appunto la politica quale alta forma di carità. 

Tutti i cristiani vivono Cristo nella sua pienezza, eppure, nello stesso tempo, affermano di voler-dover seguire un cammino originale, dovuto alla comprensione del mistero di Cristo colto sotto un'angolatura particolare. In tutti i santi fondatori ad esempio è sempre presente anche una forte coscienza di originalità.

Nell’imitazione di Cristo di ogni cristiano, (ricordiamo che scopo della vita religiosa è "seguire Cristo più da vicino") un aspetto della sua vita e del suo ministero acquista maggiore intensità, splendore, e con esso il cristiano edifica e da "forma" alla propria testimonianza cristiana. Il cristiano considera quel determinato passo evangelico, quel particolare aspetto del Cristo come "sua" via di sequela di Cristo, come tratto unificante della consacrazione a Cristo e della missione nella Chiesa.La particolare accentuazione che ogni cristiano pone su un aspetto della persona di Cristo o del Vangelo, non è mai esclusivizzante ma inclusivizzante; cioè essa diventa la chiave di lettura e di esperienza di tutto il Vangelo, l'angolo di visuale (il 'fuoco' in senso ottico) per comprendere e vivere il Cristo nella sua totalità. Così ha cercato di fare Giorgio con il suo costante e forte impegno politico.

 

I cristiani cambiano la storia e la mutano senza essere contro qualcuno ma per qualcuno: i poveri.

Non uccidendo ma sanando,

non con la violenza ma con la pace,

non con rabbia ma in una gioia contagiosa.

È Dio il segreto della vera felicità. Si ciò che caratterizza i cristiani è che sono veramente felici. “Hanno scoperto il segreto della felicità autentica, che dimora in fondo all’anima ed ha la sua sorgente nell’amore di Dio. Perciò i cristiani sono chiamati beati. Le Beatitudini sono la loro via, la loro meta verso la patria.”[1]

Il sorriso che sempre ha accompagnato Giorgio anche nelle sconfitte e nei lunghi giorni della sua malattia, lo testimoniano.

 

J. Maritain affermava: "Poiché la Chiesa trionfante non forma che una sola Chiesa con la Chiesa militante, e perché i cristiani continuano ad occuparsi delle cose della terra e a interessarsene, allora essi hanno sicuramente le loro idee e le loro intenzioni riguardo a queste cose, riguardo alla vita e al comportamento di ciascuno di noi, agli avvenimenti del mondo e al progresso e all'espansione del Regno di Dio. Ciascuno di essi ha anche le sue idee su ciò che riguarda più specificatamente la missione che aveva quaggiù...".

Giorgio non ha terminato di fare politica,

 la fa solo da un altro luogo, dal Cielo

 e con ben altri potenti mezzi.

+ Simone, Vescovo

[1] Dall’omelia pronunciata dal Papa durante la Messa celebrata allo Swedbank Stadion di Malmö.

L'omelia al funerale di Kutufà
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