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La Messa del 2 Marzo in Cattedrale

Un altro modo di fare politica è possibile. Un altro mondo è possibile. Una nuova umanità può sorgere

Parole chiave: ceneri (7), pace (33), ucraina (52)
Dio non deve essere calpestato  dalla politica. Le parole del Vescovo alle Ceneri

Il vescovo Simone ha celebrato la Messa delle Ceneri in Cattedrale questa mattina e le sue parole di riflessione nell'omelia si sono concentrate sull'invito del Papa a pregare e a fare digiuno, perché la guerra finisca immediatamente. Ma mons. Giusti ha voluto sottolineare come questa guerra, come le altre del resto, non siano mai comandate dal credo religioso, bensì frutto della poca fede degli uomini e sia la politica a fare da padrona.

Ecco le sue parole pronunciate nell'omelia

Un’ennesima guerra si è accesa in Europa, le parole del Pontefice che già alcuni giorni fa avevano stigmatizzato questa eventualità, sono risuonate gravi e da monito per tutti noi cristiani. E’ incredibile ha affermato il Santo Padre che due paesi cristiani, credenti nel Vangelo, pensino di poter risolvere i propri problemi politici, con la guerra.

La guerra è una palese violazione del comandamento di Dio: “non uccidere”.

La Chiesa ammette la difesa ma non certamente l’omicidio; afferma la resistenza all’assassino ma non giustifica mai una reazione che porti a uccidere tanti più innocenti; comprende che un popolo si possa difendere da un tiranno sanguinario ma giammai l’uccisione di fratelli inermi.

Quello che sta avvenendo è purtroppo qualcosa di tragico che già molte volte nella storia è accaduto: paesi cosiddetti cristiani in guerra fra di loro. E’ scandaloso anche che paesi, nazioni, che si riconoscono, nel Vangelo si affrontino con le armi.

Purtroppo la storia è costellata di popolazioni profondamente religiose, siano esse cristiane o musulmane, le quali per secoli, si sono affrontate militarmente credendo di poter risolvere i loro problemi con le armi.

Il problema è allora il credo religioso come alcuni hanno affermato: la religione fomenta la guerra? Tutt’altro!!!!

Il problema è la poca fede religiosa di noi tutti, se avessimo fede in Dio, si praticherebbe la misericordia verso il fratello che ti offende, non la vendetta, non la guerra. I popoli russi di Crimea e del Donbass, possono aver ricevute le peggiori vessazioni dai governanti dell’Ucraina, ma niente giustifica reagire con una guerra totale a un intero popolo, per lo più incolpevole di quanto solo i politici possano aver compiuto.

Dobbiamo essere più cristiani, più credenti in Dio, più Musulmani, più Buddisti o più Induisti. Tutti siamo creature di Dio, figli dell’unico Dio e pertanto fratelli e i fratelli non si uccidono vicendevolmente, ma operano concordi. Non basta dirsi credenti in Dio, occorre vivere da figli di Dio; non basta proclamarsi cristiani e accendere una candela, la fede diventi vita e luce alle proprie scelte, anche in politica, come santi politici ci hanno dimostrato, basti ricordare, rimanendo in Italia, La Pira, De Gasperi, Dossetti, Lazzati: tutti illustri uomini politici che hanno ricoperto importanti incarichi istituzionali, ma al contempo capaci di non smarrire mai la luce del Vangelo, non per nulla sono stati tutti dichiarati Venerabili e hanno in corso il processo di beatificazione. Un altro modo di fare politica è possibile. Un altro mondo è possibile. Una nuova umanità può sorgere.

Problema è quando la politica prende il sopravvento sulla propria fede, sulla propria religione o quando essa non ha alcun riferimento neppure a valori universali quali la legge naturale o la dichiarazione dei diritti fondamentali di ogni uomo dell’ONU ed è dominata solo dal principio dell’appagamento dei desideri dei popoli come nell’attuale  Carta Europea.

Quando la politica sopravanza la fede nella coscienza personale del cittadino credente, assistiamo a politici cristiani, a un popolo cristiano incoerente; è purtroppo storia comune di ieri e di oggi. Ne abbiamo fatto più volte esperienza tragica anche in Italia: un unico esempio, nel 1914 i politici e il popolo cristiano, battezzato, cresimato, praticante, è stato più pronto a seguire condottieri di sangue e di morte come il Re e il suo Primo Ministro, piuttosto che Uomini di Dio come Benedetto XV il quale si era schierato apertamente contro la Prima Guerra Mondiale. La storia ha dato poi ragione al papa e nei libri di storia si parla a aproposito della 1ª Guerra mondiale, di inutile strage, ma intanto sono morti milioni di giovani.

Putin è cristiano, Zelensky è ebreo, per entrambi e per i loro popoli, è luce della loro coscienza il comandamento: non uccidere! A cosa stiamo assistendo? La ragion politica annichilisce le Sacre Scritture, la Bibbia e con esse la pace. E’ successo tante volte in questi secoli di cristianesimo e purtroppo tanti re e popoli cristiani si sono macchiati di questo peccato.

Questo mercoledì delle ceneri allora deve essere la riaffermazione del primato della fede, del primato del credere in Dio, sulla politica, sugli interessi nazionali, sugli egoismi nazionali. Si deve uscire dalla logica del conflitto fra i blocchi per relazione di fratellanza fra uomini e popoli liberi. Uscire una volta per sempre dal confronto militare come sta avvenendo anche in questi giorni, a favore di una collaborazione fattiva.

Papa Francesco con la sua opera infaticabile di costruzione di ponti di amicizia con i musulmani, con la Lettera, “Fratelli tutti” ci indica la via e ci mostra come sia possibile gettare le basi per una nuova universale fratellanza umana. Di fronte all’incapacità dell’ONU, alla sua conclamata inettitudine a prevenire le crisi internazionali e le guerre, occorre mettere mano a una coraggiosa riforma di questa veneranda quanto pachidermica istituzione.

E’ necessario poi che le grandi religioni mondiali arrivino a una stretta collaborazione per potere proclamare una universale fratellanza che porti a una capacità di risolvere i conflitti sulla base del proprio credo religioso e non tanto della politica; essa deve essere servizio di carità, giammai proclamazione di alcuna guerra.

Urgente è la nostra conversione

La Quaresima è tempo favorevole di rinnovamento personale e comunitario che ci conduce alla Pasqua di Gesù Cristo, morto e risorto. La risurrezione di Cristo anima le speranze terrene con la grande speranza della vita eterna e immette già nel tempo presente il germe della salvezza.

Non stanchiamoci di estirpare il male dalla nostra vita.

Il digiuno corporale a cui ci chiama la Quaresima fortifichi il nostro spirito per il combattimento contro il peccato.

Non stanchiamoci di chiedere perdono nel sacramento della Penitenza e della Riconciliazione, sapendo che Dio mai si stanca di perdonare.

Non stanchiamoci di combattere contro la concupiscenza,

quella fragilità che spinge all’egoismo e ad ogni male, trovando nel corso dei secoli diverse vie attraverso le quali far precipitare l’uomo nel peccato. Una di queste vie è il rischio di dipendenza dai media digitali, che impoverisce i rapporti umani. La Quaresima è tempo propizio per contrastare queste insidie e per coltivare invece una più integrale comunicazione umana fatta di «incontri reali» a tu per tu.

Non stanchiamoci di pregare.

Gesù ha insegnato che è necessario «pregare sempre, senza stancarsi mai» (Lc 18,1). Abbiamo bisogno di pregare perché abbiamo bisogno di Dio.

Di fronte all’amara delusione per tanti sogni infranti, di fronte alla preoccupazione per le sfide che incombono, di fronte allo scoraggiamento per la povertà dei nostri mezzi, la tentazione è quella di chiudersi nel proprio egoismo individualistico e rifugiarsi nell’indifferenza alle sofferenze altrui. Effettivamente, anche le migliori risorse sono limitate: «Anche i giovani faticano e si stancano, gli adulti inciampano e cadono» (Is 40,30). Ma Dio «dà forza allo stanco e moltiplica il vigore allo spossato. Quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi» (Is 40,29.31).

La Quaresima ci chiama a riporre la nostra fede e la nostra speranza nel Signore (cfr 1 Pt 1,21), perché solo con lo sguardo fisso su Gesù Cristo risorto (cfr Eb 12,2) possiamo accogliere l’esortazione dell’Apostolo: «Non stanchiamoci di fare il bene» (Gal 6,9).

Non stanchiamoci di fare il bene nella carità operosa verso il prossimo.

Durante questa Quaresima, pratichiamo l’elemosina donando con gioia (cfr 2 Cor 9,79) soprattutto alle vittime di questa nuova e demoniaca guerra.

Siamo grandi nella carità

perché essa copre una moltitudine di peccati.

 

 

 

 

 

Dio non deve essere calpestato dalla politica. Le parole del Vescovo alle Ceneri
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