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Quindici anni di servizio episcopale a Livorno

2 dicembre 2007- 2 dicembre 2022

Parole chiave: monsignor Giusti (6)
Grazie per questi anni insieme!

Quindici anni di cammino pastorale a Livorno, un traguardo importante, che oggi monsignor Simone Giusti ha voluto celebrare con una Messa al Santuario di Montenero, insieme al clero livornese.
Ecco le sue parole:

Comunicare la sua gioia
Non lasciare mai che le tue preoccupazioni crescano fino al punto di farti dimenticare la gioia del Cristo Gesù.
Tutti noi aneliamo al paradiso, ma possiamo essere sin da ora con Lui e comunicare la sua gioia.
Questo significa:
amare come Lui ama;
aiutare come Lui aiuta;
dare come Lui dà;
servire come Lui serve;
salvare come Lui salva.
Significa essere con lui ventiquattro ore al giorno e toccarlo nel suo aspetto più malandato.

I progetti di Davide e Maria
L'uomo che non conosce i disegni di Dio: Natan, asseconda i progetti dell'uomo. Quanti progetti abbiamo visto fallire nel secolo scorso.
L'uomo che conosce i disegni di Dio: Paolo, sa che essi sono un dono il quale va saputo accogliere e poi vivere con fede.
Maria aveva i suoi progetti ma era abituata ad accogliere il Signore ed ad ascoltare la sua parola: Maria è donna mistica. Non si stupisce dell'angelo ma di cosa gli rivela.
Maria si chiede come sia possibile ciò.
Dio non chiede a Maria una fede cieca ma ragionata, intelligente, aperta al mistero.
L'angelo afferma che in lei compiranno le profezie di Isaia.
A riprova della verità delle proprie parole l'angelo cita il miracolo, il segno prodigioso avvenuto a Elisabetta e a Zaccaria.
Maria si apre all'impossibile per una fede intelligente.
Maria si rende disponibile al progetto impossibile di Dio .
E' una donna che accetta il sogno di Dio.
E' una donna temeraria.
È donna coraggiosa che sa osare il nuovo e l'impossibile .
Niente è impossibile a Dio.
Si badi bene a Dio non agli uomini.

Quest’oggi ho voluto celebrare i miei 15 anni di episcopato qui al Santuario di Montenero perché Maria è da sempre la stella del mio sacerdozio e quindi anche del mio episcopato fin dalla sua genesi, essa infatti campeggia nel mio stemma. Sin dal 7 novembre 1983 (il 5 novembre fui ordinato sacerdote, il 6 celebrai la prima messa in parrocchia, il 7 la salita a Montenero con i miei genitori) il mio sacerdozio è stato offerto a Maria e a lei ho chiesto la Sua materna protezione.

Sappiamo molto bene che Maria è “forma ecclesia” e “madre dei sacerdoti”: il mio legame con Maria prima che affettivo è teologico. Sostanziale. È Madre mia: il rosario è quotidiano. La meditazione continua del ministero e del mistero di Maria m’illumina nell’essere teoforo e gravido di Dio come San Paolo: “non sono più io che vivo ma Cristo che vive in me”.

 

Padre mio, mi abbandono a Te,

Fa di me ciò che ti piace.

Qualunque cosa Tu faccia di me Ti ringrazio.

Sono pronto a tutto, accetto tutto

purché la Tua volontà si compia in me e in tutte le Tue creature.

Non desidero niente altro, mio Dio.

Rimetto la mia anima nelle Tue mani,

Te la dono, mio Dio

con tutto l' amore dei mio cuore.

Perché Ti amo.

Ed è per me una esigenza d'amore il donarmi, il rimettermi nelle Tue mani  senza misura con una confidenza infinita poiché Tu sei il Padre mio.

Ma oggi devo anche dire anche grazie a voi tutti, cari confratelli, per avermi accolto, accettato, sopportato, apprezzato, ascoltato è fatto segno della vostra cordiale amicizia. Grazie per la preghiera con la quale mi avete e mi sostenete: la comunione di grazia è la nostra forza.

Grazie per questi anni insieme!

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Grazie per questi anni insieme!
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