Indifferenza o sete nascosta?

Una riflessione sugli eventi di questi giorni

Viviamo in un’epoca che si proclama emancipata da Dio.
La tecnologia promette onnipotenza, il pensiero dominante celebra l’autosufficienza dell’uomo, e la religione viene liquidata come un ricordo del passato.
Ci hanno ripetuto che il mondo è diventato indifferente alla domanda su Dio, che il sacro è morto, che l’uomo moderno ha smesso di credere.

Eppure, basta uno squarcio inaspettato — come la morte o l’elezione di un Papa — perché questa narrazione si incrini.
Le folle si muovono, i cuori si scuotono, l’eco attraversa il mondo intero.
Se fossimo davvero indifferenti, se Dio fosse davvero “fuori gioco”, come si spiega questa emozione che ritorna?

Forse l’indifferenza di oggi non è altro che sete nascosta.
Una sete che nessuna macchina, nessuna ideologia, nessuna tecnica riesce a spegnere.

Sergej Bulgakov aveva già visto questo paradosso: il mondo moderno, tentando di liberarsi da Dio, si ritrova svuotato, bisognoso di qualcosa che non può generare da sé.
La tecnologia, con tutta la sua potenza, non basta a riempire il vuoto di senso.
E Vladimir Soloviev, nel suo celebre “Racconto dell’Anticristo”, mostrava un’umanità che, pur credendo di aver raggiunto il massimo splendore culturale e sociale, si trova smarrita senza il respiro di Dio.

Il mondo sembra avanzare, ma in realtà cammina sul bordo di una sete inespressa.
Il bisogno di Dio non si è estinto: si è solo nascosto sotto le maschere del consumo, della tecnica, dell’indifferenza ostentata.

Ed è qui che la Chiesa ha una sfida decisiva: non quella di difendere privilegi antichi, né di rimanere custode di formule vuote, ma quella di diventare segno vivo della presenza di Dio.
Non solo con parole, ma con gesti, con segni, con una vita che grida che Dio è vivo.

L’Eucaristia silenziosa, la carità discreta, la bellezza gratuita, l’amore che non pretende nulla in cambio: sono questi i segni che parlano più forte di mille discorsi.

La modernità ha prodotto uomini che sembrano non credere più in Dio.
Ma forse la domanda vera oggi è un’altra:
chi saprà ancora mostrare il volto di Dio al cuore assetato dell’uomo moderno?

Perché, sotto l’indifferenza, il cuore dell’uomo continua a battere.
E batte per Qualcuno che non si può cancellare.