Diocesi
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Non amavi la ribalta. Non ti perdevi in troppe parole. Sorridevi e vivevi il tuo sacerdozio

Le parole del Vescovo al funerale di don Ezio

L'omelia di mons. Giusti nel giorno del funerale

Parole chiave: don ezio (1), funerale (3)
Per questo innesto si dissolve la morte

Nella chiesa cattedrale la Diocesi ha dato l'ultimo saluto a mons. Ezio Morosi, morto Venerdì mattina all'età di 89 anni. Queste le parole del Vescovo durante l'omelia del funerale.

Carissimo don Ezio, venerdì scorso ci siamo visti, incontrati salutati. Tuo nipote era con te. Lucido e presente, mite come sempre ma attento a tutte le novità che ti raccontavo, niente faceva presagire questa partenza tanto rapida, quanto silenziosa. Non hai disturbato nessuno, te ne sei andato come hai vissuto, in punta di piedi, appartato, silenzioso.

Un grido e un gran respiro: 
si è spezzato il laccio
hai sbattuto le ali
e sei volato verso Dio.
E tutto ora sarà grande.
Un buio e una grande luce:
si apriranno gli occhi
e fisserai lo sguardo
e vedrai il volto di Dio.
E tutto sarà bello.
Un'attesa e una gran gioia:
diverrai pienamente suo figlio
e scorderai il dolore,
e tutto sarà nuovo».[1]                                                                        

 

Caro don Ezio Non amavi la ribalta. Non ti perdevi in troppe parole. Sorridevi e vivevi il tuo sacerdozio

Hai ricevuto il Suo invito

alla festa di questo mondo;

la tua vita è stata benedetta.

I tuoi occhi hanno veduto,

le tue orecchie hanno ascoltato.

In questa festa dovevo soltanto vivere la tua vocazione:

hai fatto certamente come meglio potevi la parte che ti era stata assegnata.

Ora è venuto alfine il momento di entrare

e guardare il volto del Signore e offrirgli il tuo silenzioso saluto.[2]

 

Carissimo don Ezio

Sei stato immerso nella morte di Cristo.

La morte di Cristo ti riporti al Padre.

E nella sua casa noi ti rivedremo.

Sei stato segnato dalla croce di Cristo.

La croce di Cristo ti riporti al Padre.

Sei stato piantato sulla vite, che è Cristo.

La vite, che è Cristo, ti riporti al Padre.

Sei stato bruciato dallo Spirito, in Cristo.

Lo Spirito, in Cristo ti riporti al Padre.

Sei stato lavato dal sangue di Cristo.

Il sangue di Cristo ti riporti al Padre.

Sei stato nutrito dal corpo di Cristo.

Il corpo di Cristo ti riporti al Padre.

Hai voluto servire per amore di Cristo.

L'amore di Cristo ti riporti al Padre.

E nella sua casa noi ti rivedremo. [3]

 

Dio, lo sappiamo bene, per te non esiste la morte [4]

 “ Dio, per te non esiste la morte, noi non andiamo a morte, per sempre,

il tuo mistero trapassa la terra, non lascia il vento dormire la polvere.

Tutta la polvere attende il tuo soffio e freme e palpita come all'origine

forme di vita vivendo innumeri: non c'è la morte in tutto il creato.

Vorremmo come in un giorno di sole cantarti, Dio, perché certi di vivere,

perché la vita tu sei, o Creatore dell'universo, degli astri, del vento ...

 

Signore, noi sappiamo che tu sei un Dio

che mai ha voluto la morte,

che dai il respiro ad ogni essere:

per te anche le pietre vivono!

Ma senza la risurrezione del tuo Figlio

incompleta sarebbe tutta la tua creazione:

e dunque, donaci, Signore, di vivere

già ora la sua risurrezione!  Amen.“

 

Un uomo anziano si recava spesso in chiesa e passava lunghe ore in preghiera.

I suoi amici lo deridevano un po'.

Lui si scu­sava così: «Amici miei, ho sulle spalle un grosso processo. Se mi va male sono rovinato per sempre. Ho però incontrato l'av­vocato, che mi ha invitato gentilmente in casa sua, per studia­re la linea di difesa. Che ne dite: ci devo andare?».

Quelli ri­sposero: «Certo che ci devi andare! Meglio che perdere tempo in chiesa».

«È ciò che ho pensato anch'io!», concluse.

«Miei cari amici, il mio avvocato sta precisamente in chiesa. Sarei stolto se non ci andassi ad accordarmi con Lui prima del pro­cesso, prima del più importante Giudizio».[5]

 

“O dolce e soave innesto!

Tu, somma dolcezza, ti sei degnato di unirti con la nostra amarezza; tu splendore, con le tenebre; tu sapienza, con la stoltezza; tu vita, con la morte; e tu infinito, con noi finiti. Chi ti costrinse a restituirle la vita avendoti essa fatto tanta ingiuria?

Solamente l'amore, come abbiamo detto; e per questo innesto si dissolve la morte.[6]

 

[1] Liberamente ripreso  da A. Maria Galliano

[2] Liberamente ripreso da “Ho ricevuto il mio invito”, di Tagore.

 

[3] D. Rimaud, Gli alberi nel mare, Elledici 1977, p. 57.

[4] D.M.Turoldo in “ Opere e giorni del Signore “ EP.

[5] M. Bosco.

[6] Preghiera di S. Caterina, 10

Per questo innesto si dissolve la morte
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