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Quando manca la gioia

La seconda Domenica del Tempo Ordinario

Parole chiave: commento al Vangelo (218)
Il commento al Vangelo della Domenica

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.
Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».
Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono.
Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.Quando manca il vino, manca la gioia. Può far sorridere questa affermazione, ma per la bibbia è proprio così. Il vino, nelle Sacre Scritture, ha anche un valore simbolico. Senza sminuire i danni che può causare l’eccesso del vino e delle sostanze alcoliche, per la bibbia il vino è il simbolo dell’allegria, della gioia.Non possiamo entrare dentro l’episodio delle nozze di Cana, il primo miracolo di Gesù, senza conoscere questo aspetto. L’episodio narra di una festa dove alla fine viene a mancare non tanto il vino, bensì la gioia. E solo Gesù può restituire la vera gioia. Non si tratta tanto di una gioia momentanea, occasionale che viene e che va, a seconda di cosa possa accaderci di bello o di brutto nella nostra vita. Più che una festa di nozze, nel vangelo si parla della festa della vita in genere. La gioia che ci dona Gesù è duratura. Non si tratta di qualcosa che ci viene donato o di una speciale protezione, di uno scudo ai mali o ai problemi. Niente di tutto questo. La gioia cristiana è presenza di Cristo nella nostra vita che da senso a tutta la nostra vita. Alla sofferenza, al dolore innocente e alla morte. Tutto ha un senso. “I suoi discepoli credettero in lui” con queste parole si conclude il Vangelo; credettero.Credere, anche quando non comprendiamo, proprio come i servi del vangelo che si sentirono dire da Gesù, “andate a riempire le giare con l’acqua”. Eppure in quel momento mancava il vino, non l’acqua. Si fidano, tramite il sostegno della Madre di Gesù. “Fate quello che vi dirà”, dice Maria. In queste parole c’è tutta una vita di fede, fate quella vi dirà dice anche a noi Maria oggi, soprattutto quando non comprendiamo perché la nostra vita attraversi periodi oscuri o difficoltosi.

Il commento al Vangelo della Domenica
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