Il commento
Le sfide della Cisl
Il congresso iniziato a Roma

“Il coraggio della partecipazione – Responsabilità sociale e umanesimo del lavoro per rigenerare l’Italia e l’Europa”: sarà questo il filo conduttore che animerà il programma del XX Congresso Confederale della Cisl iniziato a Roma.
Al centro della discussione la relazione della neo Segretaria Generale Daniela Fumarola che, nei mesi scorsi, ha sostituito Luigi Sbarra. Da ricordare che l’ex segretario, nel frattempo, è entrato a fare parte dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni. In questi giorni si capirà, quindi, se si può parlare di svolta filogovernativa (ma non sarebbe in questo caso una novità) della CISL e di un suo riposizionamento “a destra”.
Quel che è certo è che la nuova dirigenza CISL ha scelto la “via della corresponsabilità” un sentiero, certamente, sempre pieno di ostacoli, sempre in salita. Si sceglie, insomma, di non delegare. Ci si oppone a chi se prende con gli altri se le cose non funzionano, decidendo, altresì, di rimboccarsi le maniche e affondare le mani nella creta del possibile come è, storicamente, nel dna della CISL.
Dalle decisioni di oggi dipendono, infatti, gli equilibri economici, la salute della società e la tenuta democratica dei prossimi vent’anni nel mondo, in Europa, e quindi anche in Italia.
È tempo, quindi, per la Cisl di stringere un grande Patto della responsabilità: Governo, Sindacato e Sistema delle imprese che partecipino insieme verso obiettivi comuni. Investire in un grande accordo per la crescita e la coesione sociale, che unisca le parti riformiste e responsabili.
Tutto ciò per rimuovere le tante, troppe tare antiche e per fare, finalmente,le riforme che attendiamo da decenni, e rispondere alle urgenze che bussano alla porta in questa stagione di sfide epocali.
Si chiede una nuova politica espansiva dei redditi, fondata su metodo, equità e concertazione. Si tratta di intervenire su prezzi e tariffe, contrastare la speculazione, ridurre la pressione fiscale sulle fasce più deboli. Si immagina un sistema impositivo più equo e redistributivo, che alleggerisca pensionati e lavoratori, oggi i più colpiti dall’Irpef.
La via maestra resta, coerentemente, quella contrattuale. Si chiede cosí di rinnovare tutti i contratti nazionali, pubblici e privati, trovando soluzioni eque per riallineare i salari all’inflazione reale, evitando però automatismi fuori dal tempo che rischierebbero di innescare pericolose spirali inflazionistiche. Dobbiamo lavorare per porre le condizioni per fare crescere la produttività, ridistribuendola sia su buste paga più pesanti, sia su orari più leggeri anche attraverso la diffusione della contrattazione decentrata, che, ad oggi, riguarda appena il 30% delle aziende.
La CISL chiede, insomma, di essere partecipe alle scelte delle imprese e della politica portando il suo contributo. Se questo diverrà poi una “scelta di campo” ci sará tempo per capirlo nei prossimi giorni e, soprattutto, nei mesi che verranno.