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Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere

III Domenica di Quaresima

Parole chiave: commento al vangelo (219)
La preghiera ci introduce dalla parte di Dio

Dal Vangelo secondo Giovanni 2, 13-25
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.

L’episodio della cacciata dei venditori dal Tempio di Gerusalemme è un fatto della vita di Gesù narrato da tutti e quattro gli evangelisti. Evidentemente la reazione insolita di Gesù dinanzi a coloro che mercanteggiavano in un luogo di preghiera, il Tempio di Gerusalemme, deve aver colpito non poco gli Apostoli.«Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!» dice Gesù ai presenti. Se il Tempio, per gli ebrei, era il luogo della preghiera e dell’incontro con Dio, il rischio di mercanteggiare o di credere di comprare Dio con qualche buona opera spirituale e/o materiale era molto forte.Gesù, che con modi violenti e forti rovescia i tavoli e con delle corde frustra coloro che mercanteggiavano nel Tempio, compie una vera opera di purificazione da un modo di concepire la preghiera.Forse anche noi oggi crediamo, come allora, di poter comprare Dio con le nostre buone azioni. Sarebbe un’illusione credere che con la preghiera e le altre opere della vita cristiana si possa chiedere in cambio qualche cosa a Dio oppure portare il Signore dalla nostra parte. Gesù, attraverso questo gesto di purificazione, invita a rivolgersi a Dio nella preghiera con totale gratuità, instaurando una relazione di dialogo senza credere di piegare il Signore verso la nostra parte. Anzi la preghiera opera tutt’altra cosa, ci introduce dalla parte di Dio, svelando a noi cosa è buono e cosa è importante per la nostra vita.

La preghiera ci introduce dalla parte di Dio
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