Linea… di pensiero. Non solo cuoricini

Una riflessione sul tempo che viviamo

Cuoricini, cuoricini, cuoricini! Come se l’amare fosse basato su diminutivi. Certo amare è un susseguirsi di tanti piccoli gesti, attenzioni,  premure e anche tanti doni. Vanno bene i bigliettini, i messaggini, i bacini, i regalini. Ma l’amore ha bisogno di accrescitivi e superlativi che esplodono nella loro carica di bene. Perché l’Altro non è “bellino” ma è bellissimo, è stupendo, è meraviglioso, è un capolavoro unico. L’ Altro mi permette di comprendere la mia unicità e la mia complessa e profonda diversità. Mi permette di apprezzare la mia  piena bellezza. Il mio modo di pensare, di  trovare le modalità per muovermi nel  mondo. Mi permette di saper scoprire i miei talenti, le mie doti e di far emergere le mie aspirazioni, i miei desideri. Mi permette di giungere alla mia piena autorealizzazione, grazie alla sua autorealizzazione.

Quando poi troviamo l’Altro come nostro compagno/a di viaggio nel vivere quotidiano e riusciamo a creare sintonia e armonia raggiungiamo il superlativo più alto e nobile dell’essere insieme: è  proprio bellissimo starci accanto “cosi come siamo”, disposti ad ascoltarci e anche a cambiare per il bene dell’Altro. La bellezza diventa il sublime che commuove per dirla con il filosofo Kant. Profonde le parole del teologo Mieth: “Già da molto tempo i culmini del multiforme desiderio si erano trasformati, durante gli anni di una approfondita conoscenza vicendevole, nella sensazione, colma di benessere, di essere ‘una cosa sola duplice’, una persona ‘duale’ o ‘dividuale’, nella quale non è però cancellata l’individualità”. Ecco l’essere una persona ‘duale’. L’amore non toglie, non priva, non è mai un meno ma un più, che aumenta e fa crescere anche l’individualita’. Offrendo amore non mi svuoto, ma mi riempio, fino a traboccare!