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Alcune considerazioni sulla fede

Il bisogno continuo dell'uomo di cercare Dio

Parole chiave: dio (10), don ordesio bellini (6)
Dio nessuno l'ha mai visto

DIO NESSUNO L’HA MAI VISTO

Questa espressione si trova alla fine del prologo del Vangelo di Giovanni (1, 18).  La frase continua ma quello che segue al momento non ci interessa. Per ora mi limito a questa espressione sacrosanta: Dio nessuno l’ha mai visto né mai lo vedrà. Fa parte dell’idea stessa di Dio: l’essere “absconditus, il Totalmente Altro”.
Non può essere mai, se esiste, alla nostra portata. Questo affermano le grandi religioni e le varie forme di filosofie religiose.
Tra Lui e noi c’è un vuoto che fin dalle origini del mondo l’uomo cerca di riempire in un dibattito infinito che nella storia spesso è anche degenerato in guerra e sangue. Chi lo afferma, chi lo nega e nel Suo nome o contro di Lui pretende di dominare il mondo e le coscienze.

1.      DIO ESISTE
“ Il mio cuore è inquieto, Dio, finchè non riposa in Te”

Questa celebre frase di Sant’Agostino riassume bene il desiderio innato di Dio, che è la tesi fondamentale di coloro che ne affermano l’esistenza. L’ essere umano è quindi come un affamato che sente più o meno disperatamente il bisogno di cibo.  Nella storia della ricerca di Dio questo bisogno è stato annoverato tra i grandi istinti che reggono l’insieme della vita dell’uomo.  La parola istinto a volte noi la usiamo in modo negativo intendendo un qualcosa che ci abbassa al livello dell’animale, ma si tratta di una realtà sacra: essi esistono in noi e, se ben guidati, ci tengono vivi e in equilibrio come i cerchi di una botte. Se ne manca uno o si allenta, cede la botte e pian piano si sfascia. I piccoli e i grandi istinti, tra cui anche l’istinto religioso, se per difetto o per eccesso funzionano male, la nostra vita si squilibra.    
Da lì questa continua ricerca nelle vicende della storia  e in noi stessi di segni, tracce, orme che ci parlino di lui.
Già San Paolo nella lettera ai Romani parla di coloro che hanno rifiutato di “conoscere” Dio attraverso le realtà visibili.
Il filosofo Gabriel Marcel definisce l’uomo nella sua essenza  “ un’invocazione metafisica”

A questo bisogno di cercare per conoscere Dio nella storia dell’umanità fin dai tempi più remoti si sono dedicati uomini e donne dando orgine a quelle che noi chiamiamo le religioni dalle forme più primitive degli sciamani e degli stregoni fino alle varie forme della classica mitologi e avanti fino ai nostri giorni: la storia della filosofia e della psicologia ha in questa ricerca una schiera di personaggi di grande valore.
Nella filosofia e nella teologia cristiana si afferma che la conoscenza di Dio è possibile attraverso "il lume“ della ragione”.

NB. Si tratta della possibilità  di conoscere l’esistenza di Dio e i suoi eventuali attributi ma in nessun modo si pretende di “vedere Dio”. E siccome come dice il filosofo Ortega y Gasset  ogni uomo è “un io con le sue circostanze”, purtroppo nel bene e nel male queste circostanze in qualche modo inquinano la ragione. Questo fa sì che l’idea che ci facciamo di Dio spesso è “a nostra immagine e somiglianza”. Sia l’immagine del Dio che affermi sia di quello che neghi.

 

2.      DIO NON ESISTE

 “Religione, oppio del popolo” espressione usata e abusata del vecchio (?) marxismo

Se Dio è colui che nessuno ha mai visto e se quindi concretamente esiste un vuoto che si tenta di colmare alla luce della ragione, e quindi sempre giocando con le idee, qualcuno può legittimamente rivendicare anche per sé il diritto ad avere una ragione e a farne uso in senso contrario ovviamente ai cosiddetti “credenti”.
Ecco allora fin dall’antichità la schiera di coloro che dicono che questo vuoto non esiste e non c’è bisogno di colmarlo perché non esiste l’oggetto nascosto da cercare: Dio non c’è, Dio non esiste!  Non esiste l’istinto religioso, ma solo miseria e ignoranza.
Filosofi, psicologi argomentano fino a coloro che si dichiarano atei o non credenti in forma spesso irriflessa quasi per un meccanismo di tipo sociale.  Oggi più che mai  sembra che il tema della non esistenza di Dio sia passato dalle aule universitarie ai salotti, agli stadi, ai bar e quant’altro. Anzi è convinzione più o meno fondata di coloro che credono ormai che la società è diventata adulta: i progressisti di destra e di sinistra.  Come dico io scherzando: è normale, oggi tutti siamo andati a scuola che non sempre coincide con aver studiato.

Nelle interviste a personaggi vari  (nel  Corriere della Sera ho letto recentemente alcune interviste) alla domanda “lei crede in Dio” la risposta è molto spesso negativa, si tratti di un premio Nobel, di un calciatore, di una ballerina o quant’altro.

Io ho grande stima di certi atei che definisco seri e sofferti. Dirsi non credenti con troppa facilità mi “puzza”! Questo purtroppo vale anche tra tanti cosiddetti credenti.
Credere o non credere è comunque sempre una faticosa ricerca!

3.      CONCLUSIONE

Dibattito senza fine, da molti oggi considerato forse un dibattito inutile: E’ facile oggi sentire qualcuno “che studiato” usare l’espressione: “Dio, ipotesi inutile e insignificante”. C’è un solo modo per venirne fuori:  se questo Dio esiste che batta un colpo e che si faccia vedere.
Il Cristianesimo rivendica questo: Gesù di Nazareth, il Figlio di Dio, “si è fatto carne  e venne ad abitare in mezzo a noi”.
L’abbiamo ricordato e celebrato nel recente Natale: Dio si è fatto come noi..

Di fronte alla Sua persona rimangono due strade: quella della ricerca storica per mostrare la sua credibilità come uomo e come Figlio di Dio. E quella della fede che non deve essere staccata da quella storica, anzi spesso sfociano in un’unica strada.

Per quanto riguarda la ricerca storica il problema è ovviamente e prevalentemente affidato agli storici e anche qui il dibattito si interminabile. Non dimentichiamo che anche gli storici nella loro ricerca sono sotto l’influsso delle loro circostanze, ossia del loro vissuto. Come nel campo della ricerca teorica, anche qui non esiste la ragion pura. Tutt’al più può esiste la Ragione onesta.

A noi cristiani rimane l’opzione della fede, ossia a un certo punto dobbiamo buttarci. Questo avviene per tanti altri momenti importanti della vita.

In più abbiamo il dovere di tradurre la nostra fede in parole e gesti coerenti affinché anche dalla nostra vita si possa percepire che Dio esiste e opera incessantemente.

Dalla nostra coerenza cristiana arriva quel qualcosa in più a mostrare che Dio non è un’ipotesi inutile. DIO NON E’ MORTO.

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