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Non così vicino

La valutazione della Commissione film della CEI

Parole chiave: film (80)
Il film di Marc Foster

Tutti si meriterebbero un vicino come Otto Anderson: ruvido in superficie, ma generoso nell’animo. Parliamo del film “Non così vicino” (“A Man Called Otto”) prodotto e interpretato da Tom Hanks; a dirigerlo è Marc Foster, regista che si è fatto apprezzare per titoli di grande richiamo come “Monster’s Ball” (2001) e “007. Quantum of Solace” (2008). Il progetto prende le mosse dal romanzo di successo “L’uomo che metteva in ordine il mondo” (2012) dello svedese Fredrik Backman, portato già sullo schermo con il film “Mr. Ove” (2015), che ha incassato due nomination agli Oscar nel 2017. Hanks si è innamorato del soggetto e ha messo in piedi il remake a stelle e strisce. Non si tratta però di una mera operazione commerciale: è una riflessione di senso che rimette al centro i valori della prossimità e solidarietà. La storia. Pittsburgh, oggi. Otto Anderson (Tom Hanks) è un pensionato di 63 anni rimasto da poco vedovo. I suoi vicini lo temono, per il carattere rigido e burbero, ma soprattutto per le manie di controllo sul caseggiato: è preciso, rispettoso delle regole, e non tollera l’approssimazione. Nonostante quest’apparenza granitica, in verità Otto è afflitto da una bruciante solitudine e pensa di togliersi la vita.

L’arrivo di una caotica coppia di vicini latinoamericani sconvolge la sua vita… Qua e là si registra qualche scivolata nel sentimentalismo zuccheroso, ma nell’insieme “Non così vicino” è un film che fa assolutamente bene, che va dritto al cuore. Merita di essere visto perché con ironia e dolcezza affronta temi di stringente attualità: il senso di solitudine in una società mediaticamente rumorosa e caotica; l’importanza della riscoperta dell’altro, di quella prossimità solidale che è andata sbiadendo sempre più. Otto sembra ostile con i vicini, con chiunque, perché è un uomo che soffre, che fatica a gestire il lutto che l’ha travolto. Il suicidio appare come l’unico modo per mettere a tacere il suo dolore, ma ogni volta che ci prova finisce inaspettatamente per salvare altre vite. (Ri)scopre così un attaccamento profondo alla vita, riassaporando il valore della condivisione e della tenerezza grazie ai vicini, soprattutto a Marisol (Mariana Treviño), che con la sua simpatica insistenza riesce ad aprire una falla nella rigida corazza di Otto.

Il regista Foster ricorre a quella cifra narrativa dolce e avvolgente già vista nei suoi precedenti “Neverland” (2004) e “Ritorno al Bosco dei 100 Acri” (2018), lasciando a Tom Hanks il compito di diffondere nella storia una gamma di sfumature comico-drammatiche, che oltre a caratterizzare Otto imprimono dinamica e ritmo al racconto. “Non così vicino” si lascia amare con facilità, per questo suo indovinato mix di ironia frizzante e tenerezza, per questo ricordarci che la vita va giocata non nella prospettiva dell’Io, dell’isola, ma nel Noi. La vita, infatti, trova senso solo se condivisa. Consigliabile, brillante, per dibattiti.

Fonte: Comunicato stampa

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