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Il "grande spavento" che avevo prevedevo

In Europa amiamo combattere solo per i nostri interessi

Parole chiave: spavento (1), guerra (58)
È arrivato!

E’ arrivato il grande spavento, che io quasi ossessivamente nei miei vari articoli scritti e nelle mie prediche da almeno tre anni prevedevo come possibile, CERTAMENTE NON COME AUSPICABILE.

Il mio ragionamento è facilmente riassumibile: è in atto da più di cinquant’anni una rivoluzione culturale all’insegna di una libertà senza confini e di una ubriacatura di diritti veri, presunti, mascherati.  Un “progressismo” impazzito!!!

La novità è che questa rivoluzione culturale nella nostra Europa è diventata “cultura di massa” e dal mio punto di vista è quindi ASSOLUTAMENTE incapace di ritrovare un certo equilibrio CON LE SUE SOLE FORZE.

Fu così che nel novembre 2018 io scrissi il mio primo articolo per questa rivista e per la prima volta dissi che, se la mia analisi era giusta, ci poteva salvare solo una grande tragedia.  Uno storico americano di cui purtroppo non ho preso nota del nome, intervistato sulla società contemporanea faceva un’analisi simile alla mia e alla domanda finale “come  ne veniamo fuori?” la risposta fu” UN GRANDE SPAVENTO”.

Fu allora che adottai anch’io il temine “grande spavento” ma nell’attuale situazione di guerra di cui non si conosce bene il traguardo finale e quindi anche le possibili varie ragioni o cause ho la sensazione, Dio ce ne liberi, che possa essere possibile l’uso dell’espressione  “grande tragedia”.

Un anno e qualche mese dopo quell’articolo del nov. 2018  è arrivata la pandemia. Nonostante tutto mi chiedo se essa ha scatenato un grande spavento o non piuttosto una grande rabbia per aver interrotto tante attività importanti dal punto di vista economico e psicosociale o non piuttosto l’ossessivo desiderio di poter tornare alla vita di prima, “vita bella” per molti, “bella vita” per altri.

Ora siamo alla guerra. Non sono mai stato e non sarò mai un “pacifista da manifestazione di piazza” e mi si perdoni neppure uno che prega Dio di salvarci.

Certo che prego!!! E anche tanto ma nelle beatitudini Gesù parla dei costruttori di pace” non dei pacifisti. E per costruire la pace è necessario uno stile di vita personale e collettivo fatto ANCHE di austerità personale e collettiva.
Non è certamente lo stile della nostra società cosiddetta occidentale.

La storia tragica dell’umanità secondo la concezione giudaico – cristiana nasce con la “prima “rivendicazione di libertà: “sarete come Dio” dice il serpente. Da quel momento sempre ognuno di noi in forma micro o macroscopica fino ai giorni nostri, soprattutto ai giorni nostri, ha cercato di realizzare questa sua connaturale rivendicazione di poter “andare oltre ogni limite”, al di là del bene e del male, della vita e della morte.

Oltre ai tanti fratelli e sorelle che scappano dalla guerra, oltre ai tanti morti figli anche nostri di cui certo ci dispiace e per i quali preghiamo, c'è anche il rischio che non arrivi il gas e forse dovremo fare una sola doccia al giorno invece di cinque.
Come faremo?

Cina- Taiwan, India – Pakistan, tutta l’Asia in fermento. Il terrorismo islamico che invade Asia e Africa, la miseria endemica, le possibili sempre in agguato rivolte sociali.  Queste mine vaganti esplosive certamente ci fanno paura, forse ci spaventano. Ma sono lontane! L’ importante è che arrivi il gas e si abbattano le bollette energetiche. No alla guerra o non piuttosto NO alle guerre che ci toccano più da vicino? 

Guardate amici che non sto scherzando: sono vecchio e soffro il freddo d’inverno e d’estate ho bisogno dell’aria condizionata. E quindi anch’ io ho bisogno del gas e delle varie fonti energetiche.
Intanto si sente già parlare di “economia di guerra”.

Ok, amici. Lo so che c’è anche tanto bene nel mondo, tanta gente stupenda. Ho però l’impressione che in questo momento qualche potente impazzito qua e là e qualche minoranza che sa di aver diritto a essere rispettata ne stanno approfittando. Siamo troppo “pacifici” e con questo intendo ciò che intende anche il profeta Amos “Guai agli spensierati di Sion e a quelli che si considerano sicuri sulla montagna di Samaria!”

Ho sentito qualcuno che diceva che Putin ci ritiene popoli di rammolliti. Al contrario, in Europa siamo tutti sportivi, forti e muscolosi, donne e uomini.  Il nostro difetto è che amiamo combattere solo per i nostri interessi, per una vita tranquilla.  Sì è vero vogliamo la pace, ma spesso la confondiamo con la tranquillità dei nostri stipendi, delle nostre vacanze, dei nostri affari, delle nostre voglie e capricci, a volte anche dei nostri vizi.
Ossia una pace che non abbia da pagare un prezzo!
Una volta questo lo si chiamava egoismo: egoismo personale, di popolo, di nazione.

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