Parrocchie
Il fuoco che brucia e illumina
La presenza del vescovo Simone alla parrocchia di Castiglioncello

Durante una delle domeniche di agosto il Vescovo ha celebrato la Santa Messa nella pineta di Castiglioncello. Un momento semplice ma molto sentito, con i bagnanti che hanno partecipato, famiglie che si sono fermate a salutare e tanti fedeli che hanno chiesto una benedizione. È stato un incontro gioioso, in cui la comunità ha potuto vivere la vicinanza del proprio Pastore. Riportiamo di seguito il testo dell’omelia che il Vescovo ha donato alla parrocchia.
Fratelli e sorelle, il Signore oggi ci parla del fuoco: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra e come vorrei che fosse già acceso!». Questo fuoco non è un incendio che distrugge, ma è l’amore di Dio che brucia, purifica, riscalda e illumina.
Perché il fuoco prenda, però, bisogna che ci sia legna secca, non legna bagnata. Se la nostra vita è appesantita dal peccato e dall’indifferenza, non può ardere. Ma se ci lasciamo asciugare dal perdono di Dio, allora diventiamo come carta secca pronta ad accendersi.
Anch’io, se oggi sono qui come prete, non è perché ero bravo o più santo degli altri. È perché a 15-16 anni ho fatto un’esperienza con i Piccoli Fratelli di Charles de Foucauld.
Ricordo ancora una Piccola Sorella che mi insegnò a stare zitto davanti al Santissimo Sacramento. Mi disse: «Lascia correre i pensieri, lascia che sia Dio a parlare». Io non lo sapevo, ma stava introducendomi a quella che la tradizione chiama la preghiera del cuore, l’esicasmo.
Lì ho imparato che davanti a Dio non serve fare grandi discorsi. Serve tacere, ascoltare,lasciarsi guardare. E pian piano, il Signore ti purifica, ti dà coscienza dei tuoi peccati, ti porta al perdono, e poi cominci a sentire la sua presenza come un calore dolce, come una luce che ti avvolge.
Per questo da allora non ho più smesso: ogni giorno cerco almeno un’ora di preghiera, divisa tra mattina e pomeriggio. Perché se non crei le condizioni perché il fuoco prenda, la vita spirituale non cammina.
E il segno che il fuoco è vivo dentro di te qual è? Che non ti senti mai solo. Che anche a casa tua, in silenzio, avverti quella presenza che ti consola, ti corregge, ti illumina.
Uno dei primi segni del fuoco è il calore, poi la luce. Ti riscalda il cuore e illumina i tuoi passi.
Vi faccio alcuni esempi concreti: • Quante persone mi hanno confidato che da quando hanno iniziato a pregare, sono più tranquilli, meno nervosi in famiglia, meno soli. Un giovane è entrato in cattedrale per curiosità, attratto da un dipinto del Beato Angelico, ma ha incontrato Cristo presente nell’Eucaristia, e ne è uscito trasformato, fino a decidere di entrare in seminario. Anche grandi intellettuali come Éric-Emmanuel
Schmitt, che si dichiarava ateo, sono stati toccati da questo fuoco e convertiti.
Noi magari non viviamo esperienze straordinarie, ma se restiamo davanti a Dio, piano piano ci accorgiamo che qualcosa cambia. Ci accorgiamo che la preghiera ci trasforma, che il Signore ci parla, ci guida, ci illumina. Provate! Non credete solo alle mie parole. Provate a stare davanti a Lui. All’inizio magari
sembra tempo perso, ma pian piano vi accorgete che quel fuoco brucia dentro di voi, che non siete più soli, che la vostra vita si illumina. Perché lo Spirito Santo, come cantiamo nella Sequenza e nell’Inno, è fuoco che trasforma, che accende, che rinnova.



