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È nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore

Messa della notte

Parole chiave: commento al vangelo (222)
Alleluia!

Lc 2,1-14

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».

E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:

«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

 

Alleluia! La Gloria di Dio si è fatta carne, qui in mezzo a noi, proprio oggi! L’evento tanto atteso da generazioni si fa presente in mezzo a noi. Il tempo di Avvento ci ha preparato con forza a quello che ora festeggiamo, disponendo i nostri cuori e tutta la nostra vita a Colui che ci ama. Ma, oggi come allora, “per loro non c’era posto”: non tutti hanno preparato le loro vie, non tutti hanno reso disponibile il cuore e la mente, non tutti hanno apparecchiato la propria vita in attesa del Salvatore. Già: il Salvatore, ma per salvare da chi o che cosa? Senza la gioia che la nostra vita può sprigionare, “salvezza” diventa solo una parola astratta, solo una cosa in più da fare o da attendere. Il richiamo degli angeli a “non temere” è il primo passo che ci viene chiesto in questo grande mistero, l’unica via per comprenderlo e viverlo.

Alleluia!
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