Pellegrini in Polonia

Il viaggio di alcuni parrocchiani di San Luca e San Leonardo

Nel  mese  di  maggio  la  parrocchia  di  San Luca e San  Leonardo guidata  da  don  Remigio,  ha  partecipato  al  pellegrinaggio  in  Polonia,  partendo  il  giorno 9 all’indomani dell’elezione del  nuovo  papa  Leone  XIV,  fino  al 13  sera per  il  rientro  in  Italia.

Un  viaggio di  5 giorni  a  Cracovia ed  altre località di  richiamo religioso e  non, intenso,  nell’anno  giubilare in corso, già  ricco  di  emozioni  ed  eventi ravvicinati  tra  loro,  ha  lasciato  un  segno  indelebile  dentro  ognuno  di  noi, emanando  una  carica  spirituale ed  emotiva che  ancor  oggi  percepiamo e  condividiamo a  distanza di  un  mese.

La  Polonia  ha  scritto  pagine  importanti  nella  storia  della  chiesa  cattolica e proprio  per questo  abbiamo  ripercorso  e  rievocato le figure di santità straordinarie come suor Faustina Kowalska (visita  al  santuario  della Divina Misericordia), padre Massimiliano Kolbe (morto nei  campi di  sterminio) , e San  Giovanni Paolo II tra quelle  di  spicco.

E proprio  a  casa di  Karol Wojtyla, la  sua  Wadowice   siamo  entrati  nella  sua  casa natia, dove sarebbe nato  il primo  papa  polacco  della  storia, tra i  più  amati  del  XX  secolo.

Lui,  figlio  del  santuario mariano  di Czestochowa, metà principale  dei  pellegrinaggi  in  Polonia , un paese che non lo  considera solo un santo ma un vero eroe nazionale, che ha  cambiato, con  il  suo  pontificato , la  storia  del  mondo , contribuendo  alla  caduta  del  muro  di  Berlino  del 1989.

Da  qui   la Polonia  ha  cominciato  a  rinascere,  dopo  secoli  difficili: da  sempre  paese  al  centro  nord  d’Europa vittima di ingiustizie ed olocausti ( visita  al  museo di Auschwitz-Birkenau) , sparendo a tratti dalla geopolitica  europea e rinata dalle  proprie  ceneri  sempre  più  forte di  prima nonostante tutto.

Cestochowa, è il luogo più  dove l’icona  della Madonna Nera  richiama  migliaia  di  fedeli  ogni  giorno, a  Jasna Gora, il  Monte Chiaro sovrasta  la  città come  se  proteggesse  il  suo  popolo dal castello  dove  è eretto  il  complesso  religioso.

All’interno  del  santuario  puoi toccare  con  mano e  capire  la  devozione  di  un  popolo  che  rende  grazie alla Madonna  che  ha  dei  graffi nel  volto  come  simbolo  di  sofferenza, rievocando le  ingiustizie che  la storia le  ha  lasciato  come  debito.

La  storia  racconta che  questa icona  provenga  dal  mondo  bizantino e  che per  disegno divino non  possa  essere  riparata: sforzi ripetuti di artisti esperti per riparare le cicatrici hanno sempre fallito, ogni qualvolta si cercasse di restaurarla, i tagli sul viso ricomparivano. Si ritiene che sia  stata volontà di Maria che le cicatrici rimanessero come segno per tutti coloro che volessero profanarne il Santuario nei vari  periodi storici precedenti. Quello che importa che molte persone si recano ogni  giorno in ginocchio davanti a lei ed offrano parte del loro tempo a contemplare la Madonna Nera, un esempio per  tutti  noi, per le nostre famiglie ed i nostri cari.

Un  pensiero  dai  luoghi  dell’olocausto: non dimenticare  ma ricordare, spiegando ai nostri figli oggi  come sia potuto accadere tutto questo e cosa ci ha  lasciato. Silenzio e preghiera, emozione, rispetto in una terra che ci lascia un grande  insegnamento.