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Youtuber cattolici

Youtube: spazio dove caricare e guardare video, social media vero e proprio, colosso mondiale dell’intrattenimento e dell’informazione

Parole chiave: weca (86)
Esperienze e consigli

Nel Tutorial di questa settimana facciamo un passetto in più. E parleremo non di Youtube, ma di Youtuber.

https://youtu.be/0uPjVraVDqc

La figura – ormai mitologica – chiamata Youtuber non si riferisce ad utente qualsiasi di Youtube – del resto lo siamo tutti – e nemmeno chi si trova a caricare uno o più video sulla piattaforma.

Per Youtuber ci si riferisce a una persona

  • che pubblica suoi contenuti su Youtube;
  • che ha una community di spettatori che vedono i suoi video quando escono;
  • che assume uno stile preciso e riconoscibile.

Insomma, possiamo dire che lo Youtuber è il “personaggio” che popola Youtube, esattamente come i presentatori stanno alla TV o gli attori al cinema.

Nel Tutorial di oggi guarderemo ad alcuni tra i principali Youtuber di argomenti cattolici in Italia e cercheremo di individuare, dal loro esempio, alcuni spunti preziosi per stare su Youtube.

Certo: non ci immaginiamo che tutti i parroci, i catechisti e gli educatori debbano per forza diventare Youtuber, eppure una maggior presenza in questi ambienti – anche occasionale – potrebbe fare molto bene anche alla nostra Chiesa.

Consiglio numero 1: Se i tuoi contenuti funzionano, puoi diventare uno Youtuber anche senza accorgertene

Alessandro Barbero, storico e docente dell’Università del Piemonte Orientale, pur essendo ormai da oltre vent’anni un volto televisivo, ha visto la sua popolarità crescere a dismisura solo ultimamente grazie a Youtube, quando qualche utente anonimo ha cominciato a caricare i filmati delle sue conferenze.

Con decine di canali che rimbalzano i suoi interventi, Alessandro Barbero è di fatto divenuto uno degli Youtuber più famosi in Italia, senza mai aver dovuto aprire uno specifico canale Youtube.

Un’esperienza molto simile è quella di don Fabio Rosini, prete della diocesi di Roma e autore molto conosciuto, i cui contenuti hanno inizialmente avuto successo grazie a conferenze e spezzoni dapprima caricati qua e là. Ora don Fabio ha anche un canale suo con oltre 21 mila iscritti.

Sono video lunghi, senza stacchi o montaggi prodigiosi, ma ciò che conta, per gli spettatori che li guardano in centinaia di migliaia, sono proprio le parole lì pronunciate.

Youtube è un contenitore di interessi. Se i tuoi contenuti sono buoni e funzionano, se il tuo modo di parlare piace e appassiona, allora potresti diventare Youtuber anche senza dover mai caricare un video su Youtube.

Consiglio numero 2: Pensa a chi vuoi raggiungere e adotta lo stile più adatto

Don Alberto Ravagnani è un giovanissimo prete milanese, divenuto famoso come Youtuber – e successivamente come influencer nei vari social media, da Instagram a Tik Tok. Abbiamo già raccontato la sua storia nei mesi del primo lockdown per il Coronavirus, di come – sospese le attività in oratorio – abbia voluto raggiungere i suoi giovani con Youtube, diventando in poche settimane un fenomeno.

Il successo di don Alberto – oltre alle sue capacità innate – è da attribuire allo stile che ha scelto e alla sua assoluta fedeltà al target. Don Alberto parla ai giovani di oggi, usa la loro lingua, le loro figure retoriche, i riferimenti culturali.

La specializzazione premia. Definisci un target preciso e scegli razionalmente lo stile a cui attenerti per migliorare il rapporto con esso.

Consiglio numero 3: Intrattieni, sempre

Attenzione: intrattenere non significa offrire soltanto spettacolo e comicità. Anche uno storico, come nel caso di Barbero, o un predicatore, come nel caso di don Rosini, sono in grado di intrattenere riuscendo ad ottenere l’indivisa attenzione dello spettatore.

Su Youtube troviamo l’esempio di alcuni insegnanti di religione: il romano Michele Santoro con il canale, dal titolo ironico, “Religione: no grazie?”, don Gianmario Pagano del canale “Bella, prof!”, tra i primi a sperimentarsi in questo mondo e Lorenzo Galliani di Religione Online, con le sue esplorazioni nel mondo “pop”.

I loro video – veloci, leggeri, ma comunque formativi – riescono pienamente a “intrattenere” non rinunciando a far leva sul fascino della conoscenza.

Consiglio numero 4: Specializzati su un argomento. Da cattolico, ma specializzati

Un caso meritevole di menzione è quello di don Giovanni Benvenuto, prete di Genova e amico di WeCa, che con il suo canale “Comunicare il sorriso di Dio” ogni settimana parla di comunicazione interpersonale, di ascolto e di empatia.

Don Giovanni, in questo canale, parla di fede solo quando il tema si sovrappone agli argomenti di cui parla. Nel suo caso, l’ispirazione cristiana è forte, ma discreta. È il tema della comunicazione che regge il canale e che attira gli spettatori.

Insomma, su Youtube i cattolici non devono limitarsi alle omelie e ai commenti al Vangelo, ma possono spaziare su mille campi diversi dello scibile umano, dalla scienza alla psicologia, dalla letteratura all’intrattenimento fino ai videogiochi. Del resto, l’evangelizzazione parte dalla testimonianza, dall’esempio.

 

Testi: Andrea Canton

Fonte: Comunicato stampa
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