cinema
Megalopolis
Il film di Francis Ford Coppola
New Rome (leggi New York) è una città degradata, governata da una stretta cerchia di “patrizi” nullafacenti, mentre il popolo vive in ristrettezze. Al centro sorge un Colosseo dove si svolgono corse con le bighe e combattimenti di lotta libera. L’architetto Catilina ha un sogno: far rivivere la città creando una nuova comunità urbana, Megalopolis. L’uomo, che ha il segreto potere di fermare il tempo e di farlo ripartire con un semplice schiocco delle dita, ha vinto il Premio Nobel per aver inventato un materiale da costruzione estremamente duttile e imperituro, il Megalon ed è con questo che vuole realizzare la “sua città”. Il sindaco di New Rome, Frank Cicero, vuole impedirglielo perché la sua idea per rilanciare economicamente la città è quella di costruire un gigantesco, spettacolare casinò. L’uomo ha una figlia, Julia, che, dopo l’”inevitabile” antipatia iniziale, finisce con l’innamorarsi di Catilina, del suo progetto e lo sposa (tra l’altro la donna ha scoperto di essere l’unica che può ancora muoversi quando l’architetto ferma il tempo). Nella complessa trama entrano anche il di lui ricco zio, il banchiere Crasso, il pavido e invidioso cugino Clodio, e l’intraprendente e avida showgirl Wow Platinum. Quando un satellite sovietico si schianta sulla terra distruggendo gran parte di New Rome, Catilina avvia la costruzione di Megalopolis.
Valutazione Pastorale della Commissione CEI
Francis Ford Coppola, classe 1939 – “Il Padrino”, “Apocalypse Now”, “The Conversation”, “Dracula di Bram Stoker” e “The Outsiders”, tra gli altri –, ha dichiarato di aver cominciato ad abbozzare alla sceneggiatura di questo film ai tempi di “Apocalipse Now”, 45 anni fa, accantonando il progetto fino al 2019 quando lo ha ripreso per completarlo nel 2024, scrivendone la sceneggiatura, dirigendolo e autofinanziandosi per la ragguardevole cifra di 120 milioni di dollari. “Megalopolis” comincia da New York e finisce con una festa di popolo e una bambina che rappresenta il futuro, un nuovo modo di vivere, una nuova possibilità. La storia, piuttosto complessa, parte dell’Empire State Building, da quasi cento anni uno dei più famosi simboli di New York, che qui è però chiamata New Rome. È una città degradata, al centro della quale sorge il Colosseo dove si svolgono corse con le bighe e combattimenti di lotta libera, ed è governata da una stretta cerchia di “patrizi” nullafacenti, mentre il popolo vive in ristrettezze. L’architetto Catilina (Adam Driver) ha un sogno: far rivivere la città creando una nuova comunità urbana, Megalopolis. L’uomo, che ha il segreto potere di fermare il tempo e di farlo ripartire con un semplice schiocco delle dita, ha vinto il Premio Nobel per aver inventato un materiale da costruzione estremamente duttile e imperituro, il Megalon ed è con questo che vuole realizzare la “sua città”. Il sindaco di New Rome, Frank Cicero (Giancarlo Esposito), vuole impedirglielo perché la sua idea per rilanciare economicamente la città è quella di costruire un gigantesco, spettacolare casinò. L’uomo ha una figlia, Julia (Nathalie Emmanuel), che, dopo l’”inevitabile” antipatia iniziale, finisce con l’innamorarsi di Catilina, del suo progetto e lo sposa (tra l’altro la donna ha scoperto di essere l’unica che può ancora muoversi quando l’architetto ferma il tempo). Nella complessa trama entrano anche il di lui ricco zio, il banchiere Crasso (Jon Voight), il pavido e invidioso cugino Clodio (Shia LaBeouf), e l’intraprendente e avida showgirl Wow Platinum (Aubrey Plaza). Quando un satellite sovietico si schianta sulla terra distruggendo gran parte di New Rome, Catilina avvia la costruzione di Megalopolis attingendo al patrimonio familiare. Intanto Julia ha una bambina, Sunny Hope, mentre Clodio assume un sicario per uccidere Catilina, ma questi sopravvive e i medici usano il Megalon per ricostruirgli parte del cranio. Intanto Clodio si erge a capo della folla che protesta pubblicamente per gli alti costi del progetto Megalopolis. Catilina affronta i rivoltosi, supplicandoli di credere nella sua visione di un futuro migliore e riesce a portare dalla sua parte la folla, che si ribella a Clodio e lo appende a testa in giù. Con il rinnovato supporto di Crasso, Catilina completa la costruzione di Megalopolis e, durante i festeggiamenti per il Capodanno, quando ferma nuovamente il tempo, si accorge che la piccola Sunny Hope ha la stessa capacità della madre di sottrarsi all’”incantesimo”.
Il futuro è cominciato… “Megalopolis” è un film torrenziale, una favola (avviso messo a chiare lettere nel sottotitolo), meglio un sogno, a tratti un incubo, un intreccio di storie e personaggi, ridondante, eccessivo, come i temi che affronta: politica, potere, corruzione, povertà, architettura, natura, filosofia, sociologia, onestà, lealtà, amore, sacrificio, famiglia. Ma è anche curatissimo nei particolari, perfetto nel montaggio, grandioso nelle scenografie. Colto, pieno di citazioni cinematografiche (una sorta di compendio della storia del cinema) e letterarie a cominciare da William Shakespeare evocato più volte e fin dall’inizio: “Siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni” (“La tempesta”); senza dimenticare che Catilina, arrivando platealmente a un evento presenziato dal sindaco, recita parte del celebre monologo dall’Amleto, al quale Cicerone risponde con l’altrettanto conosciuto incipit della 1ª Catilinaria di Cicerone (Marco Tullio). E poi dietro la macchina da presa c’è un maestro come Coppola e si vede. Un film difficile da decifrare, impossibile da raccontare. “Spero di ispirare il popolo con la mia opera”, dice il geniale e tormentato Catilina e probabilmente è Coppola stesso che parla al suo pubblico. “Megalopolis” è un piatto ricco e ben confezionato che però, come spesso le pietanze troppo condite ed elaborate, rischia di essere di difficile digestione. Complesso, problematico, per dibattiti.