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La situazione tragica in Terra Santa

L'aiuto delle Caritas diocesane: ecco come fare per sostenerle

Parole chiave: patriarcato gerusalemme (1), mons. pizzaballa (1), pace (33)
Dal Patriarcato di Gerusalemme

Appello di S.B. Mons. Pierbattista Pizzaballa, Patriarca Latino di Gerusalemme alla comunità internazionale, alle Chiese e a tutte le persone di buona volontà

Insieme a tutti i capi delle Chiese, siamo profondamente scoraggiati e preoccupati per i recenti episodi di violenza avvenuti a Gerusalemme Est, alla Moschea Al Aqsa e al quartiere Sheikh Jarrah; episodi che violano la santità del popolo di Gerusalemme e di Gerusalemme come Città della Pace, e richiedono un intervento urgente.
La violenza contro i fedeli mina la loro sicurezza e i loro diritti ad avere libero accesso ai Luoghi Santi e pregare liberamente. Lo sgombero forzato dei palestinesi dalle loro case a Sheikh Jarrah è anche una violazione inaccettabile dei diritti umani più fondamentali, il diritto alla casa. È una questione di giustizia per gli abitanti della città vivere, pregare e lavorare, ognuno secondo la propria dignità; una dignità conferita all’umanità da Dio stesso.
In merito alla situazione a Sheik Jarrah, facciamo eco alle parole dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani che ha detto che lo stato di diritto è “applicato in modo intrinsecamente discriminatorio”. Questo è diventato un punto di forza principale tra le crescenti tensioni a Gerusalemme. La questione oggi non è un problema di controversia immobiliare tra parti private. È piuttosto un tentativo guidato da un’ideologia estremista che nega il diritto di esistenza di una persona nella propria casa.
Particolarmente preoccupante è anche il diritto di accesso ai Luoghi Santi. Ai fedeli palestinesi è stato negato l’accesso alla Moschea Al Aqsa durante il mese di Ramadan. Queste dimostrazioni di forza feriscono lo spirito e l’anima della Città Santa, la cui vocazione è quella di essere aperti e accoglienti; essere una casa per tutti i credenti, con uguali diritti, dignità e doveri.
La posizione storica delle Chiese a Gerusalemme è chiara riguardo la nostra denuncia di qualsiasi tentativo che rende Gerusalemme una città esclusiva per qualcuno. Questa è una città sacra alle tre religioni monoteiste e, sulla base del diritto internazionale e relative risoluzioni dell’ONU, anche una città dove i palestinesi, cristiani e musulmani, hanno lo stesso diritto di costruire un futuro basato sulla libertà, l’uguaglianza e la pace. Chiediamo anche il massimo rispetto per lo Status Quo storico di tutti i Luoghi Santi, compreso il complesso della Moschea Al-Aqsa.
L’autorità che controlla la città dovrebbe proteggere il carattere speciale di Gerusalemme, chiamata ad essere il cuore delle fedi abramitiche, un luogo di preghiera e di incontro, aperto a tutti dove tutti i credenti e i cittadini, di ogni fede e appartenenza, possono sentirsi a casa, protetti e sicuri.
La nostra Chiesa è stata chiara che la pace richiede giustizia. Nella misura in cui i diritti di tutti, israeliani e palestinesi, non sono accolti e rispettati, non ci sarà giustizia e quindi non ci sarà pace in città. È nostro dovere non ignorare le ingiustizie e le aggressioni contro la dignità umana, indipendentemente da chi le commette.
Facciamo appello alla Comunità Internazionale, alle Chiese e a tutte le persone di buona volontà di intervenire per mettere fine a queste azioni provocatorie, e continuare a pregare per la pace di Gerusalemme. Ci uniamo nella preghiera con l’intenzione del Santo Padre, Papa Francesco che “l’identità multi religiosa e multi culturale della Città Santa venga rispettata e che la fraternità possa prevalere.”

Ecco il resoconto delle Caritas e come fare per aiutare

Per settimane, manifestanti palestinesi e polizia israeliana si sono scontrati quotidianamente a Gerusalemme durante il mese santo musulmano del Ramadan a causa del dispiegamento di militari israeliani alla Spianata delle Moschee e nel quartiere di Sheikh Jarrah a Gerusalemme est, epicentro delle proteste, per l’ennesimo sgombero di una trentina di famiglie palestinesi dalle loro case. Ciò ha contribuito ad una crescente ostilità sino all’attuale escalation. Il 12 maggio scorso un accorato appello per la pace è stato lanciato dal Patriarcato Latino di Gerusalemme.

Gaza
La Striscia di Gaza con una popolazione di oltre 2 milioni di persone in un’area di circa 378 km2 è tra i luoghi più densamente popolati al mondo. Dal 2007, anno in cui Hamas ne ha ottenuto il governo, è sotto un rigido embargo da parte di Israele che controlla lo spazio aereo, marittimo e terrestre salvo una piccola sezione a sud confinante con l’Egitto. Con i bombardamenti in atto, i civili non hanno dove nascondersi e nemmeno la possibilità di fuggire come rifugiati via terra o via mare. Sono intrappolati in questa striscia di terra in balia delle bombe.
Al 14 maggio si contano oltre 120 vittime di cui 8 israeliani colpiti dai razzi lanciati da Hamas. Tra le vittime ci sono almeno 31 bambini e 19 donne. Oltre 800 i feriti. Gli abitanti di Gaza che hanno vissuto guerre frequenti nel corso di molti anni, sostengono che questa crisi è completamente diversa. I bombardamenti sono imprevedibili e gli ordigni più potenti. Sezioni di due strade principali sono completamente distrutte. Colpiti case, palazzi, strade, auto, stazioni di polizia.
INTERVENTI E INDICAZIONI PER LE CARITAS DIOCESANE
Caritas Italiana è in costante contatto con Caritas Gerusalemme, con cui collabora da anni con interventi sanitari nella striscia di Gaza, gemellaggi ed altro.
Caritas Gerusalemme sta predisponendo un piano di aiuti a Gaza in coordinamento con il Ministero della Salute. Gli interventi riguardano la fornitura di aiuti umanitari, assistenza sanitaria di base e il trattamento di feriti non gravi grazie a una rete di cliniche già esistenti.
Ulteriori azioni potranno essere previste in base ai bisogni in continua evoluzione.
Caritas Italiana intende sostenere questi interventi in coordinamento con la rete Caritas internazionale.
Anche per questa crisi è importante che la solidarietà mantenga un'attenzione oltre l’immediato data la complessità e l’elevata vulnerabilità pregressa della popolazione.

Di seguito alcune ulteriori indicazioni per le Caritas diocesane.
- Per le comunità diocesane italiane la forma di aiuto possibile è la colletta in denaro destinata alle vittime del conflitto. Come in altre emergenze, sono fortemente sconsigliate iniziative di raccolta di beni materiali.
- E’ possibile sostenere tramite Caritas Italiana gli interventi descritti in precedenza per i quali si forniranno ulteriori dettagli con i prossimi aggiornamenti.
- Ogni eventuale richiesta o intervento di aiuto da parte delle Caritas diocesane è importante sia segnalata e coordinata con Caritas Italiana.
- Al momento non viene richiesto l’invio sul posto di personale espatriato né specializzato né di volontariato generico. Disponibilità in tal senso vanno gestite opportunamente illustrando le difficoltà e le esigenze reali.
- Sul sito www.caritas.it sono disponibili i comunicati stampa, gli aggiornamenti, sugli interventi in atto man mano che verranno definiti.
Per ulteriori informazioni e coordinamento contattare
Ufficio Medio Oriente e Nord Africa di Caritas Italiana tel. 0666177247/268 mona@caritas.it

Fonte: Comunicato stampa
Dal Patriarcato di Gerusalemme
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