Sisma, oltre 20.000 morti. Oggi i primi aiuti ai siriani "ribelli"
Più di 60mila i feriti nella sola Turchia. Pro Terra Sancta, dalla Siria: qui erano già sfollati per la guerra, mancano acqua e cibo
A più di tre giorni dal violento terremoto che, nella notte del 6 febbraio, ha fatto tremare la Turchia meridionale e la Siria settentrionale, il bilancio delle vittime continua ad aggravarsi: i morti sono ormai 20mila. Secondo le autorità governative e sanitarie, sono morte 16.170 persone in Turchia e 3.162 in Siria. Nella sola Turchia i feriti sono almeno 62.914, rende noto l'Agenzia per le emergenze e i disastri di Ankara.
Non si fermano le operazioni dei soccorritori, tra i quali ci sono anche italiani, anche se si ritiene che siano le prime 72 le ore utili per trovare persone in vita sotto le macerie. Le temperature glaciali della notte, come quella di Gaziantep, scesa a 5 gradi sottozero rende la sopravvivenza ancora più difficile. Eppure qualche storia a lieto fine c'è ancora.
"Stiamo ancora trovando persone vive. È sorprendente, ma è incoraggiante il modo in cui questi edifici sono crollati. Le persone che sono state recuperate ieri erano molto disidratate, in ipotermia a causa delle condizioni meteo estremamente fredde" ha detto il capo della squadra internazionale di ricerca e salvataggio del Regno Unito, David O'Neill. Il fatto che quelle persone fossero a letto e avvolte nelle coperte al momento del primo terremoto di lunedì ha aumentato le loro possibilità di sopravvivenza.
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