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Emergenza caldo

Il cambio del clima rende necessario cambiare anche le normative

Parole chiave: emergenza caldo (1), lavoro (107)
A proposito di lavoro

In questo mondo sempre più “fluido”, nel quale come ormai noto da tempo le mezze stagioni non esistono più, e nel quale sotto l’ombrellone ci chiediamo chi bacia chi, è arrivata anche quest’anno, e con piacere per i molti amanti del mare, l’estate. Con l’estate è, “addirittura”, arrivato il caldo. Un caldo, bisogna essere onesti, che ogni anno sembra drammaticamente “più caldo”.

Da questa constatazione è iniziato un percorso che sta portando alla definizione di nuove norme per la gestione dell’”emergenza caldo” in edilizia ed agricoltura. Questa nuova normativa sarà, quindi, affiancata da un documento quadro declinato in protocolli settoriali, sottoscritti dalle parti sociali con il supporto dei Ministeri del Lavoro e delle Politiche Sociali e della Salute competenti in materia, per il contenimento dei rischi lavorativi da esposizione ad alte temperature negli ambienti di lavoro.

Questo è, fondamentalmente, il risultato degli incontri tenutosi nei giorni scorsi tra il Ministero del Lavoro, quello della Salute, l’Inl, l’Inps, l’Inail, l’Anci, l’Upi, la Conferenza delle Regioni, le associazioni datoriali e sindacali. In tale sede si è, infatti, discusso di come trovare un accordo possibile su un provvedimento che estenda la possibilità di chiedere la cassa integrazione ad ore in caso di eventi estremi non evitabili, escludendola dal computo delle settimane del biennio mobile. La novità riguarderebbe, nel dettaglio, la Cigo per l’edilizia e la Cisoa per l’agricoltura, i settori più esposti alle alte temperature.

La speranza è che, rimanendo sul tema, per il bene dei partecipanti agli incontri che questi si siano svolti ricorrendo a dosi massicce di aria condizionata e con l’aiuto, anche al dialogo, di qualche buono e fresco aperitivo estivo (ma senza troppo ghiaccio).

Questo anche in vista delle ulteriori riunioni che aspettano le parti sociali dal momento che l’impianto generale della strategia elaborata si basa sulla condivisione del fatto che si dovrà poi demandare alla contrattazione territoriale il dettaglio dei contenuti delle linee guida a partire da uno schema unico a livello nazionale.

Sembra, quindi, emergere, anche dal percorso “in progress” che si sta delineando, che sui cambiamenti climatici a cui stiamo assistendo sempre più frequentemente negli ultimi anni ci sia la necessità di definire una nuova visione e nuove misure dal respiro più ampio, capaci di includere azioni per la gestione della contemporaneità sul territorio nazionale di eventi meteorologici estremi molto diversi tra loro, che mettano, potremmo dire ovviamente, la sicurezza dei lavoratori al primo posto.

L’auspicio è che questa consapevolezza condivisa che sembra emergere dal dialogo fra i vari attori coinvolti non si sciolga al sole  d’agosto e rimanga all’attenzione della politica, e delle parti sociali, anche quando in spiaggia di ombrelloni non ce ne saranno più, il caldo di quest’estate sembrerà “meno caldo” e, forse, avremo scoperto chi bacia chi.

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