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Il raggio della pace

A sessant'anni dell'enciclica Pacem in terris

Parole chiave: il raggio della pace (1), marcianò (2)
A cura del vescovo Marcianò

“Il “raggio della pace”, è il volumetto che l'Arcivescovo Mons. Santo Marcianò, Ordinario Militare per l'Italia, invia come lettera ai militari e ai Cappellani militari in ricordo di Giovanni XXIII a sessant'anni dell'enciclica “Pacem in terris”. Una enciclica che nasce dal cuore paterno del Papa e vuole arrivare al cuore dei figli in un “anelito” profondo del suo cuore. Il Papa già all'inizio del Concilio Vaticano II disse: “una grande giornata di pace, di pace” a dimostrazione che la pace era il suo più grande impegno sia pastorale che sociale.

Citando le Sacre Scritture, Mons. Marcianò scrive che la pace è pienezza di vita, traguardo della convivenza sociale, è completezza e riconciliazione con il Padre e con i fratelli. Afferma poi che la pace è la motivazione autentica del “servizio” nel mondo militare. Pace è custodire il creato, custodire l'ambiente e i militari sono, da sempre, impegnati nelle emergenze, nelle calamità, dando così un apporto straordinario alla pace e la pace non esiste senza il rispetto della persona umana.

La condizione militare si basa soprattutto sui concetti di “ordine” e “autorità”, così, scrive il Presule, “l'ordine da assicurare è a custodia della vita” e l'autorità  non deve mai perdere di vista “la relazione con gli altri” in un clima di fraternità e di umanità, dunque “nel rispetto reciproco”, è con questi principi che si consolida la pace. Pace vuol dire anche amore per le minoranze, per i profughi, accogliendo e includendo.

Mons. Marcianò nel suo scritto traccia un parallelo tra il Papa Buono e Papa Francesco, non dimenticando di ricordare che Giovanni XXIII° era stato un Sergente e un Cappellano Militare e che per Papa Francesco il servizio militare è, per sua natura, orientato all'inclusione e al superamento dello “scarto” e in difesa delle vittime anche nei luoghi “in cui i conflitti sono purtroppo accesi”. Il Presule ribadisce un concetto base per la pace, cioè che “nessuno Stato ha il diritto di esercitare una azione oppressiva su di un altro” e delinea una pastorale per la pace fondata su: unificazione, formazione, misericordia, pazienza e fiducia. Dove la pazienza è finalizzata alla volontà di “ricomporre i rapporti” per arrivare ad una vera pace e la fiducia è quella di riporre la speranza in Dio attraverso la preghiera.

A cura del vescovo Marcianò
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