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I progetti di Caritas e Acli per aiutare i profughi della Bosnia

Musulmani, cattolici e ortodossi, insieme per dare voce a chi non ce l'ha

Parole chiave: Bosnia (1), profughi (13), caritas (129), acli (8)
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Il "miracolo" di Lipa è una tenda con i tavoli e posti a sedere. Un refettorio dove i mille respinti del “game”, la traversata verso l'Unione Europea, potranno finalmente ricevere pasti caldi. Dopo settimane di negoziati l'organizzazione italiana Ipsia, che dispone sul campo i progetti di Acli e Caritas, ha ottenuto l'ok dal sindaco di Bihac e sta ora ultimando i lavori.
Le ostilità contro i migranti sui confini hanno però avuto l'effetto di attirare i samaritani degli ultimi. Come gli operatori del Jesuit Refugee Service. Musulmani, cattolici e ortodossi, insieme per dare voce «a chi non ce l'ha – ha detto a Radio Vaticana padre Stanko Perica – per spezzare il blocco del populismo. E questa collaborazione interreligiosa ci dà coraggio». Poco distante, a Velika Kladusa, città e insieme posto di confine tra Bosnia e Croazia, l'Organizzazione mondiale delle migrazioni ha censito diverse famiglie bosniache che non solo assistono i migranti in transito, ma in diversi circostanze ne prendono perfino in casa qualcuno. Perciò l'agenzia Onu ha attivato un piano di sostegno rivolto proprio a chi si offre di non lasciare abbandonati nei boschi i richiedenti asilo.
Ma non c'è solo la frontiera. Anche a Tuzla e Sarajevo c'è molto lavoro da fare. Caritas italiana è presente ovunque. Come anche Save The Children, che si occupa dei più indifesi e vulnerabili: i bambini. Alle famiglie intercettate in tutta la regione, a coloro che rimangono fuori dai centri di accoglienza come per quanti vengono respinti al confine, forniscono kit umanitari e garantiscono l'identificazione precoce, l'iter per l'accesso all'alloggio, la registrazione e altri servizi, come gli assistenti sociali per svolgere il ruolo di tutori legali per i minori che viaggiano da soli. «Sosteniamo l'iscrizione alle scuole del Cantone di Una–Sana, fornendo corsi preparatori per i bambini – spiegano gli operatori –, coinvolgendo mediatori culturali e accompagnatori scolastici per facilitare l'integrazione, fornendo anche pasti scolastici e materiale».

(contianua a leggere https://www.avvenire.it/attualita/Pagine/il-miracolo-di-lipa-per-i-respinti-il-refettorio-di-caritas-e-acli)

Fonte: Avvenire
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