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L'intervista con La Civiltà Cattolica

Il presidente della Cei parla di lotta agli abusi e di politica come servizio al bene comune

Parole chiave: cardinal Zuppi (2)
La Chiesa dev'essere casa accogliente, non un albergo

Il dolore per la tragedia degli abusi nella Chiesa, il servizio al bene comune, le prossime sfide pastorali. Il cardinale Matteo Zuppi arcivescovo di Bologna e presidente della Cei ne parla con La Civiltà Cattolica. Intervistato dal direttore padre Nuno da Silva Goncalves, e da Simone Sereni. il porporato sottolinea che i cattolici oggi sono presenti nelle diverse forze politiche ma «il vero nodo è intendersi su cosa significhi fare politica e fare delle politiche ispirate alla Dottrina sociale della Chiesa. Abbiamo assistito a una trasformazione della politica in cui è cambiato il profilo di chi fa il politico e il perché lo fa. Io spero che l'appello di papa Francesco, nell'enciclica Fratelli tutti, all'amore politico riattivi nel cuore di qualcuno la scelta di tradurre l'attenzione al prossimo, al bene comune, alla Dottrina sociale nella laicità della politica». A proposito dei rapporti con il governo, Zuppi sottolinea che «c'è una buona interlocuzione, e su certi tavoli ottima collaborazione. Sul tema dei migranti, c'è certamente un'interlocuzione dialettica, come d'altra parte è successo anche con i governi precedenti. La richiesta è salvare le persone e creare un sistema che funzioni, che sconfigga con la legalità l'illegalità. La Chiesa non ha mai detto “dentro tutti”, così come non ha mai detto “fuori tutti”: ha detto che si devono salvare tutti e che si deve creare un sistema di accoglienza, serio, funzionante, di diritti e doveri, che
richiede anche una politica europea, e l'Europa è largamente assente, purtroppo». Una risposta in proposito viene dai corridoi umanitari. «un'indicazione chiara e possibile – osserva il presidente della Cei - di come far arrivare in sicurezza».
Molto chiare le parole sulla lotta agli abusi nella Chiesa che in Italia – osserva Zuppi - «sta vivendo questa realtà con grande dolore, fatica, ma anche con consapevolezza e, credo, con grande serietà e senza nessuna opacità». Come prima cosa – continua il presidente della Cei - «ci siamo messi in ascolto delle vittime, senza tanto clamore, convinti che solo toccando con il cuore la sofferenza causata dagli abusi nella vita delle persone possiamo trarre la motivazione necessaria per compiere ogni sforzo perché questo non avvenga mai più. Abbiamo lavorato sulla formazione come cardine della prevenzione, in un immenso sforzo educativo che coinvolge migliaia di laici, uomini e donne, professionisti esperti, chiamati a costruire cammini di formazione per rendere più sicuri e a misura dei più fragili tutti i luoghi ecclesiali». Quanto all’immediato, dopo le rilevazioni già presentate, «altre ricerche multidisciplinari sono allo studio, con la collaborazione di importanti Centri di ricerca riconosciuti a livello internazionale, come l'Istituto degli Innocenti di Firenze e il Centro interdisciplinare di ricerche sulla vittimologia dell'Università di Bologna». Certo – prosegue il cardinale - si tratta di alcuni passi, «ma la strada è stata intrapresa con decisione e convinzione. E su questo non si torna indietro».
Ampia e articolata, naturalmente, la riflessione sulle sfide pastorali che attendono la Chiesa, a partire dalle parole di papa Francesco alla Gmg di Lisbona, dove il Pontefice disse che la Chiesa accoglie tutti: todos, todos, todos. «Io penso – osserva Zuppi che dire “tutti” non significhi che la Chiesa diventa un albergo, ma la vera sfida è essere una casa. Perché c'è certamente la tentazione che la Chiesa diventi (continua a leggere https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/zuppi-la-chiesa-casa-accogliente-non-albergo)

Fonte: Avvenire
La Chiesa dev'essere casa accogliente, non un albergo
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