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Leggiamo questi nostri tempi

Una riflessione sulla paura 

Parole chiave: diritti (2), doveri (1), corona virus (26)
Un grande spavento

L’ avvento prepotente del “coronavirus” con tutte le sue conseguenze gravi,  reali e non, credo che rappresenti una buona occasione di riflessione per tutti. Quel senso di paura, di incertezza e di fragilità che abbiamo tutti sperimentato  e che in qualche modo ha almeno provvisoriamente modificato il nostro vivere offre soprattutto a me un’opportunità di chiarimento. Da molto tempo infatti io in molti miei articoli scrivo di una possibile “grande tragedia” e che poi ho addolcito con  “grande spavento”, come unico modo da cui potrebbe rinascere un nuovo umanesimo”.
E’ la conclusione ovviamente discutibile di una mia riflessione sulla società contemporanea. Non è certamente un mio desiderio che ciò avvenga, come non è desiderio dei vulcanologi che un vulcano prima o poi scoppi.

Tenterò allora di spiegare alcuni passi di questa mia riflessione.

  1. 1.     Innanzitutto io parto dal presupposto che questa società così strutturata non mi piace. Mi piace però essere al mondo, mi piace tutto ciò che ancora può esistere “al naturale” perché non ancora manipolato dall’uomo, mi piacciono però anche i tanti progressi della scienza a favore dell’uomo e sono tanti e belli e buoni.  Detesto invece i tanti “apprendisti stregoni” incompetenti.  Non mi piace lo stile di vita che predomina e domina in coloro, e sono tanti, che hanno confuso il progresso con l’esibizionismo, che chiamano la follia trasgressiva  “arte e creatività”, che rivendicano le più o meno legittime voglie personali come diritti garantiti.

 

  1. 2.     Capisco che non sempre è facile distinguere il nero dal bianco, il giusto dall’ingiusto, il vero dal falso, la realtà dall’ideologia, ma comunque di una cosa sono convinto: non sono mai la stessa cosa, sono dei contrari e si escludono a vicenda ieri, oggi e sempre. Scegliere l’uno o l’altro su cui costruire il futuro personale e di un popolo può dar origine a “una grande tragedia” e quindi a un grande spavento.   Io sono figlio del sano realismo cristiano; sono figlio di Aristotele e di Tommaso.  E so che il principio di non contraddizione valeva ieri e vale oggi. 

 

  1. 3.     Non mi piace anche e soprattutto il “politicamente corretto”. Ormai basta! Lo trovo una forma

furba e vigliacca di scimmiottare lo stato etico. Nei regimi antichi ciò serviva ad assoggettare i popoli, oggi invece “pretende” di liberarli.

 

  1. 4.     Vi è  un’altra ragione che riassume il mio malessere, il mio timore, la mia “tragica” intuizione, starei quasi per dire “il mio intuito profetico”! (parola grossa, fateci un sorriso)

Non mi piace la confusione tra diritti e capricci.

Non mi piace la confusione tra bene comune e gusti o bisogni individuali.

Condivido totalmente il contenuto del saggio di Alessandro Barbano intitolato 
                “Troppi diritti. L’Italia tradita dalla libertà” (Mondadori, 2018). 
Così riassunta “ La crisi italiana, (del mondo occidentale) “consiste in una ipertrofia maligna dei diritti, che si nutre, ubriacandosene, dell’innovazione con l’avidità di un bimbo al seno materno.  

La malattia del Paese è un matrimonio a perdere tra i diritti e la cultura tecnologica”. 

La parola diritti è una parola sacra e inviolabile. Per la loro difesa si deve essere disposti a vivere e morire.   Ma quando viene inflazionata, quando pretende di coprire come con un enorme lenzuolo diritti e capricci, lì sotto si nasconde una GRANDE INGIUSTIZIA, UNA GRANDE TRUFFA!
 Qui poggia il mio convincimento che questa nostra società e cultura prima o poi implode.

Su alcuni valori in ogni epoca la società si è divisa e si è scontrata. Quante guerre, quante divisioni, quanti muri nella storia di questa nostra Europa.
E ai nostri giorni io mi domando: fino a quando la nostra democrazia fragile e malata riuscirà a fare da barriera a dure lotte per ora ancora relegate al campo socio politico?

  1. 5.     Un altro elemento che mi preoccupa è il “benessere” (che Dio ce lo conservi nella sua essenza positiva!). In qualche modo si è esteso a gran parte della popolazione. Ci ha anestetizzati e con ciò  pensavamo di poter dimenticare quelle parole di Paolo VI che si riferivano alla “collera dei poveri” nella sua bellissima enciclica “Populorum Progressio”.

Quelle parole furono profetiche? Valgono ancora oggi? Sembra che la povertà stia ritornando anche tra noi. Basteranno la Caritas, il volontariato, tentativi di politiche sociali a evitare “un grande spavento”?

Siccome nell’attuale sistema socio politico culturale non vedo ASSOLUTAMENTE possibilità di un riequilibrio spontaneo essendo il tutto divenuto “cultura di massa”, allora prevedo  un’implosione, ossia una grande tragedia da cui può scaturire un grande spavento.

 

  1. 6.     E la Chiesa? Con tutti i suoi benemeriti esperimenti pastorali? Ci volle la tragedia scatenata da Lutero perché arrivasse il Concilio di Trento.. ci volle la secolarizzazione dei beni al tempo di Napoleone perché la Chiesa ricca di Germania fosse ridotta al lastrico e … “ricominciasse”; ci volle il comunismo per riportare la Chiesa in tanti paesi dell’Est alla povertà evangelica.

L’Europa è piena nella sua storia di grandi spaventi e di grandi tragedie!

Noi ci siamo troppo abituati al fatto che “tutto va bene, madama la marchesa” e che nulla ci potrà fermare in questo cammino “verso il sol dell’avvenire”.

 

I terremoti, il coronavirus? Sono per caso anche questi una tappa nel cammino di gestazione del grande spavento? Qualcuno me l’ha chiesto. Ma per l’amor di Dio. Dio ce ne scampi!
Tuttavia avvengono. Già queste calamità ci fanno vedere che “lo spavento” può condurci alla fraternità, alla semplicità, al sorriso fiducioso differente dalla risata sguaiata del benpensante. Ma ci fanno fare spesso anche un passo indietro non sempre gradito e che a volte diventa focolaio di future calamità, soprattutto in chi è nato e vissuto solo in clima di “progresso”. Pensate anche soltanto all’economia. Un altro elemento consequenziale che probabilmente ci costringerà con le buone o con le cattive a fare qualche passo indietro per scoprire valori perduti, spesso derisi o addirittura inseriti nei moderni codici penali fatti a uso e consumo di chi di volta in volta “comanda”. Sarà semplice e innocuo fare passi indietro?

 

Il GRANDE SPAVENTO a cui io mi riferisco non è dato da eventi più o meno terrificanti esterni che indubbiamente esistono e hanno e avranno purtroppo la loro incidenza sullo stile di vita delle persone.  Il grande spavento a cui io mi riferisco ha a che fare con una lenta autodistruzione. E’ qualcosa che avviene proprio per il nostro vivere artificiale, individualista che prima o poi esplode in forme dure e sofferte. La preparazione della caduta dell’Impero Romano per me resta l’esempio classico. La madre dei Gracchi mostra i figli e li chiama i suoi gioielli. Oggi, come al culmine della gloria di Roma, mostriamo i gioielli al posto dei figli.

           

Tanti anni fa mi sono interessato alle opere di Emmanuel Mounier, fondatore in Francia del “Personalismo” e all’opera di Jacques Maritain “L’Umanesimo integrale”.

E’ la scarsa visione dell’integrale” ciò che mina dal di dentro l’equilibrio della società.

E. Mounier, nella sua opera “Le Personalisme” così scrive:

“Non si sa più che cos’è l’uomo e poiché lo si vede oggi passare attraverso trasformazioni impensate, si è convinti che non ci sia più una natura umana… “   Siamo nel 1949!!!

Sono passati tanti anni e nel frattempo la manipolazione dell’uomo è diventata globale e raffinata. Anzi spesso non è più neppure percepita come tale.

Fedele al principio forse poco scientifico ma per me sempre vero e caro che “ LA NATURA NON FA SALTI”, soprattutto la natura dell’uomo, ecco che a un eccesso a volte esasperato e anche tragicomico di un movimento ecologista quasi fanatico a difesa della terra, dei mari e degli oceani non corrisponde altrettanta preoccupazione per una ecologia dello spirito, del cuore e del cervello umano.

 

C’è forse un antidoto, chiamiamolo vaccino, a tutto questo che però non fu trovato ai tempi di Abramo: erano cinquanta i giusti poi ridotti addirittura a 10 grazie ai quali Dio avrebbe salvato Sodoma e Gomorra.  Ma quei dieci non furono trovati. (Genesi 18, 20 – 33)

Sono convinto che oggi di giusti ce ne siano tanti di più, sparsi nel mondo, silenziosi e operosi. Chissà se tra costoro ci sono anch’io che scrivo e tu che leggi? Potrebbe questo salvarci da un grande spavento? Brutto detto da un prete, ma “sono scettico” o se volete “pessimista metodico”.

Un grande spavento
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