Diocesi
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La novità pastorale del prossimo anno

Una prima introduttiva riflessione

Parole chiave: missio ad gentes (2)
È tempo di "Missio ad Gentes"
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Tra le novità pastorali del prossimo anno annunciate dal vescovo Simone e indicate dal cammino Sinodale delle Chiese che sono in Italia, ci sarà la Missio ad gentes, che proverà ad ascoltare anche chi non è cristiano. Durante la settimana presbiterale a Canale d'Agordo con mons. Giusti, si è costituita una prima équipe di persone che si occuperanno di questo ambito. Ne fanno parte don Simone Barbieri, don Fabio Menicagli, don Alessandro Merlino, mons. Paolo Razzauti e i coniugi Giovannetti, Pierluigi e Francesca, poiché sarà un impegno che coinvolgerà il mondo della scuola, oltre a quello delle parrocchie interessate.

A Livorno ci sono molte comunità etniche alcune delle quali già seguite da propri sacerdoti come ad esempio le due comunità greco cattoliche, Ucraina e Rumena, nonché la comunità ortodossa rumena. Ma molte altre comunità cattoliche sono presenti a Livorno; sia africane, asiatiche che dell’America Latina. Sembra dunque opportuno, nello stile richiesto dal cammino sinodale, che ognuna di queste comunità cattoliche abbia il proprio sacerdote capace di parlare la madrelingua e ancor meglio se fosse della stessa nazionalità. Accanto a questo servizio verso i cattolici la Diocesi dovrà intensificare una collaborazione ecumenica con le altre chiese cristiane, dato che stiamo vivendo un momento di stanca dell’ecumenismo e siamo passati della volontà di costruire una chiesa unita, alla reciproca tolleranza, che garantisce rapporti sereni, ma ognuno con le proprie differenze peculiarità e anzi alcune volte con la crescita della distanza teologica. C'è inoltre da affrontare il vero e proprio tema della MISSIO alle tante genti non cristiane che sono presenti in Livorno, in primis i nativi di Livorno, i quali ammontano a circa il 45% della popolazione. Accanto ai livornesi, ci sono tanti immigrati verso i quali esercitare un’evangelizzazione per attrazione.I primi passi da compiere potranno essere così articolati:

  • creare le condizioni culturali per far comprendere l’evento cristianesimo e quindi aprire un dialogo con tutti i gruppi presenti e già costituiti nel nostro territorio, disponibili a un dialogo della fede, a una ricerca del senso della vita, delle ragioni del vivere e di quanto altro sia da sfondo alla religiosità.
  • accanto a questa opera culturale altre iniziative verranno promosse a livello televisivo per i tanti anziani non battezzati e a livello scolastico per cercare di comprendere le ragioni del non credere e altresì le ragioni di una diffidenza verso il cristianesimo.
  • tema particolare da affrontare sarà anche quello dei diritti umani, vero terreno di scontro in questa epoca fra la chiesa cattolica e la cultura contemporanea. 
  • Inoltre si propone di studiare quale formazione specifica dovranno avere i missionari a Livorno, per adempiere la loro opera, dovremmo cercare di studiare modelli di missione già presenti in Europa, ad esempio la missione fatta dei domenicani nella periferia di Parigi, nonché altri modelli di cui possiamo venire a conoscenza. 
  • Chiarita la modalità con la quale potremo intraprendere un’azione attrattiva ed evangelizzatrice, allora potremmo anche elaborare delle linee per la formazione delle persone che si rendono disponibili alla missione, in primis le persone che si offriranno per il cammino di “lettori”.
  • Opportuno un censimento degli immigrati presenti nel nostro territorio, possibilmente parrocchia per parrocchia, onde sapere dove sono i nuclei più consistenti e i quartieri dove sono più presenti.
  • Luoghi di pre evangelizzazione saranno l’oratorio e, all’interno di esso, o parallelamente ad esso, l’aiuto allo studio. Essi sono luoghi alternativi i quali permettono di poter incontrare persone di ogni etnia e religione e donano la possibilità di creare dialoghi di amicizia, che potranno diventare anche ponti per un prima annuncio.
  • Il gruppo degli evangelizzatori dovrà essere prima di tutto una unità spirituale, che sia una cosa sola perché il mondo creda, il che non vuol dire che non sarà curata la formazione teologica e metodologica, ma tutto a partire da un primato della vita spirituale, perché fondamentale sarà la testimonianza di comunione. 
  • Sarà importante che il gruppo promotore della missione sensibilizzi le parrocchie, prima di iniziare a svolgere una vera e propria opera di evangelizzazione.
  • Presumibilmente inizieremo la Missio dal primo vicariato e dal sesto vicariato, dove si suppone ci sia una maggiore concentrazione di immigrati. 
  • Ma non dovranno essere trascurate neppure tutte le altre parrocchie, dove comunque c’è una grande numero di livornesi non battezzati

Di questa novità pastorale, le cui indicazioni sono contenute anche nella Lettera pastorale, che sarà consegnata come ogni anno l'8 Settembre a Montenero, alla ripresa delle attività, torneremo a parlare su queste pagine durante questi mesi estivi.

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