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La Chiesa sarà sempre dalla parte degli ultimi

Nel quartiere della Venezia fino alla chiesa della Fortezza

Parole chiave: madonna del buon rimedio (3)
La processione della Madonna del Buon Rimedio

La processione che si è tenuta nel quartiere della Venezia è nata circa 19 anni fa per ricordare la prima redenzione dei Trinitari a Livorno, ma anche per onorare la Madonna del Buon Rimedio per tutte le grazie ricevute per la sua intercessione.

Secondo l’antichissima tradizione dell’Ordine, la Madonna si onora sotto il titolo di Beata Maria Vergine del Buon Rimedio la quale porta sulla veste la croce trinitaria e ha un sacchetto nella mano destra come segno del riscatto versato dai Padri per la liberazione degli schiavi.

Quest’anno la processione oltre a rivolgere le preghiere per i tutti i cristiani perseguitati a causa del Vangelo e che soffrono in tutto mondo, soprattutto in Siria, Israele, Africa ed Asia, c’è stato il ringraziamento speciale a Maria per la grazia della libertà in Pakistan, della famiglia di Isaq, Sana e Rishad. Erano in schiavitù da 19 anni, torturati e maltrattati perché erano cristiani. Non hanno perso mai la speranza. Ora sono in un posto sicuro e si stanno integrando con la nuova realtà.

Dopo la preghiera iniziale tenuta dal vescovo Monsignor Simone Giusti in San Ferdinando, i presbiteri, le associazioni e i fedeli hanno sfilato lungo le strade del quartiere per poi sostare alla Cantina della Sezione Nautica Venezia, uno dei luoghi simbolo del quartiere ed è sempre stata l’anima di una delle più grandi tradizioni della nostra città, quella remiera. Livorno, nata come villaggio di pescatori e quindi città di mare, fatta di uomini di mare come facchini, calafati, cordai, navicellai, ha alle spalle una forte tradizione remiera che nasce con le origini della nostra città quando, con lo sviluppo del nostro porto e l`intensificazione dei traffici marittimi, i marinai labronici, sprezzanti delle alte onde ostili, correvano su rozze ma robuste barche a remi, per raccogliere e portare in salvo uomini e mercanzie preziose da navi in procinto di affondare. Per far questo i rematori dovevano tenere in forma i loro scali o approdi e si allenavano spesso, osservati dalle famiglie e dalla gente del villaggio, dando quasi sempre spettacolo, sfidando le altre imbarcazioni con voga possente e sicura.

Un membro della Cantina ha quindi accolto la Madonna con queste parole: “Questa nostra cantina è ormai un luogo della tradizione livornese dal 1924, da ben 100 anni. È un baluardo della storia remiera di Livorno, una realtà che ogni anno partecipa alle gare a 4 o 10 vogatori con i suoi immancabili colori bianco e rosso. La ‘Tura’, come è conosciuta ai veneziani, si è stabilita qui, all’ombra del ponte di Santa Trinita, aperta ai suoi frequentatori. O madre del Buon Rimedio, ti accogliamo con gioia e con fede nella nostra casa! Mettiamo sotto la Sua protezione la nostra cantina, il nostro competere e le nostre famiglie”. Al termine il Vescovo ha benedetto la Cantina e il gozzo e i caduti in mare ai quali sono stati lanciati i fiori cin segno di omaggio. Il trombettiere ha suonato il Silenzio. Poi salito sulla barca dove era stata posta la Madonna con i vogatori del Venezia è giunto alla Fortezza Vecchia. Qui in ricordo dei padri Trinitari e delle loro prime trasferte nei Paesi del Mediterraneo per la redenzione degli schiavi per religione e di tutti quei marinai che, giorno dopo giorno, vigilano ed operano sul mare con la loro energia e professionalità, per garantire pace e sicurezza a quanti si trovano sulla terraferma; è stata letta la Preghiera del Marinaio dal Comandante del Porto. La processione è proseguita fino alla chiesetta di san Francesco dove proprio lo scorso anno è stato celebrato il 370 anniversario della prima Processione dei Redenti a Livorno. Padre Francesco di San Lorenzo, dell’ordine francese dei Trinitari Scalzi Riformati, religioso del convento di San Dionisio in Roma, partì da Livorno per Tunisi nel giugno del 1563 con lo scopo di liberare gli schiavi cristiani e con 28 di essi arrivò a Livorno il 24 settembre.

Il vescovo Simone durante la riflessione ha voluto ricordare i tanti perseguitati per fede, nel mondo: Corea del Nord, Cina, Vietnam, India, Pakistan, Arabia Saudita, Nigeria, Messico: sono un numero impressionante: 450 milioni, “La Chiesa è e sarà sempre dalla parte degli ultimi e dei perseguitati”. Simone Giusti prima del congedo, benedicendo i presenti ha chiesto l’intercessione della Vergine Maria, stella del mare, e di tutti i testimoni del Vangelo i cui nomi sono nel libro della vita. Il coro sardo ha accompagnato con i canti la processione.

 guarda le foto https://photos.app.goo.gl/nG3APaajmRVxtAS16

La processione della Madonna del Buon Rimedio
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