Diocesi
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Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti

XXVIII Domenica del Tempo Ordinario

Parole chiave: commento al vangelo (219)
Gesù ha preparato un posto a tavola per ciascuno di noi

DAL VANGELO SECONDO MATTEO 22, 1-14 
In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse:
«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire.
Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: “Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.
Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.
Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

La parabola di questa domenica racconta di un re che preparò una festa per le nozze del figlio. All’invito segue un drammatico rifiuto da parte degli invitati. Ma gli invitati alle nozze non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Il rifiuto lascia un po’ stupiti visto che si propone qualcosa di bello; una festa, inoltre c’erano da mangiare tante cose buone e tutto era stato preparato.Si tratta di una parabola e le nozze indicano la relazione di amore tra Dio e l’uomo, tra Dio ed il suo popolo. Una relazione di amore; una festa di nozze; un pranzo luculliano. Non stupisce affatto il rifiuto narrato nella parabola. Gesù, da sempre, è stato seguito da poche persone. Tuttavia queste persone avevano una cosa in comune, erano innamorate di Gesù. Non hanno rifiutato la chiamata alla vita cristiana. Non hanno mai anteposto, niente, all’amore di Dio.Noi abbiamo sempre qualcosa di meglio da fare rispetto al Signore, non abbiamo più fame di lui e di assoluto. Evidentemente abbiamo già “mangiato” e almeno cosi crediamo. Dio lo abbiamo sostituito con il nostro “IO” che basta a se stesso e crede di poter fare a meno di lui. Dio lo abbiamo sostituito con altro; con le cose, con le ideologie; con le persone; con gli animali; con certi stili di vita o abitudini alimentari. Tutto è stato idolatrato.Abbiamo rifiutato Gesù che, secondo l’immagine del banchetto ricco di pietanze, ci propone una vita bella, umanamente realizzata, piena di gioia e che va oltre anche questa stessa nostra esistenza terrena. Tuttavia a tanti non interessa Gesù. Ma Dio fa comunque il suo banchetto, la sua festa e la fa con gli scartati di questo mondo, con i cattivi e con i buoni, con quelli trovati nei crocicchi delle strade.Gesù ha preparato un posto a tavola per ciascuno di noi. Aspetta una risposta. Gesù aspetta che ciascuno indossi l’abito nuziale, ovvero l’abito di coloro che sono innamorati di lui. Non è possibile una fede senza amore per Dio.

Gesù ha preparato un posto a tavola per ciascuno di noi
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