Chi si umilia sarà esaltato
Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti
Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato». Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Il Vangelo di oggi frena brusco su un aspetto che la nostra società, invece, ritiene fondamentale e imprescindibile: l’avere successo a tutti i costi, essere i primi e trionfare in ogni cosa, voler raggiungere a qualsiasi prezzo il successo e la fama. L’unica ricompensa che lascia questo stile di vita è uno scavare dentro sempre più profondo e doloroso: quale è il nostro prezzo per essere i primi della tavola? Cosa siamo disposti a fare per i primi posti? Gesù taglia corto su questa follia maniacale: la terapia per guarire da questo viscido male è solo e soltanto l’umiltà, il sapere quale è il nostro posto nel mondo. Solo così è possibile avere i primi posti, quelli veri, ossia l’amore di Dio.
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