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Non fermiamoci, ma adattiamoci. Viviamo così il nostro tempo di Quaresima

Intervista al Vescovo

Attraverso la parrocchia virtuale il Rosario continuo

Una catena di preghiera a Maria

Insieme alle disposizioni ministeriali sul contrasto alla diffusione del Coronavirus ieri sono state diffuse anche le indicazioni dei Vescovi su come comportarsi nelle pratiche religiose, per far fronte a questa emergenza. Abbiamo chiesto al vescovo Giusti  come interpretare queste prescrizioni.

“Occorre fare attenzione, ma non possiamo fermarci. Andiamo alla Messa cercando di avere lo spazio giusto tra noi e gli altri fedeli, evitiamo contatti, teniamo pulite le mani e seguiamo tutte le altre indicazioni igieniche, così come facciamo per andare al supermercato o in altri luoghi frequentati, ma non rinchiudiamoci in casa! Non sappiamo quanto durerà questa emergenza, non possiamo rinunciare a vivere per mesi… anche per quanto riguarda le altre pratiche religiose penso basti un po’ di accortezza. Le vie Crucis per esempio, da farsi all’aperto o in spazi grandi, per avere le distanze necessarie e così sarà per il convegno di Quaresima che speriamo di poter fare ugualmente, magari proponendo come sede una grande chiesa, dove le persone possano sedere distanziate e al più trasmettendolo anche in streaming in modo che la partecipazione possa essere garantita da casa. Evitiamo i contagi ma non rinunciamo a vivere; non fermiamoci ma adattiamoci!”

Monsignore, come dobbiamo leggere questa epidemia? Alcuni dicono che è un castigo di Dio?

“Figuriamoci! Dio non si arrabbia come gli uomini, Dio è solo amore! In questa situazione drammatica non possiamo che riscoprirci tutti fratelli: siamo tutti interconnessi, non solamente tramite gli  smartphone; siamo tanto lontani ma tanto vicini. Dobbiamo leggere tutto questo prima di tutto come un richiamo alla fratellanza universale, ad un legame universale che ci unisce nel bene e nel male tutti quanti; le invenzioni dell’uno diventano le ricchezze dell’altro, ma anche le malattie dell’uno diventano le malattie dell’altro.

Altra lettura che possiamo dare è la nostra fragilità. Vogliamo andare su Marte ma siamo fragilissimi di fronte ad un virus che nemmeno vediamo! Lo abbiamo proprio ricordato nei giorni scorsi: polvere siamo e polvere ritorneremo. Dobbiamo comprendere che la medicina è importantissima: ci aiuta a sopravvivere ma non a vincere la morte. La vittoria sulla morte riguarda altro, non bioingegnerie future, ma un’altra dimensione, un oltre. La morte si può vincere essendo solo amore. L’amore verso un figlio, una moglie, una mamma va al di là della morte, continua, è, perché Dio è amore. E allora questo tempo di estrema fragilità, viviamolo da fratelli, più solidali tra di noi, da cristiani”.

Questo è anche un tempo di Quaresima come possiamo viverlo al meglio?

“Sicuramente intensificando la preghiera. Voglio lanciare proprio oggi su queste pagine un’iniziativa: una catena ininterrotta di preghiera a Maria con il Rosario. La faremo iniziare Domenica prossima. Alla fine della Messa delle 9, che sarà trasmessa in diretta da Montenero su Granducato TV, sarà letta la supplica a Maria. Da quel momento partirà la preghiera continua con il Rosario a Maria ogni mezzora, con tutti coloro che si prenoteranno attraverso la pagina facebook della parrocchia virtuale o mandando una mail a scrivialvescovo@tiscali.it ; le ore notturne saranno coperte dai monaci e dalle suore del Santuario, mentre quelle diurne saranno a disposizione dei fedeli che si prenoteranno. La Madonna di Montenero ci ha salvato in tante occasioni nella storia, chiediamo a lei di continuare a farlo anche in questa epidemia”:

Una catena di preghiera a Maria
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