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Una sorgente per chi ha bisogno

L'esperienza della "Sorgente del Villaggio” del 5° Vicariato

Il convegno di Quaresima 2024

Si è tenuto nei locali del Vescovado il convegno di Quaresima sul tema: “La caritas vicariale” che ha preso in esame l'esperienza maturata nel 5° Vicariato, comprendente le parrocchie di Rosignano Solvay e Marittimo, Castiglioncello e Vada.

Il diacono Roberto Bargelli, direttore dell'Ufficio Pastorale della carità, ha introdotto i lavori con la lettura della prima lettera di San Paolo ai Galati, dedicata appunto al concetto di carità.

La carità, ha detto il Vescovo Mons. Giusti prendendo la parola, non è “il fare il bene”, non è fare proselitismo, non è una fede, la carità è tutto l'insegnamento che ci viene da Gesù. Come dice San Paolo la carità “tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta”, quindi non è un fare, ma è “essere un cuor solo e una anima sola”. E' un processo di interiorizzazione che cresce insieme alla crescita della comunità. La sua principale caratteristica è quella dell'incontro “tra gente che si vuole bene”.  Il convegno -ha continuato- ha lo scopo di “aiutarci a condividere”, a stare accanto all'altro che è in difficoltà. Si tratta quindi di “ascoltare”, capire le problematiche e poi prendere una linea razionale. Carità è dunque “incontrare l'altro” perché non deve mancare nulla ai più poveri dimostrando l'amore verso tutte le persone, per arrivare a condividere con loro l'eucarestia. Bisogna essere “credibili” nel fare la carità, perché solo così possiamo essere attrattivi, è necessario evitare di “burocratizzare” la carità, evitare il protagonismo e dimostrare di essere “una comunità di persone che si vogliono bene”.

Il diacono Giulio Galletti ha avuto il compito di narrare l'esperienza del 5° Vicariato che ha avuto inizio 45 anni fa con l'Ente Paolo VI che si prefiggeva di promuovere e stimolare tutti i fedeli a incarnare il vangelo della carità nella solidarietà. Ha ricordato che il vescovo Ablondi diede ufficialmente vita alla Caritas Vicariale e che il gruppo che la costituiva veniva da una esperienza precedente di educazione alla solidarietà, fondata sulla relazione, animata principalmente da don Roberto Corretti che coinvolse gli altri parroci del territorio per poter compiere le scelte più opportune, secondo le prospettive aperte dal Concilio vaticano II. Il principio era quello che per “dialogare con un povero devi farti povero” senza mai giudicarlo, ma accettandolo per quello che è”. Tra le prime scelte dell'attività ci fu quella di costruire una “mappa” per le esigenze-emergenze del territorio che si concretizzarono nella nascita del “Centro di ascolto”, per il quale vennero affittate due stanze per incontrare i bisogni delle persone. Negli anni '90 suor Giuseppina a Castiglioncello riuscì a provvedere i locali per farci un dormitorio, in unione con il Centro Mondialità Sviluppo Reciproco. Galletti ha voluto anche ricordare come don Roberto declinasse l'importanza delle 3 P: parola, pane, poveri, con 3 A: attenzione, ascolto, accoglienza.

Don Matteo Seu, parroco di Santa Teresa a Rosignano, nel ricordare che nella carità “nulla si improvvisa” ha chiamato Rossella Conforti, presidente dell'Associazione "La Sorgente del Villaggio" a spiegare l'attività, nata nel 1997 per volontà della Caritas a Rosignano Marittimo. Il servizio mensa -ha iniziato Rossella- offre un pasto caldo sei giorni alla settimana mentre la domenica viene effettuato, a turno, dalle altre parrocchie del vicariato. Per le persone di passaggio in difficoltà, è la parrocchia di Castiglioncello che va loro incontro. Attualmente gli interventi si rivolgono verso gli utenti di Rosignano che non hanno un reddito sufficiente. Oltre alla mensa vengono distribuiti i pacchi viveri per coloro che hanno un ISEE non superiore ai seimila euro. I pacchi vengono dati secondo la consistenza numerica delle famiglie. La responsabile ha sottolineato come tra volontari e assistiti si instauri sempre una relazione: "parliamo sempre con i nostri assistiti in modo familiare e siamo al corrente delle loro situazioni e conosciamo tutti per nome.  Sono 190 le famiglie che assistiamo in modo continuativo e 120 in modo saltuario. I bambini da 0 a 15 anni sono 180 e il totale dei pacchi annui ammonta 5100. Provvediamo al ritiro dei generi alimentari in scadenza dalla locale Coop, ritiriamo anche i mobili e li montiamo per le famiglie che ne hanno bisogno. Tutto questo con l'aiuto di 45 volontari che non hanno alcun tipo di rimborso".

"Dal 2021 -ha continuato Rossella- abbiamo in gestione “La Casina”, che è costituita da una comunità famigliare di tre donne e un uomo che tutti conoscono come Robertino, un gruppo di donne va a cucire con loro, proprio per non lasciarle sole e per condividere la loro vita. L'attività è finanziata con un contributo da parte del Comune, dalla Asl. Dal Banco Alimentare, dai generi alimentari raccolte nelle parrocchie, ma la nostra forza sono i volontari".

Al termine don Matteo Seu ha chiesto a Rossella di spiegare il logo e il perché il Villaggio sia strutturato come Associazione. La risposta è stata che il logo, che mostra una fontana zampillante, vuol essere proprio “una sorgente di vita”. L'essere “Associazione” e non Caritas vuole rimarcare la sua “laicità”, posta al di là di ogni credo religioso e politico, perciò si possono avvicinare volontari che non sono credenti, ma desiderosi di aiutare il prossimo. Cosa può essere ancora fatto? Naturalmente sensibilizzare e sollecitare le persone nell'azione e nella condivisione perché i volontari non sono mai troppi, ne sa qualcosa don Matteo che aiuta anche lui i volontari nel caricare e scaricare la marci!

guarda le foto scattate da Antonluca Moschetti https://photos.app.goo.gl/XhfDDo1Kt3J5PL4F9

Il convegno di Quaresima 2024
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