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Tinder: app per l'amore e per il lavoro?

Nel lavoro, come nell’amore, gli incontri di successo si possano realizzare delegando alle macchine?

Parole chiave: lavoro (106)
Pianeta lavoro

Tinder è stato lanciato nel 2012 come un'app social che facilita la comunicazione tra utenti reciprocamente interessati a "conoscersi" e “matcharsi”.
Gli iscritti possono passare il dito verso sinistra o destra (swipe) per mettere "Mi piace" o "Non mi piace" alle foto di altri utenti e potenzialmente abbinarsi (match).
La chat, per “conoscersi meglio”, su Tinder è disponibile solo tra due utenti che hanno fatto già fatto “swipe” sulle foto l'uno dell'altro e si è quindi creato un match potenziale foriera di incontri.
A partire dal 2021, Tinder ha registrato circa 1,6 miliardi di "swipe" al giorno e produce circa un milione di appuntamenti di persona a settimana.
Nella schermata del profilo si possono aggiungere dettagli su se stessi, incluso dove si lavora e dove sei andato a scuola. Quando si crea un “match”, cioè una persona a cui si è interessati dimostra, a sua volta, lo stesso interesse, Tinder ti avvisa. Se poi si desidera saperne di più su una persona prima di scorrere, toccando la sua foto del profilo si è in grado di vedere l'intero profilo con dettagli, account collegati e altre foto.
Se questo sistema vale per trovare la dolce metà, lo stesso sistema potrebbe, forse, essere funzionale e trovare anche un lavoro? Le nuove tecnologie legate all’intelligenza artificiale possono dare una mano a trovare un lavoro reale?
Da questo presupposto sono partiti il Ministero del Lavoro e Inps per individuare sul Siisl, per i beneficiari di Sfl e Adi (le nuove misure al posto del reddito di cittadinanza, un “indice di affinità” delle offerte di lavoro rispetto al curriculum vitae delle persone registrate e, si presume, in cerca di lavoro oltre che, quello lo cerchiamo tutti, di un amore.
Si tratta, insomma, di un indicatore orientativo che rappresenta il livello di compatibilità tra il curriculum vitae e l’offerta di lavoro selezionati e ha come obiettivo la semplificazione dell’interazione..
L’indicatore si basa su algoritmi di apprendimento automatico, che elaborano il linguaggio naturale: è infatti calcolata la vicinanza semantica tra i campi testuali presenti nell’offerta di lavoro e quelli presenti nel curriculum vitae.
In questo modo, il cittadino ha uno strumento in più che facilita la ricerca del lavoro, potendo ordinare e filtrare le offerte di lavoro in base al livello di compatibilità con le proprie competenze. Inoltre, cliccando sull’indice di affinità l’utente può verificare le dimensioni che lo costituiscono, quali: formazione, esperienza, vicinanza del luogo di lavoro rispetto alla propria dimora, competenze e aspirazioni. Si tratta di una sintesi delle 18 variabili di confronto tra i curricula e le proposte di lavoro.
E’ bene precisare che l’attribuzione da parte del SIISL della percentuale di affinità non è finalizzata a costituire una graduatoria di merito, né attribuisce punteggi o priorità e non comporta l’assunzione di obblighi specifici da parte delle agenzie che hanno pubblicato l’offerta così come non attribuisce diritti in merito all’inclusione automatica nel processo di selezione in corso.
Nei prossimi mesi vedremo, quindi, se il nuovo strumento “intelligente” funzionerà e aiuterà concretamente le persone, in particolare quelle più fragili, a trovare un lavoro possibilmente non artificiale.
Viene poi da chiedersi se, nel lavoro come nell’amore, gli incontri “virtuosi”, e di successo, si possano realizzare delegando alle macchine, per quanto “smart”, ed eliminando, sempre più, quell’elemento umano che caratterizza “naturalmente” i rapporti tra le persone.

Pianeta lavoro
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