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Di quel equilibrio possiamo parlare?

Livorno è una città molto sportiva, sport giocato sport guardato e esaltato

Parole chiave: commento (259), sport (7), don ordesio (8)
Una riflessione sul mondo dello sport

Spesso usiamo la parola “equilibrato” applicato alle persone. Grosso modo sappiamo cosa intendiamo più per intuizione e buon senso che per un ragionamento approfondito. In alcuni casi, a mio parere troppi, la realtà spesso smentisce le nostre facili impressioni.

Alcuni anni fa nel giornaletto parrocchiale paragonavo l’equilibrio della persona alla struttura della botte da vino. Così precisa nei suoi incastri e nei cerchi che la tengono stretta e sicura. Basta un cedimento di un solo componente e la botte inizia ad avere difficoltà.

Nei miei studi di antropologia ai tempi dell’Università avevo studiato che il nostro equilibrio globale lo si deve all’armonia tra alcuni istinti fondamentali, tra cui l’istinto ludico, ossia il gioco. Gioco fisico e anche gioco in varie forme legato all’intelletto e al cervello.

Questi fondamentali istinti sono un po’ come i cerchi della botte. Dovrebbero poter funzionare bene solo se armonizzati e in qualche modo “sincronizzati”. In tal senso si può parlare di “equilibrio integrale”.

Tra i grandi istinti dell’uomo ci sarebbero anche quello che riguarda la conoscenza ossia la curiosità del sapere, della ricerca, della domanda, del dubbio.  E meraviglia delle meraviglie! anche, e per alcuni soprattutto, anche l’istinto religioso.

Lasciamo da parte la dimensione della curiosità intellettuale personale e non di massa che a me personalmente pare particolarmente in crisi e non so se reversibile. Mi riferisco ovviamente a una curiosità potenzialmente generalista da non confondersi con generica. La conoscenza generica è più simile a un bazar e a un magazzino contenente tutto e di più senza ordine. Una tipica ammucchiata di “sentito dire – di visto alla tv e di social”. 

L’istinto religioso è in gran parte pubblicamente sparito più per repressione o anestetizzazione che per riflessione e convinzione. Il grande DIO della società contemporanea è ormai diventato LO SPORT. Tutti facciamo o guardiamo stravolti lo sport parola che ingloba sport specifici e divertimenti vari più o meno legati ai muscoli.

Criticare lo sport in tutte le sue forme e i suoi interessi non sempre puliti è un grande rischio che mi assumo. Anche un po’ pericoloso.
Ma come? Critichi lo sport? Mens sana in corpore sano. 

Ma siccome lo sport fa parte di quei cerchi della botte che devono stare armonicamente insieme, ho l’impressione che la sua prepotente invasione  della vita personale e collettiva a scapito di altre importanti dimensioni non possa più garantire quella “mens sana” del vecchio proverbio. Tanta “mens sana” in giro non se ne vede, e certamente non solo a causa dello sport. Da questo punto di vista un sano e intelligente sport può certamente essere anche utile

Livorno è una città molto sportiva, sport giocato sport guardato e esaltato. Ogni giorno qui si batte un record regionale, nazionale e internazionale.

Badate bene che anche don Bosco nella Torino della miseria del 1800 iniziò l’opera salesiana con una pallone che era strumento per educare.
 Le nostre parrocchie sono state fucine di grandi campioni.  Chiesa e campo sportivo erano le due principali realtà della parrocchia.
Abbiamo un Papa spesso citato per il suo attaccamento al Club San Lorenzo di Buenos Aires.  Starei per dire che anche lo sport è stato in gran parte e per molto tempo “cattolico”.

Si sente dire che lo sport educa alla solidarietà e a tutte quelle virtù umane che oggi si citano a proposito e a sproposito. Non c’è dubbio: è probabile, è possibile, ma non è automatico e non è meccanico.

Quando ero parroco a Castiglioncello una volta devo aver fatto riferimento a una discoteca del posto a quel tempo famosa, ora sparita. Era il Ciucheba.   Mi chiamò al telefono il responsabile dicendomi che lui era come don Bosco che aiutava i giovani.

NON CE L’HO CON LO SPORT. Ma mi sembra un cerchio della botte un po’ troppo sfasato rispetto agli altri e ho paura che prima o poi, o già ora, si perda il prelibato vino. Fuori metafora significa che una sola dimensione della vita esagerata ed esasperata non contribuisce a un equilibrio personale e sociale e integrale.

A volte ho l’impressione che anche la politica, e persino la guerra stanno diventando o forse lo sono già uno sport impazzito. In fondo si dice anche delle persone e delle nazioni che “mostrano i muscoli”.

Se voi andate a Gerusalemme il venerdi mattina vedete dall’alba una quantità di autobus, ancuni anche sgangherati,  che portano uomini per la preghira alla grande muschea. Uomini maschi adulti con i figli maschi.

Sempre a Gerusalemme il venerdi sera all’inizio dello Shabbat vedete uomini maschi aduli con i figli maschi che attraversano di corsa tutta la città per recarsi alla preghiera al cosiddetto muro del pianto.

Se guardiamo da noi una qualunque domenica vediamo uomini maschi adulti con figli maschi che vanno … dove?  Allo STADIO.

Una riflessione sul mondo dello sport
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