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Il presepe pensando ai migranti

La proposta di riflessione del Centro Mondialità Sviluppo Reciproco

Nella casetta in piazza Grande

Anche quest'anno abbiamo deciso di allestire all'interno della baita natalizia in Piazza Grande un presepe che possa in qualche modo far riflettere tutta la cittadinanza sui problemi e le difficoltà che i nostri fratelli vivono in altre parti del mondo in questo periodo di feste.

presepe centro mondialità

E' un cammino di riflessione iniziato nel 2018 con un presepe raffigurante la Sacra Famiglia su una nave di migranti in arrivo in Europa dal deserto libico e continuato nel 2019 con Maria e Gesù Bambino sull'asino trainato da Giuseppe in fuga dalla Palestina bombardata.

Quest'anno, non abbiamo potuto non pensare ai migranti che, AL FREDDO E AL GELO, sono stati imbrogliati dal Presidente bielorusso con la promessa di una via sicura per l'Europa attraverso il confine con la Polonia. Le stesse persone, famiglie, donne e bambini, per cui ci siamo commossi durante la frettolosa evacuazione dall'Afghanistan, come ci ha ricordato il Presidente Sergio Mattarella.

La Sacra Famiglia che vi proponiamo ha le fattezze di un uomo stanco, chino sul suo bastone per le percosse ricevute dalla Polizia Frontaliera, e quelle di una madre stremata in ginocchio che guarda suo figlio piccolo cercando di proteggerlo dal freddo dei getti di acqua degli idranti usati dall'esercito polacco.

Un uomo, una donna e un bambino senza nome perché "sempre meno si chiama un uomo col suo nome proprio, sempre meno si tratta come persona questo essere unico al mondo, che ha il suo cuore, le sue sofferenze, i suoi problemi, le sue gioie e la sua famiglia." (Papa Francesco - Fratelli Tutti n°193)

Nella casetta in piazza Grande
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