Il problema demografico

Non sottovalutiamo il problema demografico. Specialmente in questo periodo di pandemia che oltre ad un aumento vertiginoso delle morti avrà effetti dirompenti sulle nascite. La nostra Italia ha perduto in un anno la popolazione come la città di Firenze (384.000 persone!). La popolazione, nella società tecnologica, muta in particolare nella sua struttura interna. Si vive più a lungo e questo fa aumentare la popolazione anziana. Ma si hanno poche nascite. Livorno nel 2020 ha 156489 abitanti (oltre 500 in meno rispetto al censimento del 2011) con una suddivisione per fasce di età che vede una accentuata diminuzione dei giovani rispetto agli anziani. Ogni 100 giovani (0-14 anni) abbiamo 226 anziani (>65 anni). I numeri parlano da soli e offrono in modo più chiaro il fenomeno:  18.430 persone fino ai 14 anni e 41784 sopra i 65 anni! Quello che colpisce negativamente sono i 5121 soggetti nella fascia 0-4. Una media di poco superiore ai 1000 nati per anno. Questo comporta che per ogni bambino abbiamo  ben 8 anziani!  Del resto il tasso di natalità è al 6,19 e quello di mortalità  è più del doppio al 14.24. Il forte calo delle nascite avrà ripercussioni importanti sui servizi della prima infanzia e sulla scuola (come il dimensionamento e l'edilizia scolastica). Ma anche  sulla tenuta socio economica delle nostre città. Sempre meno popolazione attiva e sempre più persone in carico non sono assolutamente segnali da sottovalutare per la tenuta del sistema welfare. Le Città  devono riprogrammare urgentemente tutti i servizi alla luce del consistente cambiamento demografico. E soprattutto gli investimenti del "Recovery fund" dovranno tener conto  di questa drammatica situazione senza sprecare risorse in progetti che non prendano in esame questo continuo "inverno demografico".