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Serve una “rivoluzione dell’amore”
Leone XIV celebra la Messa nella parrocchia di San Tommaso da Villanova, a Castel Gandolfo, e riflette sulla parabola del Buon Samaritano

Sguardo attento e rivolto verso il “basso”, verso tutti coloro che sprofondano quotidianamente nelle sofferenze e nelle difficoltà della vita. Compassione per l’altro, “chiunque egli sia”, per i suoi bisogni, al di là di ogni appartenenza ad una cerchia, ad una nazionalità o una religione. Cuore trafitto, spezzato, nel guardare quei tanti popoli oggi “spogliati, derubati e saccheggiati, vittime di sistemi politici oppressivi, di un’economia che li costringe alla povertà, della guerra che uccide i loro sogni e le loro vite”. In un tempo di violenze e divisioni fratricide, di individualismo e indifferenza, di un cinismo che derubrica a numeri le vite umane falcidiate dai conflitti, Papa Leone XIV nella Messa celebrata oggi a Castel Gandolfo indica una immagine, una figura, un’icona: il buon samaritano. Ovvero il protagonista di una delle “più belle e suggestive parabole” del Vangelo che, facendosi toccare gli occhi e il cuore dall’uomo “mezzo morto” maltrattato e abbandonato dai briganti incontrato sulla strada verso Gerico, insegna a tutti l’unico vero comandamento: l’amore.