Un anno in Africa, al servizio degli altri

10 volontari partiranno in agosto con i progetti del Centro Mondialità

Tante le “avventure” dei giovani che stiamo raccontando sulle pagine de La Settimana tutti i giorni, tra queste sicuramente anche quella dei 10 ragazzi che hanno scelto il servizio civile universale con i progetti del Centro Mondialità Sviluppo Reciproco (CMSR) e che nel mese di agosto partiranno per la Tanzania.

Sono giovani tra i 19 e i 28 anni, arrivati a Livorno da tutta Italia per incontrare i responsabili del CMSR e capire quali saranno i loro impegni per il prossimo anno. Ragazzi che hanno scelto l’anno del servizio civile per tanti motivi: c’è chi ha voglia di vivere un’esperienza di cooperazione all’estero; chi non è contento del proprio lavoro e vuole dare una svolta alla sua vita; altri che vogliono mettersi in gioco e affrontare la sfida di vivere in un paese completamente diverso dal proprio; chi è già stato in Africa, se ne è innamorato e vuole tornarci; qualcuno ha studiato per questo e pensa che l’esperienza in Africa possa essere una conferma della strada intrapresa; qualcun altro che invece sta ancora facendo chiarezza sul suo futuro.

Da un mese si preparano a questo anno di volontariato con incontri di formazione a Roma e poi a Livorno. Lucia, 22 anni arriva da Ferrara e insieme ad Alessia, 27, giunta da Manfredonia sarà a Dodoma per occuparsi del sostegno scolastico a distanza. Gabriele, l’unico livornese, 28 anni, sarà impegnato con Greta, 26, che arriva da Cuneo, nell’educazione alla scuola secondaria di Mlali. Ilaria e Ilaria, omonime e quasi coetanee, di 26 anni, offriranno il loro anno ai piccoli dell’orfanatrofio di Kondoa, mentre le più giovani: Serena e Maria, di 19 anni, arrivate da Bergamo e Verona, saranno in servizio all’orfanatrofio di Mbeya. Silvia, originaria anche lei della provincia di Verona, di 24 anni, insieme a Giorgia di Siracusa, 25, sarà invece a Miyuji per sostenere i bambini disabili.

Sicuramente sono esperienze che segnano la vita, nel bene e nel male – spiega Alberto Benvenuti, del Centro Mondialità – le reazioni di chi vive un anno in Africa sono diverse: alcuni giovani che hanno fatto questo anno di servizio civile sono rimasti legati al mondo della cooperazione, altri invece hanno completamente cambiato strada, qualcuno non è neppure arrivato in fondo all’anno. L’Africa, è un paese pieno di contraddizioni, facile da amare e da odiare allo stesso tempo: la bellezza della natura, accanto alla povertà estrema; un paese dove mancano i diritti umani che a noi sembrano più scontati: penso alle punizioni corporali, al ruolo delle donne, alla cura dei bambini… scenari che non sempre ti aspetti di trovare e che di fronte ai quali resti impotente e spesso frustrato. L’augurio è che comunque sia un anno di crescita per questi 10 giovani!