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Giada ha incontrato una persona e su di Lui ha puntato la sua vita

Giada Menicagli testimone di fede

Una Messa per ricordare la giovane catechista

Parole chiave: giada menicagli (31)
La mia libertà è il tuo disegno su di me

La storia di Giada è conosciuta da tutti: una ragazza come tante altre, una catechista, che, durante la sua vita terrena, è stata talmente innamorata di Cristo da accettare il disegno che era scritto nel cielo per lei con umiltà, fede e speranza. Una ragazza che oggi è la consolatrice dei sofferenti: di chi è malato, di chi è in carcere, di chi ha perso la speranza. Quando una persona si avvicina a Giada non può fare altro che “bussare con delicatezza alla sua porta”, entrare in punta di piedi, pregare con lei e ascoltare dove e cosa il Signore  chiama a essere. Giada è la luce che illumina le strade per arrivare al Signore e chi riesce a scorgerla non riesce più a farne a meno. Ecco che per raccontare la sua giornata di memoria bastano solo le parole di chi ha vissuto per lei e con lei: le parole di don Fabio Menicagli e di sua madre Emanuela.

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Il 4 gennaio del 2020, di sabato pomeriggio, per la seconda domenica del tempo di Natale, presso la parrocchia della chiesa Sacra Famiglia è stata concelebrata una santa messa per il 17° anniversario della nascita in Cristo di Giada Menicagli,  da don Fabio Menicagli, don Rosario Esposito, don Giuseppe Coperchini, insieme con i diaconi  Franco Caccavale e Roberto Bargelli.

Il canto di introduzione “Il disegno”  porta ad una riflessione sulla vita di Giada: “nel mare del silenzio una voce si alzò, da una notte senza confini una luce brillò dove non c’era niente quel giorno…”. Don Fabio, infatti, inizia la celebrazionericordando quel sabato del 4 gennaio di 17 anni prima, quando alle 22.18 è avvenuto il “passaggio”. Don Fabio afferma che molto spesso non comprendiamo i disegni del Signore, dove vuole condurci nella nostra vita, non ci fidiamo di Lui, ci ribelliamo e non accogliamo la volontà di Dio nei nostri confronti, che è unica: stare con noi.

Durante l’omelia don Fabio commenta le letture per mettere in luce che credere in Dio non è solo una percezione, un sentimento, ma è una verità ben precisa: Dio si è incarnato in un certo momento per venire da noi. Spesso non c’è accoglienza da parte dell’uomo, non si vuole fare questo incontro con la persona di Gesù e si pensa solo al sentimento. Gesù, incarnandosi, ha rinunciato a tutto per donarsi all’uomo, Gesù non è un’idea, Gesù è entrato nel mondo ed ha partecipato alla sofferenza umana ed è una persona viva che continua ad essere nella nostra vita. Un incontro. Come quello di Giada con Cristo.  Afferma: Giada ha incontrato una persona e su di Lui ha puntato la sua vita. Ha capito che non erano favole, non era la bellezza di un momento, come di un Natale, ha compreso e si è incontrata con Gesù proprio la 2° domenica del tempo di Natale. Ecco perché siamo affezionati e troviamo tanti segni della sua fede e li riconosciamo… Giada quella sera si è incontrata con il Signore, ha terminato una modalità di vita per continuare un altro tipo di vita. Perché non finisce la vita! Eternità e vita terrena, è sempre la stessa vita! E’ la vita che cambia perché abbiamo bisogno di entrare nella gloria di Dio, in un rapporto stretto con Gesù. Giada a 17 anni fu operata di appendicite e ci disse “se fossi morta quel giorno, sarei stata contenta. Ho visto Gesù”. Era un’esperienza che fece, di una persona che l’ha preparata ad un incontro. Giada ha vissuto dolore, sofferenza, speranza, prospettiva che ha saputo riconoscere tante volte vicino a sé. Noi crediamo che sia una cosa eccezionale, ma possiamo tutti fare questa esperienza. Tutto è una questione di fede…. Sono esperienze mistiche e la mistica riguarda la nostra vita. Perché ricordiamo Giada tutti gli anni? Perché ci aiuta a fare memoria della grandezza di Dio, di quando la mattina – del 4 gennaio 2003 - venivano le persone e io dicevo: venite a vedere la resurrezione! Era vero! Venite a vedere il risorto. Giada ha sofferto, ha terminato la sua sofferenza e ha raggiunto il sorriso e la fierezza di avere raggiunto il Signore.

Don Fabio continua dicendo che Giada è il segno di una presenza del Signore che, attraverso di lei, le persone riescono ad alleviare la propria sofferenza: è luce per i catechisti, è luce per  i disperati, è segno che Dio esiste. Giada diventa così il simbolo della fiducia: lei si è aggrappata a Cristo e ha trovato la pace, tutti siamo chiamati a farlo in quanto cristiani. Alla fine della messa è stata letta dalla catechista Elena una lettera scritta dalla mamma di Emanuela, un gesto di amore infinito verso la figlia, un segno di affidamento totale a Cristo. Ecco la lettera:

Ciao Giada,

sono trascorsi già 17 anni da quando sei nata il Cristo: tanti senza la Tua presenza fisica, pochi da come sei sempre nel mio cuore, in quello di Fabio e babbo …… ed in quelli che ti hanno voluto bene. Siamo certi che sei in contemplazione di Gesù, di Sua Mamma Maria  e  sei beata del loro immenso Amore.

Sono accadute tante cose da quel 4 gennaio 2003, era sabato come oggi, ma Te sei sempre presente in tutto ciò che facciamo. Sentiamo il desiderio di parlate di Te, della Tua testimonianza di Fede: un’eredità inesauribile che contagia molte persone perché non è facile trovarla.

Quando parlo di Te mi dicono che sono forte anche perché non è umano pensare come una mamma possa accettare di separarsi fisicamente da una parte così gestazionale. Mi meraviglio anch’io di tutto ciò perché, nonostante l’immensa nostalgia, non sono caduta nella disperazione. Ti sento viva in Cristo e ci doni tanto Amore: questo è un miracolo che mi è stato donato.

Ripeto sempre, alle persone, che ci hai preparato al Tuo distacco attraverso la preghiera che ci univa al Signore e che ci dava la forza di affrontare quei momenti della Tua malattia infondendoti tanto coraggio con la Sua costante viva presenza assieme alla Madonna e, di riflesso, a noi. Quante volte mi hai raccontato di averli vicini e specialmente quella volta, al reparto Cure Palliative, c’è stata la certezza! 

Avrei il desiderio di averti un po’ con me, di poterti far vedere quante lettere sono arrivate per Te, di raccontarti  come le persone si raccomandano alla Tua intercessione. Ma certamente lo saprai.

Per Te e con Te abbiamo conosciuto tante persone che hanno colto <<  i semini >>  che hai seminato nella Tua breve ma prolifica vita: tanti si sono avvicinati al Signore. Qual’ è il segreto che hai dato alla Tua esistenza?

Conoscere il Signore attraverso le Sacre Scritture, servirti dei Sacramenti che ci ha lasciato  per aiutarci nelle difficoltà della vita sia spirituale che fisica:

-              L’ Eucaristia della quale non potevi assolutamente farne a meno

-              Lo Spirito Santo che sentivi come una  grande forza

-              La preghiera che Ti univa a Gesù ed alla Madonna.

Tutto ciò con grande Amore! Tutto questo con Amore,  umiltà e semplicità ha riempito la Tua vita senza mai rinnegare il Signore.

Grazie del Tuo Amore e del Tuo esempio.

Prega per tutti noi.

Alla conclusione della celebrazione il Parroco don Rosario Esposito invita tutti i presenti all’appuntamento mensile e consiglia di portare un invito a tutte le persone che amano Giada o che non la conoscono ancora: ogni  4 del mese alle ore17.00 (18.00 ora legale)  presso la parrocchia della Sacra Famiglia i genitori e gli amici di Giada si riuniscono per pregare e per leggere le varie testimonianze. Don Rosario afferma che Giada è morta in concetto di santità e abbiamo tante testimonianze della sua presenza accanto al  Signore.

Fare memoria di fede: Giada ne è testimone e testimonianza: il suo nome era già scritto nel cielo, la sua libertà è disegno di Dio, un disegno che continua ad aprirsi piano piano per la salvezza di Giada, per la salvezza di ognuno di noi.                                                                                            

La mia libertà è il tuo disegno su di me
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