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Arrigo Vallebona e Frida Gabbrielli

Due figure di spicco nell’impegno per la fondazione dello scoutismo cattolico livornese

Parole chiave: scout (49), Centro Studi Scoutismo Labronico (1)
La storia degli scout a cui è intitolato il Centro Studi Scoutismo Labronico

Pubblichiamo questo articolo con due note biografiche nel ricordo diArrigo Vallebona e Frida Gabbrielli, due figure di spicco nell’impegno per la fondazione dello scoutismo cattolico livornese, a cui è intitolato il Centro Studi Scoutismo Labronico.

 

ARRIGO VALLEBONA

Nato a Livorno il 18 dicembre 1898 coniugato, con 3 figli, partecipò alla prima guerra mondiale; fu ferroviere dal 1919, Capo Stazione a Campiglia Marittima, distaccato in Capitaneria di Porto durante la 2a Guerra Mondiale, e Capo Gestione dello Scalo Merci delle Ferrovie di Livorno fino al pensionamento, avvenuto nel 1960. È stato Governatore della Confraternita della Misericordia di Antignano dal 1937 al 1955 e dal 1957 al 1960. Fu tra i promotori della nascita dello Scoutismo nel 1922 nella Parrocchia di San Giuseppe a Livorno, e fondatore nel 1923 del Riparto ASCI Livorno 8° ad Antignano; nel 1924 assunse l’incarico di Commissario Locale Sud dell’ASCI nella Provincia di Livorno.

Non si piegò alle minacce squadriste, che non volevano lo scoutismo a Livorno. La fine della guerra lo trovò pronto a far rinascere lo scoutismo a Livorno e il 1 settembre 1944, 16 anni dopo il suo scioglimento, avvenuto nel 1928, ri-fondò ad Antignano il Riparto Livorno 1° (ex Livorno 8°) divenendone il Capo Riparto.

Nel 1948 fu nominato Commissario Zonale Provinciale di Livorno, nel 1952 fondò a Livorno i Cavalieri di San Giorgio.Fu nominato Cavaliere della Repubblica Italiana per il suo impegno profuso nello scoutismo e nel volontariato. Tornò alla Casa del Padre nella sua Antignano il 23 Maggio 1986.

 

FRIDA GABBRIELLI

Nata nell’Agosto 1903 a Montecatini Terme (PT) è tornata alla Casa del Padre nell’Ottobre 1988 e ivi sepolta.

Nacque da genitori di religione diversa, la madre era evangelica, il padre era cattolico, possiamo dire che visse in un clima familiare ecumenico; fu battezzata, e aderì pienamente alla religione Cattolica, ma solo dopo un intenso cammino, di ricerca prima e di crescita nella fede poi.

Viaggiò molto, in Germania, Olanda, Svizzera; ciò accrebbe in lei uno spirito di apertura verso ogni cosa. La madre morì nel 1912, così rimasta orfana di madre a 9 anni, visse la sua gioventù a Livorno, presso la famiglia dei nonni materni, dove studiò e conseguì il Diploma Magistrale. Si iscrisse all’Università, ma dovette presto interrompere i suoi studi per motivi di salute.

Non insegnò, tranne che, appena diplomata, in una scuola rurale sulla montagna pistoiese, in Panicagliora, sopra Montecatini Terme. Questa scuola rurale, che chiamò “La Porziuncola” fu costruita da suo padre Silvio Gabbrielli su un terreno di sua proprietà e questo avveniva sicuramente prima del 1932, anno della morte del padre. Il suo insegnamento permise a parecchi bambini, tutti figli di contadini, di poter accedere all’istruzione, altrimenti non possibile, vista la lontananza dalla scuola ed i grossi problemi economici delle famiglie.

Successivamente si trasferì in Germania come Istitutrice presso una famiglia tedesca e dopo, durante la guerra, ad Ascoli Piceno, dove cominciò un impegno sociale educativo che non l’abbandonerà mai.

Rientrata a Livorno, nel dopo guerra gestì la “Domus Aurea” una casa di accoglienza per giovani donne “a rischio”, per offrire loro la possibilità di un degno futuro.

Collaborò con il CIF (Centro Italiano Femminile), un’associazione nata nel 1944 come collegamento tra donne facenti parte di realtà associative cattoliche, che voleva contribuire alla rinascita dell’Italia dopo il nefasto ventennio fascista, con un impegno di promozione e di solidarietà umana.

Collaborò per molti anni con la rivista livornese “FIDES”, organo della Diocesi di Livorno, come redattrice, scrittrice e come commentatrice del Vangelo.

Frida Gabbrielli fu anche scrittrice e poetessa, con segnalazioni a vari concorsi. Fu autrice di due romanzi: “L’ultimo Signore” e “Villa romantica”.

La Curia Vescovile della Diocesi di Livorno pubblicò nel 1990 un piccolo volumetto di alcune sue Poesie raccolte da Monsignor Amedeo Tintori.

Nel 1954 unitamente a Monsignor Amedeo Tintori si fa promotrice a Livorno della fondazione del Ceppo Livorno 1° “La Cordata” dell’AGI, Associazione Guide Italiane, animando campi e route, conducendo il gruppo per molti anni, verso una sua solida strutturazione.                   Il giardino della sua abitazione in Via Ricasoli sarà la sede del primo Cerchio Coccinelle.

Ben presto, anche per la crisi del guidismo fiorentino, diverrà Responsabile Regionale Toscana dell’AGI e nella primavera del 1960 sarà tra gli artefici del grande raduno dell’associazionismo cattolico scout regionale toscano, ASCI-AGI-MASCI, che si tenne a Firenze presso Villa Camerata.

Le testimonianze riportano che fu una persona che si impegnò in molti ambienti, nel campo sociale ed in quello educativo, con passione e dedizione. Persona positiva, dotata di molti carismi, sapeva ascoltare, era attenta ai bisogni del prossimo, intelligente, dotata di sano umorismo e lontana da bigottismi. Sapeva donarsi con spirito di sacrificio e affidarsi alla Provvidenza.

 

Frida Gabbrielli ha scritto che:

“Ciascuno di noi è una irripetibile creatura parola di Dio”: saper leggere questa “parola” significa entrare nello spirito che la determina, significa comprenderne l’eterno valore, vuol dire rispondervi con la vita di ogni giorno espressa secondo i talenti donati, dal Signore, ad ogni sua creatura.

“Io debbo tener conto che il Regno di Dio è nel mondo come una diaspora,

io missionaria debbo annunziarlo a tutti senza ambiguità.

Con l’unica arma dell’amore di Cristo che annunzia la verità, verso chi mi ascolta volentieri e verso chi mi oltraggia.

I nemici del Vangelo sono molti.

Gesù ha pregato per essi ed ha perdonato ai propri crocifissori.

Il messaggio di Gesù sta nella Croce, non nel trionfo sul mondo, finché il mondo durerà.

“Io vi mando agnelli tra i lupi”

 

Don Amedeo Tintori Vicario episcopale di Livorno diceva di lei che:

San Francesco avrà gran parte nella sua vita spirituale e la condurrà ad una intima comunione con Cristo ed alla contemplazione estatica della natura con tutte le sue creature.

Anima contemplativa sapeva passare all’azione con la sollecitudine che muove coloro che sono orientati alla carità, meta finale a cui siamo chiamati e se le sue spoglie mortali riposano nel luogo dove nacque, da quando si spense nell’ottobre del 1988, l’anima di Frida vivrà in eterno a godere la sua parte di Paradiso che non “le sarà mai tolta”, immersa nella Luce sempre amorosamente ricercata.

 

Nota della Redazione della Raccolta di “POESIE” edita dalla Curia Vescovile di Livorno nel 1990;

Chi la conobbe la definì “Pellegrina dell’Infinito”:

Avrebbe percorso il mondo per annunciare a tutti con entusiasmo e delicatezza persuasiva l’amore di Dio, la fraternità universale, la affascinante bellezza del creato, e più ancora delle sue inesauribili espressioni che, con fine gusto, sapeva cogliere ovunque. E l’universo lo percorse con il suo cuore che raggiunse ed abbracciò tutto e tutti, con irriducibile fiducia ed ottimismo, sempre aperta alla presenza del suo Signore Gesù, ad una visione positiva del mondo per il Regno di Dio che sente avanzare, per la multiforme attività della Chiesa che ci coinvolge tutti – diceva – e dà senso cosmico ed orientamento rasserenante al nostro vivere.

San Francesco, Santa Chiara, Assisi, La Verna, come la Valdinievole, erano luci vivissime e palpitanti nel suo cammino: pellegrina, missionaria e contemplativa insieme, seminava fermenti di solerte e delicata dedizione, di strana interiorizzazione, e di apertura a fascinosi orizzonti.

La storia degli scout a cui è intitolato il Centro Studi Scoutismo Labronico
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