Linea.. di pensiero
Riusciamo ad agire per il bene degli altri?
Gli ultimi saranno (sempre) ultimi? Quante parole e quanti discorsi sui poveri da parte di coloro che sono ricchi e sazi. Quanto invocare il "bene comune" e quanto invece concentrarsi solamente sul bene personale o di pochi intimi. Quanto spreco per attività spesso inutili per la collettività e invece utili ai pochi privilegiati che le praticano e che perfino si vantano di agire per il bene degli altri. Occorrerebbe una eliminazione radicale di molte spese futili per concentrare tutte le risorse disponibili su operazioni necessarie e fondamentali per abbattere radicalmente il grande male della povertà. Azioni tampone troppo prolungate radicalizzano le situazioni di disagio e lo rendono permanente. Questo tempo invaso dalle tecnologie, abbondante di robotica e intriso di digitale è ancora incapace di risolvere il grande male della povertà, in particolare della fame, sia di pane che di giustizia.
Constatiamo, anche tra i cristiani, la fatica a sollevarsi a prospettive evangeliche. Assai tiepidi e privi di coraggio di fronte alle ingiustizie. Siamo troppo homo economicus e troppo poco homo religiosus. Almeno fossimo sazi di beni ma anche generosi nel diffondere e alimentare il bene per l'umanità! Occorre intraprendere nuovi percorsi chinandosi sui poveri:"I piedi dei poveri sono il traguardo di ogni cammino spirituale" (don Tonino Bello).
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