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L'ostensorio rubato

Dal libro scritto dal beato Carlo Acutis

Parole chiave: miracoli eucaristici (36)
In Spagna nel 1824

Nel Miracolo Eucaristico di Onil fu rubato dalla chiesa parrocchiale un ostensorio contenente un’Ostia consacrata. Dopo alcuni giorni, una donna del vicino paese di Tibi ritrovò l’ostensorio con dentro la Particola rubata in mezzo a un campo di verdura. Esattamente 119 anni dopo, il 28 novembre del 1943, don Guillermo Hijarrubia, delegato dell’Arcivescovo di Valencia, confermò l’autenticità del Miracolo, riscontrando la conservazione incorrotta dell’Ostia. Ancora oggi la Particola si mantiene intatta nonostante siano trascorsi più di 182 anni.

Il 15 novembre del 1824, l’ostensorio che conteneva il Santissimo Sacramento e alcuni oggetti dedicati al culto furono rubati nella chiesa di Onil da Nicolás Bernabeu che da bambino aveva fatto il chierichetto proprio in quella chiesa. La notizia del furto sacrilego si diffuse ben presto in tutta la regione. Quando il ladro cercò di rivendere gli oggetti rubati ad Alicante, insospettì subito il negoziante che decise di avvertire le autorità. Nicolás Bernabeu venne arrestato, ma non voleva rivelare dove avesse nascosto l’ostensorio che ancora conteneva il Santissimo. I fedeli e le autorità civili cercarono per alcuni giorni ovunque nelle campagne, ma fu proprio in un paese vicino, a Tibi, dove il ladro si era stabilito a vivere, che la signora Teresa Carbonell, il 28 novembre del 1824, ritrovò l’ostensorio rubato nella zona detta de «la Pedrera». Subito la donna lo riportò a Onil dove fu accolto da grandi festeggiamenti. Esattamente 119 anni dopo, il 28 novembre del 1943, Don Guillermo Hijarrubia, delegato dell’Arcivescovo di Valencia, confermò l’autenticità del Miracolo, riscontrando la conservazione incorrotta della Particola contenuta nell’ostensorio rubato. Ancora oggi si può ammirare nella chiesa parrocchiale di San Giacomo Apostolo di Onil, l’Ostia miracolosa che è rimasta intatta dopo quasi due secoli. Ogni anno si celebra la Festa di Nostro Signore «Robat», per commemorare il Prodigio Eucaristico e il ritrovamento dell’Ostia.

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