Situazione carceri
Dietro le sbarre continuano a crescere i suicidi, che sono arrivati a quota 51
Altri suicidi, in carcere. Ed ora sono 51. Cinquantuno le persone che si sono tolte la vita in cella da inizio anno a venerdì, quando il Dipartimento di amministrazione penitenziaria ha aggiornato i suoi dati. In tutto il 2021 erano stati stati 57. L’ultimo a farla finita, a Monza, è stato il 24enne Mohamed Siliman: sarebbe uscito il prossimo aprile ed era sottoposto ad una misura di “grande sorveglianza” per problemi di autolesionismo.
Qualche ora prima un altro detenuto si è tolto la vita a Rimini. Una escalation che sembra inarrestabile. Di fronte all’emergenza – un suicidio si è verificato anche nella casa di reclusione di Padova pochi giorni fa – il Coordinamento del carcere, il Due Palazzi, ha deciso di riprendere e rilanciare l’appello promosso dall’ispettore generale dei cappellani, don Raffaele Grimaldi, sulle pagine di Avvenire: «Una telefonata può salvare la vita di un detenuto, per questo chiediamo la liberalizzazione delle telefonate in cella, come possibilità di trovare nei legami familiari e affettivi la forza di andare avanti anche nei momenti di disperazione» spiega Nicola Boscoletto, presidente della cooperativa Giotto, da anni impegnata nel reinserimento lavorativo dei detenuti, e sottoscritto anche da Ristretti Orizzonti – nata nel penitenziario padovano –, così come da Telefono Azzurro, Antigone Padova, Teatro Carcere per un totale di ben 18 realtà del Terzo settore.
continua https://www.avvenire.it/attualita/pagine/carceri-il-grido-si-moltiplica-subito-le-telefonate-libere
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