Diocesi
Monastero Wifi, a Roma per il giubileo
Al Giubileo a Roma hanno partecipato anche gli affiliati della Toscana e di Livorno

Il 20 Settembre 2025 si è svolto a Roma il settimo Capitolo del Monastero WIFI. Secondo le parole di don Massimo Vacchetti “il Monastero WIFI è una straordinaria esperienza di fede, una delle intuizioni dello Spirito Santo. Davvero Dio dà vita a tutte le cose e al desiderio di pregare e poter trovare una compagnia nella Chiesa, di ravvivare il dono che è in noi, di conservare la professione di fede, di poter combattere la buona battaglia”. Quello di quest’anno è il primo Capitolo Giubilare del Monastero WiFi e ha visto tre tappe. La prima nella Basilica di San Paolo fuori le Mura con la recita delle Lodi mattutine e le due catechesi sul Giubileo di don Riccardo Cendamo e dell’abate P. Mauro Giuseppe Lepori. La seconda: il pellegrinaggio a piedi alla Basilica di San Pietro lungo il bel sentiero pedonale che costeggia il Tevere, circa 8 km in buona parte al sole. La terza tappa con il raduno a Castel Sant’Angelo, il passaggio della Porta Santa e la Messa in San Pietro celebrata da mons. Aurelio Gazzera vescovo coadiutore di Bangassou (Repubblica Centrafrica).
Dopo le Lodi in San Paolo fuori le Mura, Monica Marini ha spiegato il significato degli omaggi che ogni partecipante ha trovato sulla propria sedia tra cui il Rosario a bracciale con il logo e i colori del Monastero WiFi offerto da don Francesco Catalano di Foggia. Don Catalano è promotore del Progetto “Come Maria” che aiuta madri in difficoltà economica a scegliere la vita con l’offerta di un modesto lavoro, la realizzazione appunto di questi rosari, grazie al quale ad oggi sono già tredici i bambini nati dalla rinuncia all’aborto. Quindi Costanza Miriano, ideatrice e fondatrice del Monastero WIFI, dopo un caloroso saluto e l’augurio di “buon cammino” agli oltre duemila partecipanti, ha esortato tutti ad offrire il modesto disagio del percorso sotto il sole per poter poi varcare con maggior consapevolezza la Porta Santa, ricordando comunque che “siamo qui per mendicare una grazia che non ci spetta di diritto”.
Le due catechesi si possono ascoltare sul Canale YouTube del MonasteroWIFI.
Don Riccardo Cendamo ha spiegato cosa era il Giubileo per l’antico Israele, indetto ogni quarantanove anni per il riposo della terra, la remissione dei debiti, la restituzione dei terreni e delle case ai proprietari originari e la liberazione degli schiavi, e cosa è il Giubileo cattolico oggi – indetto per la prima volta da Bonifacio VIII nell’anno 1300 – per il perdono dei peccati e la remissione delle pene mediante l’indulgenza plenaria. Ci ha esortato inoltre a metterci in cammino nella giusta direzione avendo Maria come guida. Maria “Stella del Mattino”, la stella che aiuta i naviganti a mantenere la rotta. Anche noi nel nostro viaggio terreno dobbiamo orientarci guardando sempre a Maria – ha detto – e col suo aiuto rispondere con un sì alle fatiche della vita. Ma il nostro sì è debole, non è sufficiente: abbiamo bisogno della grazia che viene dai meriti di Cristo e dei Santi. Il loro sì è per sempre e su di essi le “porte degli inferi non prevarranno”. L’abate dei Cistercensi P. Mauro Giuseppe Lepori ha poi spiegato il significato della Porta Santa. Ha ricordato inoltre come, nell’anno giubilare del 1975, ancora sedicenne, dopo averla passata per la prima volta con la mamma, fosse rimasto folgorato dalla dolcezza e dalla santità di Papa Paolo VI, e avesse sentito sbocciare in sé il seme della vocazione.
Cristo è la Porta che fa ritrovare la strada. A volte esitiamo a varcare la porta di una camera d’ospedale, o di una chiesa, o di un carcere. Ma che consolazione sentire dire da Gesù “Io sono la porta”! Quando siamo esitanti se varcare o non quella porta che fa paura, Cristo è pronto ad aiutarci nella decisione e qui viene in mente il grido di san Giovanni Paolo II aprite, spalancate le porte a Cristo! Perché lui stesso è “la” Porta! Cristo il Buon Pastore. La Porta pasquale, la Porta insanguinata dell’agnello immolato, la Porta sanguinante del legno della croce.
La seconda tappa del pellegrinaggio si è svolta lungo gli otto chilometri del sentiero che costeggia la riva del Tevere. Sotto un bel sole e lontano dal frastuono del traffico cittadino abbiamo potuto recitare i misteri dolorosi del Rosario meditati da don Francesco Buono e i misteri Gaudiosi meditati da don Massimo Vacchetti. Alla fine di questo splendido percorso arrivati nei pressi di Castel Gandolfo ci siamo fermati per la catechesi di Padre Maurizio Botta sul significato del pellegrinaggio: dobbiamo essere quelli che amano, quelli che non giudicano, quelli che non condannano, quelli che pregano. Ma anche quelli che non temono la durezza del pellegrinaggio, metafora della vita, durezza che purifica e tempra fisico e spirito. Più affaticati e provati varchiamo la Porta più l’anima è pronta per il ristoro della pace di Cristo, che ci accoglie a braccia aperte. E così, affaticati ma gioiosi e commossi, la terza e ultima tappa ci ha portati a passare la sospirata Porta Santa, ed entrare nella basilica illuminata a festa è stato come aver varcato la soglia del Paradiso. È seguita quindi la solenne concelebrazione della Messa in onore dei Santi martiri coreani.
Il Capitolo si è concluso con la lettura del messaggio del Santo Padre Leone XIV che ci ha esortato nel perseverare nella preghiera, perché ciascuno cerchi e trovi consolazione nel rapporto personale con Gesù e impari dal suo cuore la compassione per il prossimo, lui che è la fonte di ogni consolazione. Papa Leone, insieme alla benedizione apostolica, ha augurato a quanti hanno partecipato la forza illuminante dello Spirito Santo e dei suoi ineffabili doni.
Il Monasterino WIFI di Firenze fa parte del Monastero WIFI e conta oltre 100 monaci WIFI e un bel gruppo è stato presente fra i 2000 del settimo Capitolo e tra questi anche i monaci WIFI livornesi.







