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Parla il card. Zenari

La distruzione è enorme, manca tutto, non dimenticatevi di noi. E' l'appello del nunzio apostolico a Damasco che dopo aver incontrato il Papa, riporterà nella Repubblica Araba la vicinanza di Francesco

Parole chiave: siria (7)
In Siria la speranza sta morendo

Oltre mezzo milione di morti e circa 12 milioni di sfollati, interni ed esterni. E’ questo il bilancio, che non finisce di aggiornarsi, del conflitto in Siria scoppiato ormai da dieci anni e che oggi vede anche l’incubo del Covid e il flagello della povertà estrema e della fame. Il 15 marzo del 2011, nel pieno delle rivolte che hanno interessato il mondo arabo, la primavera araba, iniziano le manifestazioni contro il governo centrale, un anno dopo, la guerra civile divampa in tutto il Paese. I cosiddetti “ribelli della prima ora”, si oppongono in una realtà a maggioranza sunnita, al presidente alawita tutt’ora in carica, Bashar Hafiz al-Asad. La rivolta degrada in brevissimo tempo e diventa un conflitto senza quartiere che vede formarsi, fronteggiarsi, appoggiarsi e combattersi: milizie locali, frange di Al qaeda, Daesh, mercenari, gruppi terroristici autocefali.

Nel conflitto si registrano anche interventi militari o di sostegno di molte altre nazioni trasformandolo in una guerra per procura. Papa Francesco scosso dai conflitti nel mondo ed in particolare dalle violenze in Siria, parla più volte di “terza guerra mondiale a pezzi”. Anno dopo anno la Siria, tra armi chimiche, bombe a grappolo, mine, rapimenti e fosse comuni, diventa un buco nero che divora, senza soluzione di continuità, tentativi di accordi di pace e stabilità. Il norvegese Geir Pedersen, attuale inviato speciale delle Nazioni Unite per la crisi siriana, instancabilmente prosegue, sulle orme dei predecessori (Kofi Annan, Lakhdar Brahimi e Staffan de Mistura) nella costruzione di ponti e negoziati tra fazioni e governo. In Siria si lavora a una nuova Costituzione, che secondo molti, potrebbe accrescere la fiducia tra le parti, ma quasi ogni notte i missili continuano a ferire il cielo e le bombe a squarciare la terra ridotta a un “cumulo di macerie”, come ribadisce il cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico a Damasco. Il porporato, che ha negli occhi volti e immagini di “una lunga serie di atrocità”, non perde la speranza e il coraggio della testimonianza:

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Fonte: Radio Vaticana
In Siria la speranza sta morendo
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