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Lei è il mio angelo custode

Ogni 4 del mese viene celebrata la Messa per Giada nella chiesa della Sacra famiglia

Parole chiave: giada menicagli (31)
La lettera di un carcerato alla famiglia di Giada Menicagli

Qualche tempo fa è arrivata un'altra bella lettera ai genitori di Giada Menicagli: una testimonianza d'affetto e ammirazione verso l'esempio di questa ragazza che continua anche dopo la sua morte a donare fede serenità alle persone attraverso i suoi scritti. La riproponiamo anche su queste nostre pagine, ricordando che ogni 4 del mese viene celebrata una Messa per Giada nella parrocchia della Sacra Famiglia nel quartiere Shangai.

Gentilissimi don Fabio, Emanuela e Roberto,

Giada è sempre con noi e a darne conferma è la luce, l’aria, il sole, le stelle, ma soprattutto il suo incommensurabile amore per il Padre, quindi per tutta l’umanità. Lei ci ha lasciati solo fisicamente, dacché il suo spirito aleggia nell’aria, nei nostri cuori, quindi lo viviamo e respiriamo.

La invoco spesso, soprattutto nei momenti più duri, cioè, quando mi sento stanco e triste, cos’ rileggo i suoi scritti (pensieri) e grazie alle sue parole il mio animo si rinfranca, sì, perché sono così colme di fede e di speranza che ne ricavo forza, infatti sono balsamo per il mio cuore.

Mi ha sempre incantato il modo in cui Giada esprimeva il suo pensiero riguardo la fede, ossia la sua continua ricerca dell’essenziale, “nonostante la sofferenza nel fisico”. Così scriveva: “Possiamo vedere con gli occhi o con un cuore che sa sentire”. Come si può non rimanere incantati dinanzi a tanta fede. Ogni sua parola è incisa nel mio cuore, poiché, secondo me, non avvolte da una benedizione speciale. Ebbene, personalmente ho per Giada una devozione particolare. Amo la sua umiltà e “piccolezza” che poi diventa grande agli occhi di Dio. Quando, come nel mio caso, il fallimento, il dolore, la delusione, l’emarginazione, la sofferenza ti tocca nel profondo, allora dai un valore diverso sia alle parole che ai gesti. Capisci, che non serve inventare discorsi persuasivi per essere un buon cristiano (evangelizzatore) ma bastano pochissime parole autentiche come quelle di Giada, ovvero, che nella quotidianità predicava e scriveva.. “Agli apostoli il Signore ha detto: andate annunciate, andate e insegnate… ma questo lo ha detto anche a me. Questo mandato l’ho ricevuto anch’io e l’ho capito bene nell’ultimo anno di preparazione alla mia Cresima, ecco perché appena ricevuto il sacramento ho chiesto di collaborare con la mia catechista ed approfondire la mia conoscenza e imparare ad essere portatrice di Cristo ai miei fratelli più giovani”. Come dire: io ho conosciuto l’amore di Gesù, adesso vorrei farlo conoscere anche a voi. Dunque, per quanto mi riguarda c’è riuscita.

“Ecco come si pratica il Vangelo, ovvero, con parole semplici ma autentiche”. Intanto vi chiedo scusa per il mio lungo silenzio (ma solo per lettera) mentre vi ringrazio di avermi sempre reso partecipe al cammino di Giada, poiché “lei è viva ed è in mezzo a noi”. Infatti continua a confermarci che la fede, la solidarietà, le relazioni, la preghiera, il dialogo, così come l’ascolto è ciò che ci sorregge sulla Croce. Grazie Gesù, grazie Giada!

Orbene, nonostante questo mio lungo silenzio non ho mai smesso di camminare con Giada e viceversa. Lei è il mio angelo custode. Non dimentico di ringraziare Giovanna Falleni e non solo.. per me una vera sorella, non solo spirituale ma anche nella quotidianità. Ho avuto il dono di incontrare nel carcere delle Sughere, uomini e donne di Dio (non solo volontari ma anche dei miei compagni di detentione, uno in particolare Michele) che mi hanno fatto ascoltare delle Parole che hanno stravolto la mia vita, ovvero la Parola di Vita e di Verità. Loro, come vi ho scritto altre volte, mi hanno presentato Giada.

Sin da subito (avendo visto la sua foto) mi sono innamorato della luce che aveva e che ha negli occhi e ho avuto la certezza che il Signore, tramite lei, mi chiamava ad approfondire e a far crescere la mia fede. Da allora ho iniziato un cammino di fede meraviglioso. Perciò, di tanto in tanto mi piace recitare il Rosario di Giada, perché sento intensamente nella mia vita la sua presenza, cioè, come ho già detto, dell’angelo custode.

Credo, che per ognuno di noi esiste il “momento giusto”, ma c’è bisogno che impariamo a interpretare i segni di Dio che ci offre nella concretezza dei nostri giorni, come nel mio caso, l’incontro con Giada e con gli altri fratelli e sorelle in Cristo.

Credetemi, stare a contatto con la “sofferenza” (causata dal mio errore) mi ha permesso di capire molte cose. Così, con il passare degli anni il mio obiettivo di fondo è quello di testimoniare come la forza della fede e della solidarietà possa trasformare un fallimento in una vittoria. “La vera speranza non è mai a poco prezzo: passa sempre attraverso delle sconfitte. La speranza di chi non soffre, forse non è nemmeno tale”. (papa Francesco)

È bello quanto Giada ci ha testimoniato in vita e quanto continua a testimoniarci dal Cielo, lo sintetizzo con parole mie, ossia, che l’unica ricchezza che dura oltre questa vita è l’amore verso Dio, verso gli altri, quindi l’amore di cui avremo avvolto ogni cosa, ogni realtà della nostra esistenza.

“Abbiamo appena vissuto la Pasqua del Signore in tutte le sue tappe. Vorrei invitarvi a non dimenticare questa settimana affinché resti un momento importante della vostra vita. Un modo potrebbe essere quello di soffermarsi ancora un po’ sull’immagine di Gesù sofferente e ricordarsi di pregare ogni giorno per tutte quelle persone che sono malate in modo grave. Oppure ancora più bello sarebbe andare a trovare “Gesù”. Nei reparti di oncologia e radioterapia, per esempio. Vi assicuro che è facile incontrarlo ed è altrettanto facile portarlo. Questo potrà essere momento di Resurrezione anche per voi che riscoprite i tantissimi doni che Dio ci fa ogni giorno. E a quelle persone assetate dell’amore e del conforto del Padre, sarà come donare la miglior cura che nessun scienziato, né medico potrà portare. Non vi lasciate impaurire dal come fare, ognuno di voi è ricco di risorse. Grazie da tutti noi, per i quali pregherete e una buona Pasqua a tutti. I vostri fratelli ammalati”. (Giada Pasqua 2001)

Alla luce del difficile momento storico a cui tutti stiamo assistendo a causa della contingente emergenza dovuta ai contagi del Coronavirus e che vede ormai interessati gran parte dei paesi del mondo è consolante soffermarsi su quanto ha scritto Giada, infatti, le sue parole sono così attuali come se l’avesse scritte ieri, perciò rileggerle in questo tempo così drammatico è davvero rassicurante.

Credo che ognuno di noi, nessuno escluso, a contatto con la sofferenza sia fisica che morale ci si rende conto di quanto siamo piccoli e fragili, pertanto Giada così scriveva: “Sei grande Signore e meriti ogni lodo, grande è la tua potenza e la tua sapienza non ha limiti… tu ci hai fatti per te e il nostro cuore non ha pace finché non riposa in te”. Perciò le parole di Giada mi hanno sempre emozionato e fortificato nella fede, quindi anche nella speranza.

Dunque, solo quando ci affidiamo del tutto a Dio riusciremo a superare le nostre avversità. “È il Dio di ogni grazia, il quale vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Gesù Cristo, egli stesso, dopo che avrete un po’ sofferto, vi ristabilirà, vi confermerà, vi rafforzerà, vi darà solidi fondamenta. A Lui la potenza nei secoli. Amen (1 Pt 5-10)

Orbene, nonostante in questo tempo di sofferenza, acuito anche dall’impossibilità della vicinanza fisica (che mai come ora ci appara insostituibile), noi rimaniamo vicini, innanzitutto con la preghiera e non per ultimo attraverso l’affetto e le parole di Giada. Questo è davvero bellissimo.

Allora, poter condividere con Giada (tramite la preghiera) in modo chiaro sia i miei dubbi che le mie gioie, così come le mie emozioni, ma soprattutto la Parola, questo è per me acqua che disseta.

Detto ciò, non vi nascondo che la vita a volte è dura, non lo nego, ma come ci dice Giada, va accettata. Credo che, ognuno di noi ha il proprio percorso. Io ho avuto la responsabilità di accompagnarmi (fortunatamente per un breve periodo) con “persone” sbagliate, ma la colpa non è da attribuire a quest “persone”, ma a me stesso.

Quando ci si rende conto di aver commesso un errore, secondo me, si inizia a vedere l’essenziale. Personalmente, nella mia apocalisse ho avuto una fortuna immensa di incontrare Gesù e di aver afferrato la Sua mano fedelmente, difatti la fede mi ha aiutato e mi aiuta moltissimo

È anche vero che ci sono dei momenti, anche molto lunghi, dove sento solo il peso della croce che mi porto addosso, non c’è altro peso. Nient’altro. Bisogna però continuare a credere che la Luce arriverà ed in questo Giada mi aiuta tanto. Questo dico sempre ai miei figli e a mia moglie: magari sarà piccola, ma arriverà e ci aiuterà ad andare avanti.

Carissimi. La fede è davvero un grandissimo dono, per me è “fonte di vita”. Ebbene mi confronto molto con Gesù, siamo sempre in rapporto e il nostro anello di collegamento è anche Giada. Dunque, nonostante le mille difficoltà del quotidiano anche io posso affermare che la fede è un grande sostegno, infatti l amia vita è incominciata dal quel momento, ossia, da quando ho incontrato Gesù.

“Paradossalmente credo che si impari a vivere quando nella strada si incontrano delle buche, degli ostacoli, a volte inaspettati, drammatici e complicati da superare”. Da qualche anno, finalmente grazie a dio e grazie anche all’esempio di Giada mi sono accorto della bellezza che mi circonda (nonostante la realtà) forse prima troppo sottovalutata. Quella bellezza che sta nelle piccole cose, come sedersi ad un tavolo con tutti i tuoi cari e consumare una semplice pietanza, come un sorriso, un abbraccio o anche una semplice litigata tra padre e figli. sono tutte cose che si danno per scontate, invece non è così.

“Ecco, oggi e solo oggi ho incominciato a dare il vero valore a ciò che Dio mi ha donato”. Fortunatamente ho vicino una famiglia che mi ama, loro sono l’essenza della mia vita. Perciò grazie alla loro vicinanza colma d’amore spero di riuscire a riprendere la mia vita in mano. Non parlo di libertà fisica ma spirituale. Invece, per quanto riguarda la libertà fisica provo molta sofferenza. Vi spiego meglio.

Mi fa soffrire pensare di vivere anche una sola giornata con i miei. Mi fa soffrire perché ho paura di non poterlo più fare. Ho paura di non potermi sedere più a tavola con loro e non sentire più le pietanze cucinate da mia moglie. Ma nonostante i momenti di sconforto, ricordo sempre a me stesso che c’è sempre la mia famiglia a scaldarmi il cuore e non solo, anche Giada, e tutti voi.. ma soprattutto Gesù.

Ecco dove prendo la forza per affrontare il presente. La prendo, innanzitutto dalla Parola di Dio e altresì dalle parole dei miei genitori, dai sorrisi dei miei figli e di mia moglie e non per ultimo da un “ti voglio bene” detto dal mio nipotino Pietro. Ribadisco, sono cose che tutti danno per scontato, ma nel momento in cui vivi una realtà anormale (carcere) cominci davvero a dare loro valore, sì perché hanno da sempre valore.

Gentilissimi, non importa quanto sarà lungo e faticoso il mio cammino sia di fede che detentivo, ciò che importa è continuare a farlo senza arrendersi mai, infatti Giada mi dice: “Damiano stai tranquillo perché il buio non mai vinto la Luce”.

Dunque in mezzo a questo dramma (carcere) la cosa che mi aiuta più di tutti proprio non posso nasconderlo è la preghiera. L’unica cosa che mi aiuta a non soccombere in tutto questo marasma è lo sguardo verso l’Alto e la tenerezza di un Padre che mi guarda e che mi ama, nonostante tutto. Ogni cosa sembra cadere, essere labile: l’economai crolla, il mondo è in subbuglio, ma noi anche se a volte non ce lo meritiamo (soprattutto io) rimaniamo figli di Qualcuno che prima di tutto questo ci ha creato e ci ha donato la possibilità di essere sereni per sempre. È qualcosa di pazzesco, di impensabile, soprattutto oggi, eppure Qualcuno ce lo ha promesso!

Io ci credo e lo sperimento quando, guardando la Croce dentro il mio cuore sento la Pace derivante dall’amore con cui sono guardato sempre. Per me, in tutta questa sofferenza e in questo isolamento (meritato) la fede e la possibilità di affidare le mie giornate e le persone a cui voglio bene (Giada e voi ne fate parte) sono come fiori in primavera: mi rallegrano e mi rialzano dal mio torpore.

Infine e non per ultimo, non dimentico di parlarvi della Via Crucis che il Santo Padre ha presieduto con umiltà. Ha donato a tutti noi, al mondo intero un tema da meditare coscienziosamente. Mai come quest’anno, per quanto mi riguarda, le parole usate per descrivere il patimento di Gesù sono state così azzeccate, perciò mi hanno toccato nel profondo. Ogni singola stazione ha raffigurato in toto ciò che tanti non vogliono ancora vedere, cioè l’altro. Guardare l’altro… quindi anche chi come me ha commesso un errore, significa a mio avviso imparare sempre di più a dialogare con Gesù, ossia a ritrovare la libertà del cuore. Credo sia così. Adesso mi fermo, non voglio stancarvi più di tanto ma prima desidero aggiungere solo altre due parole, ovvero: il mio errore si è preso una parte della mia vita ma la vicinanza di Giada (nello Spirito) mi aiuta a credere e a lottare. Spero che la presente vi trovi in ottima salute” Dio abbia cura di tutti voi. Andate e portate a tutti la gioia del Signore Risorto. Grazie Giada di avermelo ancora una volta ricordato.

Vi lascio con un grande abbraccio fraterno

Damiano

La lettera di un carcerato alla famiglia di Giada Menicagli
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