Giovani
Una settimana di giornalismo con l’Agenzia SIR
L'esperienza di una giovane collaboratrice a Roma

Claudia Masini, una giovane della parrocchia dei Salesiani, collaboratrice di queste pagine, racconta la sua esperienza tra i giornalisti del SIR Servizio Informazione Religiosa: una settimana di esperienze, concretizzata grazie alla collaborazione con la FISC (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), con cui La Settimana tutti i giorni è federata.

La bellezza di Roma e la presenza di Dio hanno accolto me e Susanna M. de Candia, del settimanale Luce e Vita della diocesi di Molfetta (Bari), per ben cinque giorni (dal 7 all’11 luglio), permettendoci di vivere un’esperienza intensa di giornalismo e di fede, affiancate dai giornalisti dell’Agenzia SIR fin dal primo giorno.
In redazione si sono fatti conoscere tutti, mostrandoci una calorosa accoglienza e rendendosi disponibili a farci vivere un’esperienza degna della città.
Senza perdere tempo siamo state catapultate nel loro mondo, dove abbiamo potuto muoverci con grande autonomia. Già dal lunedì pomeriggio, infatti, abbiamo potuto partecipare ad un convegno su Giorgio La Pira presso la Camera dei deputati per la ricorrenza dei suoi sette anni di venerabilità. Il “sindaco santo” ci ha ricordato ancora una volta quanto sia importante la pace, ma soprattutto quanto sia fondamentale la preghiera per poter raggiungerla.
Il giorno dopo siamo state accompagnate nella sala stampa Vaticana, che, ci hanno confidato, era inusualmente vuota per via dell’assenza del Papa. La nostra presenza lì era proprio per cercare di andare a raggiungerlo a Castel Gandolfo per la Messa del mercoledì, ritirando i nostri badge e mettendoci in lista con gli altri giornalisti nella speranza di essere estratte tra tutti. Subito dopo, insieme a Daniele Rocchi, giornalista dell’Agenzia SIR e nostro redattore personale per questa settimana, ci siamo recate all’Infopoint per il Giubileo dei Giovani (28 luglio – 3 agosto). Lì abbiamo avuto il piacere di intervistare Paulin, dal Burundi, che ci ha illuminato con la sua testimonianza di fede mentre vive il suo anno di volontariato giubilare. Nel pomeriggio abbiamo conosciuto Gianni Borsa, giornalista dell’Agenzia SIR nelle vesti di corrispondente da Bruxelles, tramite videochiamata, che ci ha raccontato un po’ del suo lavoro nella politica Europea e delle differenze che ha portato il Covid anche in questo ambito, permettendogli, per esempio, di lavorare da casa più spesso. Dopo di lui Marco Calvarese, giornalista e fotografo del SIR, ci ha fatto una breve, ma intensa, lezione di fotografia e videografia, utile per avere un buon risultato nel caso volessimo fare delle interviste registrate.

Purtroppo il mercoledì non abbiamo potuto partecipare alla Messa del Papa e così siamo rimaste in redazione a scrivere. Nel pomeriggio, invece, ci siamo recate allo storico palazzo dell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede per la presentazione della 46ª edizione del Meeting di Rimini (22-27 agosto), dove, insieme ad altre testate giornalistiche, abbiamo sentito in anteprima quali temi saranno trattati al meeting, ricordando principalmente che si tratta di un luogo di ascolto e che, infatti, queste giornate saranno incentrate sulle storie e le testimonianze delle persone per favorire l’empatia e la conoscenza reciproca.
Il giovedì, arrivato fin troppo velocemente, dopo una mattinata di scrittura in redazione, abbiamo fatto compagnia a M. Chiara Biagioni, giornalista dell’Agenzia SIR, e Giacomo Gambassi, giornalista di Avvenire, durante due importanti interviste nel collegio ucraino S. Giosafat al termine del Sinodo della Chiesa greco-cattolica ucraina, dove il card. Matteo Zuppi ha esortato a vedere la guerra con “gli occhi dei bambini per capirla e combatterla”, perché solo “i bambini ci fanno capire quanto la guerra sia inaccettabile”, mentre Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore di Kyiv, ha raccontato le atrocità della guerra e ha lanciato un grido di aiuto al mondo chiedendo di ritrovare presto la pace, nei suoi occhi la speranza che il Papa riesca in questa missione si leggeva chiaramente.
Toccate dalle loro parole, nel pomeriggio siamo andate, con Marco Calvarese, al Terminal 5 dell’aeroporto di Fiumicino, dove sono stati accolti ben 119 profughi afghani grazie ai corridoi umanitari promossi dalla Comunità di Sant’Egidio, insieme allo Stato italiano e altre associazioni, tra loro Zhora, 19 anni, ci ha raccontato il suo percorso di salvezza, commuovendoci con le sue parole profonde e sicure, parole di una ragazza che ha ritrovato la luce nella vita salvando se stessa e tutta la sua famiglia.

L’ultimo giorno, prima di salutarci, siamo state a prendere un caffè con la segreteria della FISC (Federazione italiana settimanali cattolici) e il referente del Copercom (Coordinamento delle associazioni per la comunicazione), lì ci hanno spiegato qual è il loro ruolo verso le diocesi, invitandoci a chiedere aiuto a loro, se mai ce ne fosse il bisogno.
Il viaggio di ritorno è stato lungo e pensieroso, con una parte di me che sarebbe voluta restare per poter imparare ancora qualcosa, per poter scoprire qualcosa di nuovo o per ascoltare ancora una volta qualche testimonianza di vita. Con il cuore ricolmo di gioia, speranza e anche un po’ di nostalgia, a distanza di giorni sento ancora le emozioni vissute nelle strade di Roma che si muovono sulla mia pelle, ricordandomi quanto questo scambio mi abbia insegnato, sia umanamente che professionalmente, permettendomi una piccola fuga nel pieno della vita di questo mondo e ricordandomi di quanto è grande l’amore che il nostro Signore ha per noi, se lo lasciamo entrare, e che le relazioni sono una parte fondamentale della nostra vita.
