Le parole della festa
Quando l’Io vuole superare Dio
XXII Domenica del tempo Ordinario

Commento al Vangelo di Luca 14,1.7-14
“Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato”. Quale misura ha l’umiltà e come è possibile misurarla? La misura dell’umiltà è la persona di Cristo. Se la virtù dell’umiltà significa abbassarsi, vuol dire che ci siamo fatti troppo “alti” rispetto a Dio, “alti” nel senso di altezzosi.
Cristo che era Dio si è fatto umile – dice san Paolo – umiliandosi fino alla morte di croce. È possibile vivere la virtù dell’umiltà solo in riferimento a Cristo. L’umiltà cristiana consiste nello stimare l’altro, il mio prossimo, più intelligente e più superiore in tutto. Viviamo l’umiltà cristiana quando arriviamo a dire “io non sono migliore degli altri, io sono l’ultimo in questo modo”. Inoltre viviamo l’umiltà cristiana quando tutto quello che siamo e facciamo lo attribuiamo a Dio scoprendoci una sua opera, un suo capolavoro.
Quando in noi prende sopravvento il nostro “IO” e la nostra superbia, quando ci sentiamo superiori e migliori degli altri, quando pretendiamo di insegnare a Dio che cosa deve fare o non fare, abbiamo perso il metro della misura dell’umiltà, abbiamo perso Cristo.
Quando l’uomo con le sue pretese crede di competere con Dio e si mette al suo posto è superbo; il peggiore di tutti i peccati. Il peccato del Diavolo, la madre di tutti i peccati. L’uomo è continuamente tentato dal Diavolo a prendere il posto di Dio a competere con lui.
Quando l’uomo pretende di prendere il posto di Dio o peggio ancora vive come se Dio non ci fosse, perde ogni misura non solo quella dell’umiltà, ma della vita stessa. Tutto viene misurato in base al nostro “IO”, secondo il nostro punto di vista, tanto da crederci esperti di ogni cosa. Senza Dio l’uomo si trova terribilmente solo, con il suo “IO” ed il suo orgoglio. Gesù, invece, che è la misura dell’umiltà, ci porta a Dio suo Padre e ci aiuta a farci piccoli per arricchirci dell’amore del Signore.