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Un’altra 15enne cristiana rapita in Pakistan da un islamico

La famiglia aspettava di poter denunciare la scomparsa della 15enne da oltre un mese. Il timore dei genitori è la conversione forzata all'islam e il matrimonio

Parole chiave: martiri cristiani (16)
Un’altra 15enne cristiana rapita in Pakistan da un islamico

Nemmeno la difficile situazione dovuta al Covid-19 ha fermato la catena di sequestri per conversione e matrimonio che in Pakistan si stima coinvolga ogni anno un migliaio di donne delle minoranze. In molti casi molto giovani, spesso al di sotto dell’età legale per il matrimonio che la legge civile indica in 18 anni.

Come la cristiana 15enne Saneha Kinza Iqbal, ultimo caso di cui si devono occupare attivisti e avvocati impegnati nella difesa di chi, nel grande Paese islamico, viene discriminato o perseguitato per la propria fede. Saneha, la minore dei cinque figli di un pastore protestante e studentessa con profitto in una scuola superiore, è stata rapita un mese fa a Faisalabad, città della provincia del Punjab. A sequestrarla, come riporta l’agenziaAsia News, in contatto con l’associazione Awam che segue il caso, è stato il musulmano Saeed Amanat, già sposato e padre di quattro figli. L’uomo era entrato i contatto con la ragazza in quanto custode dell’ospedale della città dove la madre di Saneha, Rukhsana Bibi, è stata ricoverata fino al 13 giugno per una ferita all’anca.

Durante le visite della giovane alla madre, Amanat era riuscito ad avere informazioni sulla sua residenza e a pianificare l’azione criminosa attuata il 22 luglio, fermando Saneha all’uscitadella messa mattutina e, secondo alcuni testimoni, costringendola a salire su un’auto dove si trovavano alcuni complici. Il 28 luglio i familiari hanno ricevuto una telefonata dal rapitore, con la minaccia di ritorsioni se avessero cercato di recuperare Saneha. Da allora, della ragazza, si sono perse completamente le tracce e la famiglia ha dovuto faticare per convincere la polizia ad accettare la denuncia, accolta soltanto due giorni fa, mentre il fratello, che si era recato al villaggio dove vive il sequestratore a una sessantina di chilometri da Faisalabad, non è riuscito a riportare a casa la sorella.

Una situazione problematica, quella di Saneha, sia per la difficoltà a ottenerne il rilascio, sia per i rischi di violenza, conversione e matrimonio forzato che sta correndo, come già successo per Huma Younus e Maira Shahbaz, le due quasi coetanee che, nonostante i vari gradi di giudizio e l’impegno di molti all’interno e all’estero, non sono ancora state restituite alla famiglia a distanza rispettivamente di 10 e quattro mesi dal rapimento.

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