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Educare i giovanissimi

Dal primo numero 2020 della Rivista Sentieri

Parole chiave: oratorio (46), sentieri (21)
Giovani in Oratorio

L’oratorio non è solo un luogo in cui si prega o un cortile in cui si gioca, ma è un’istituzione educativa per le famiglie, per i giovani e per i ragazzi; è luogo educativo, espressione di gioia della fede, di accoglienza, di speranza cristiana, in cui avviene l’incontro con l’altro e soprattutto l’incontro con Cristo. Essendo l’amore di Dio l’obiettivo principale del servizio parrocchiale, l’azione non si attua solo nell’ambito della liturgia, catechesi e carità, ma anche in oratorio dove ogni giovane può “essere in missione”. Come afferma Papa Francesco in “Christus vivit”, in qualsiasi percorso di crescita dei giovani è necessaria una formazione dottrinale unita ad una formazione morale per fare crescere l’amore fraterno nel servizio alla comunità. Servire la parrocchia, servire la Chiesa significa seguire l’esempio di Gesù, che non solo è venuto nel mondo per servire l’uomo, ma ha dato anche la vita per la sua salvezza. Come possono i giovani fare esperienza dell’amore di Dio in oratorio? Prima di tutto è necessario sperimentare questo amore attraverso un’esperienza di fede che deve essere vivibile, irrinunciabile e significativa: vivibile per essere protagonisti e appassionati, irrinunciabile per vivere una vera esperienza di Dio attraverso la preghiera, l’ascolto della Parola di Dio e la partecipazione alla messa domenicale; significativa per sentirsi parte della comunità, coinvolti dal punto di vista affettivo, razionale e intellettivo (Vieni&Vedi). Altro aspetto importante è la formazione dei giovani: un corso propedeutico che li aiuti a capire, corsi di vari livelli e una formazione permanente annuale con vari aggiornamenti.

In base alla formazione ricevuta i giovani possono ricoprire vari incarichi: staff o direttivo, segreteria, delegati sportivi, animatori di cortile, animatore di laboratorio, animatore di doposcuola, animatori specializzati. In base ai loro studi possono gestire laboratori di costruzioni, di informatica, di robotica, di musica, di arte, di scienze, di teatro, di danza, di cucina (se in possesso di HACCP). Se un oratorio è iscritto all’Albo della Regione per l’alternanza scuola lavoro, i giovani che hanno finito la terza superiore possono essere accolti, dopo aver fatto una convenzione con le scuole superiori, ma deve esserci sempre un tutor esterno che collabori con i professori scolastici e che curi la preparazione del ragazzo. In questo caso il giovane può fare contemporaneamente servizio per la parrocchia e tirocinio per la scuola, l’importante è che l’obiettivo sia sempre quello dell’incontro con Cristo. I giovani attraverso il servizio in oratorio entrano in contatto con varie fasce di età dei bambini, quin - di, è preferibile farli frequenta - re anche un corso di pedagogia elementare e devono impara - re a risolvere le varie situazioni di emergenza: per questo non deve essere sottovalutata la formazione. Non ci si può improvvisare animatori, perché il servizio parrocchiale non è come il volontariato e neppure come fare il baby sitter. Se non ci sono giovani formati meglio aspetta - re ad aprire l’oratorio. Il giovane che serve in oratorio è un innamorato del prossimo e di Cristo, è un grande osservatore di ciò che lo circonda perché è calato nel mondo, ma nello stesso tempo è una persona che ha risposto ad una “chiamata” diversa: servendo gli altri e mettendo a disposizione dei bambini i carismi che ha ricevuto come dono, accoglie Cristo nella propria vita e donandosi “riceve” di più.

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In oratorio la chiamata non si rivolge solo ai giovani, anche i ragazzi, che sono arrivati ad un certo punto del loro percorso, i cresi - mandi e i cresimati che hanno scelto di essere cristiani, sono chiamati ad essere protagonisti, a seguire l’esempio di Cristo, a servire, non solo a farsi servi - re, per fare esperienza dell’amo - re di Dio. Come possono essere coinvolti i ragazzi di questa fa - scia di età ? Anche i ragazzi che hanno un’età compresa tra i 12 e i 14 anni possono fare servizio in oratorio, sperimentare la loro esperienza di fede e sentirsi par - te della comunità. I ragazzi sono grandi osservatori, se in parrocchia ci sono dei giovani anima - tori vogliono seguire la loro testimonianza, crescere ed essere come loro. Non tutti, però, sono portati ad essere aiuto catechi - sta, ministrante o operatore nel - la carità. I ragazzi vanno seguiti da educatori adulti e dagli ani - matori giovani e devono fare discernimento con un sacerdo - te o religioso che li aiuti a capi - re come potere sperimentare l’amore di Cristo. Non bisogna avere paura di fare sperimenta - re una nuova forma di servizio che è quella dell’aiuto animato - re di oratorio. Cosa significa es - sere aiuto animatore? Intanto si - gnifica non avere ancora un’età adeguata per essere autonomo, non avere ancora ricevuto una formazione di base, ma esse - re in un servizio esperienziale, per capire cosa il Signore li ha chiamati a fare. L’aiuto animato - re sarà al fianco dell’animatore o dell’educatore nel gioco, nel - lo sport, nel doposcuola e può essere a disposizione anche del catechista dei bambini 3-6 anni.

tutti i numeri di Sentieri su http://sentieri.lasettimanalivorno.it/

Giovani in Oratorio
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