Diocesi
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Una telefonata di martedì grasso

La storia ed il resoconto dei primi mesi del 2024

Parole chiave: movimento per la vita (8)
Mame Diarra e il suo piccolino aiutati dal Movimento per la Vita

Daniela Musumeci, responsabile del Movimento per la Vita a Livorno e referente del Progetto Gemma, racconta la storia di una giovane mamma senegalese, in cerca di aiuto, che ha trovato sostegno nei volontari del MPV. A margine del racconto anche il comunicato e il resoconto della raccolta dei primi mesi del 2024

Ore 13.46: squilla il telefono: è la signora Silvia del gruppo di preghiera del sabato mattina “per le mamme e per i bambini nati al cielo”, presso la parrocchia di S. Caterina, che mi chiede se, come MPV (Movimento per la Vita), possiamo aiutare una ragazza senegalese, con bimbo piccolo, a pagare l’affitto entro il giorno dopo, altrimenti avrà problemi. Con mio marito Sandro, perplessi, scambiamo dapprima alcune parole a carattere informativo, poi le parliamo al suo cellulare per poterla rintracciare e le diciamo di aspettarci sul viale Italia, all’altezza dello Scoglio della Regina, per un incontro da lì a poco.

Seduta su una panchina troviamo una bella donna, giovane, con un bimbo in collo o, meglio, in un “marsupio” dorsale come usano in Africa, che dice di chiamarsi Mame Diarra. Ha bisogno di aiuto economico immediato, ma la Caritas del posto dove abita, contattata, non sembra possa darglielo; così ci sediamo e parliamo, chiediamo chiarimenti. Riferisce che ha 2 figli, il grande di 2 anni e il piccolo in collo di 7 mesi, che è sposata in Senegal, ma non c’è marito nei dintorni …. L’urgenza è che deve pagare l’affitto di 280,00€ entro il giorno dopo -l’affitto è di 580,00 ma 300,00€ li paga un'amica, che ha un figlio della stessa età del suo grande con cui gioca- mentre al resto deve pensare lei.

Mentre cerchiamo una soluzione, mi racconta che è stata operata di calcoli alla colecisti e per diversi giorni non ha potuto lavorare: è per questo ha bisogno di soldi(!). Deve rinnovare il passaporto scaduto e per questo deve andare a Milano al Consolato, perciò non può avere la residenza e non può usufruire dei vari benefici previsti per i bambini.

Telefoniamo alla nostra Caritas parrocchiale per avere il recapito telefonico di altre Caritas del paese (Cascine di Buti) dove lei abita; riusciamo ad avere contatti telefonici ma è evidente che al momento la Caritas di riferimento non può risolvere la situazione.

Poiché lei ci dice che l’ultimo treno utile per tornare a casa a Buti parte alle 16,05, e visto il poco temo a disposizione, decidiamo di cambiare programma e di andare dapprima tutti a casa nostra per valutare con calma il da farsi: trovare i soldi, essere sicuri che arrivino a destinazione, accompagnare a Cascina di Buti la mamma col pupo anche per verificare la situazione logistica.

Inoltre dobbiamo velocemente cambiare un po’ il programma della nostra serata: era previsto l’incontro annuale inter-distrettuale, con tutti i seminaristi del Seminario inter-diocesano, alla cena per l’ultimo di Carnevale a Torre del Lago, organizzato dalla socia serrana Gemma, proprietaria del ristorante. Informiamo l’amico serrano Emanuele del nostro cambio di programma, si occuperà lui, in vece nostra, di passare a prendere il nostro cappellano padre Gabriele per accompagnarlo alla serata, e, informato rapidamente della situazione della mamma senegalese, concorda di aiutare la ragazza con i fondi del Progetto Gemma (MPV), possibilmente con un bonifico bancario.

Arrivati casa, parlando con calma, mentre cambia pannolino al bimbo e mangia una piattata di spaghetti al pomodoro cucinata “al volo” (anche il bimbo tra una poppata e l’altra mangia pezzettini di spaghetti) sappiamo che ha studiato fino alla seconda superiore ma non ha finito; i genitori l’hanno fatta sposare a 16 anni, ma non è contenta perché non ha scelto il marito; lei è in Italia da cinque anni, non sa (o non vuol dire) dove è il marito (?). E’ venuta in Italia ma non ha pagato il barcone perché era di un amico del marito (?). Abbiamo avuto il tempo di fare una foto a noi tre.

Dopo un paio di accertamenti per verificare che la questione non fosse una bufala, abbiamo subito eseguito il bonifico di € 280,00 intestato all’Agenzia Immobiliare affittuaria presso la Banca CREDIT AGRICOLE ITALIA Pontedera.

Prima di partire per Cascine di Buti ci vestiamo per la serata con i seminaristi, e “carichiamo” Mame Diarra e il piccino in auto (fortunatamente avevamo un seggiolino per il bimbo!) e partiamo. Arrivati entriamo nella corte di un piccolo complesso di abitazioni nuove; l’appartamento è più o meno ordinato e pulito.

Mame Diarra ci ringrazia molto anche per il vario abbigliamento ed altre cose che avevo ricevuto proprio alcuni giorni prima per portarle alla Caritas parrocchiale per le eventuali necessità; purtroppo abbiamo lasciato nell’altra macchina il telo ed il lenzuolo con i quali la donna allestisce una sorta di marsupio per il piccino da portare dietro la schiena: siamo rimasti d’accordo che glielo faremo avere il prima possibile (a causa del mio infortunio solo pochi giorni fa abbiamo consegnato tali oggetti ad un cascinese perché li porti alla Caritas di riferimento di Mame Diarre).

Dopo aver lasciato mamma e piccino, alle 19,24, telefono a Silvia: missione compiuta… per adesso! E così possiamo andare, un po’ in ritardo, a Torre del Lago per l’incontro con i serrani pisani ed i seminaristi. Il giorno dopo mi arriva sul cellulare la foto di un foglio con la dichiarazione che l’affittuario ha ricevuto la somma dovuta!

progetto gemma

Il resoconto e il comunicato per la raccolta dei primi mesi del 2024 

Mame Diarra e il suo piccolino aiutati dal Movimento per la Vita
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